Il vino cooperativo a Vinitaly

Il vino cooperativo a Vinitaly

Consuntivo dell’edizione 2025 nelle parole di quattro cantine cooperative della Romagna: Agrintesa, Cantina di Cesena, Cantina Forlì-Predappio e Caviro

venerdì 16 maggio 2025

Vinitaly è la più importante manifestazione italiana dedicata al vino. Per le imprese vitivinicole è un’occasione privilegiata di incontrare partnerstakeholder e rappresentanti delle istituzioni, stringere nuove relazioni commerciali e, più in generale, saggiare il polso del settore. Abbiamo chiesto ai responsabili di quattro cooperative vitivinicole romagnole come è andata.

Marco Zanelli, responsabile commerciale Agrintesa

“Le aspettative alla vigilia erano piuttosto basse, tra calo dei consumi e incertezze globali, ma il bilancio finale è stato positivo. I timori legati ai dazi Usa erano presenti, ma c’era fiducia che si sarebbe trovata una soluzione, politica e commerciale. A riprova di ciò si è registrata un’affluenza molto alta, anche di operatori specializzati: ci sono stati incontri che hanno dato risultati commerciali interessanti già nel breve periodo. Come Agrintesa siamo soddisfatti, abbiamo ricevuto diversi clienti per il vino sfuso, nostro core business, ma anche per il comparto del confezionato, che per noi è una quota piccola ma importante, e i riscontri sono stati positivi. Vinitaly è anche l’occasione per incontrare partner storici e le istituzioni, aspetto da non sottovalutare per una fiera importante come questa”.

Andrea Maraldi, direttore Cantina di Cesena

“Per la nostra Cantina, Vinitaly è stato decisamente positivo, e ritengo lo sia stato per tutta la nostra regione. Merito anche del rinnovamento del padiglione, con una grafica più accattivante, una nuova immagine data da Enoteca Regionale e le tante iniziative organizzate dai consorzi e da Confcooperative. L’afflusso dei buyer, soprattutto stranieri, è stato superiore allo scorso anno. Ci sono stati numerosi contatti con player interessati ai nostri vini imbottigliati, che sono il core business della Cantina di Cesena, inoltre abbiamo presentato le nostre nuove produzioni, con vini ‘gastronomici’ che esprimono l’essenza del nostro territorio. L’auspicio è che i contatti si traducano presto in accordi concreti. In un contesto comunque incerto è fondamentale consolidare le relazioni esistenti e coltivarne di nuove, e in questo Vinitaly si conferma un’opportunità insostituibile”.

Bruno Ranieri, direttore Cantina Forlì-Predappio

“Per noi Vinitaly è una fiera importante, ci consente di avere un confronto con le realtà produttive locali e nazionali, con i nostri principali clienti anche dall’estero. È il momento in cui si comprendono le future tendenze di mercato e di consumo, per esempio oggi si sta parlando molto di vini dealcolizzati. È stato un buon Vinitaly anche per quel che riguarda le presenze, anche di player stranieri che negli ultimi anni non si vedevano: i presupposti per buoni contratti ci sono. Per la nostra Cantina l’imbottigliato è una nicchia da 300mila bottiglie l’anno, la produzione principale è di vino sfuso. Il nostro obiettivo principale è valorizzare i vitigni del territorio: l’eccellenza resta il sangiovese, di cui di recente abbiamo iniziato a produrre una variante appassimento che sta andando molto bene sui mercati”.

Giampaolo Bassetti, direttore generale Caviro

“La novità più rilevante con cui Caviro si è presentata a Vinitaly è lo stand unico, che riunisce tutte le anime del Gruppo. È il frutto di dieci mesi di lavoro per costruire una struttura commerciale export unificata: una sinergia inedita per noi, che ottimizza i processi e rafforza l’identità aziendale, contribuendo anche alla nostra reputazione. A livello di prodotto, abbiamo lanciato una linea Spritz ready to drink in quattro varianti a marchio Tavernello, una scelta che unisce tradizione e innovazione. La fiera anche quest’anno ci ha permesso di incontrare buyer internazionali, aprendo a nuove sinergie. C’è molta soddisfazione da parte nostra, abbiamo potuto anche ribadire il nostro impegno sul fronte della sostenibilità, dimostrando che una grande cooperativa può creare valore reale per il territorio e per le persone”.