A Ravenna è entrato nella fase operativa Territori per il reinserimento, il progetto biennale che supporta il reinserimento nella società delle persone che si trovano in esecuzione penale esterna o in misura alternativa alla detenzione.
Il progetto è finanziato da Cassa Ammende e dalla Regione Emilia-Romagna e sul territorio ravennate è gestito dal Comune e dal Consorzio Solco Ravenna, con la partnership del Consorzio Fare Comunità, dell’associazione Farsi Prossimo Odv e dell’ente di formazione Cefal.
“Obiettivo di questo progetto è creare opportunità sociali e lavorative per le persone che possono godere di misure alternative alla detenzione - spiega il coordinatore del progetto Massimo Caroli, del Consorzio Fare Comunità -. Con la stessa rete di soggetti avevamo già gestito il medesimo progetto nel biennio precedente, con risultati al di sopra degli obiettivi: il numero di beneficiari previsto era di 43 persone, siamo riusciti a prenderne in carico 61. Ciò che ci ha permesso di raggiungere questo risultato è stata la capacità di mettere in rete soggetti diversi, più di quelli previsti dal progetto, e presenti non solo nel comune di Ravenna, ma in tutta la provincia. Sono stati coinvolti infatti anche i servizi sociali della Unioni dei Comuni della Bassa Roagna e della Romagna faentina e i servizi specialistici dell’Ausl, Dsm e Serd”.
Il progetto consiste nel costruire, per ogni persona segnalata dai servizi di riferimento (Ufficio per l’esecuzione penale esterna - Uepe, uffici di servizio sociale per minorenni - Ussm, Istituti penitenziari - Ip), un progetto personalizzato che preveda: valutazione delle competenze individuali; progettazione di percorsi individualizzati di orientamento; formazione; inserimento lavorativo; attività formative, culturali e di socializzazione; percorsi per il raggiungimento di un’autonomia abitativa quando necessario. La costruzione del piano personalizzato viene fatta dall’equipe di lavoro del progetto composta da professionalità provenienti da tutti i soggetti e gli enti coinvolti nell’iniziativa.
Con la collaborazione delle cooperative sociali di Solco Ravenna e delle imprese del territorio, nello scorso biennio il 76% delle persone prese in carico ha trovato un lavoro con un contratto a tempo determinato, il 15% con un contratto a tempo indeterminato.
“I risultati raggiunti col primo progetto sono la prova di come di fronte a situazioni complesse bisogna rispondere mettendo in rete più soggetti, con tavoli di lavoro operativi e non generici e alzando lo sguardo oltre al proprio operato - continua Caroli -. Essere riusciti a coinvolgere i servizi sociali di comuni diversi, le imprese e le opportunità di territori diversi ci ha permesso di avere uno sguardo più ampio sulle possibilità presenti sul territorio. Un altro aspetto molto importante da sottolineare è che, quando siamo partiti, dai servizi penitenziari c’era preoccupazione. Si pensava che le persone prese in carico non sarebbero state accettate dalle imprese, nel mondo del lavoro, per pregiudizio. Noi non abbiamo avvertito niente del genere, da nessuna impresa coinvolta. Il bisogno di occupazione è forte e gli aspetti che vengono valutati dalle imprese riguardano le competenze, non il vissuto della persona. È un segnale positivo che va colto e su cui lavorare”.
Il progetto avviato quest’anno ha l’obiettivo di prendere in carico almeno 61 persone in tutta la provincia di Ravenna. Le prime segnalazioni sui partecipanti sono arrivate e l’equipe di lavoro sta predisponendo i piani personalizzati e il lavoro di rete per creare opportunità di formazione, orientamento, lavoro e socializzazione, per poter avviare con l’inizio del 2025 i primi inserimenti presso le imprese individuate.