Agrintesa si sta preparando alla campagna 2025 dopo alcune settimane che hanno impegnato notevolmente soci e cooperativa. “Marzo e aprile sono stati due mesi che ci hanno tenuto con il fiato sospeso per via delle temute, e ormai sempre più presenti, gelate – racconta Cristian Moretti, direttore generale della cooperativa con sede a Faenza -. Anche quest’anno infatti non si sono fatte attendere e si sono verificate sia nel mese di marzo che in aprile”.
“È in atto un cambiamento climatico che va gestito”
Rispetto a quelle avvenute nel 2020, 2021 e 2023 sono state meno impattanti dal punto di vista produttivo, anche se alcune zone hanno purtroppo subìto danni. “Dalle prime verifiche in campo abbiamo registrato danni in alcuni areali produttivi, in particolare su albicocche, susine e altre drupacee – spiega Moretti -. Questa ennesima primavera anomala, di fatto mai sbocciata per davvero, ci conferma che è in atto un cambiamento climatico che va gestito. Ne sono riprova anche gli eventi estremi che hanno toccato altre zone produttive come Grecia, Turchia, Spagna, Sud Italia e, di recente, anche il Piemonte con eventi alluvionali”.
I prossimi mesi saranno quindi determinanti e Agrintesa continua a sensibilizzare i soci sull’importanza della difesa attiva, necessaria per contenere gli effetti del clima. “Il percorso verso la raccolta è ancora lungo e la difesa attiva è ormai imprescindibile – evidenzia il direttore generale -. Molti soci hanno introdotto sistemi per difendersi dalle gelate ma c’è ancora del lavoro da fare e dovrà riguardare anche altri fenomeni, come ad esempio grandine e vento forte, ormai sempre più frequenti rispetto al passato”.
Agrintesa programma l’operatività dei prossimi mesi
A partire da metà maggio la cooperativa avrà un quadro più preciso del livello produttivo complessivo e sarà in grado di programmare l’operatività di magazzini e cantine, oltre che il rapporto con il mercato e la clientela. “A livello di mercato oggi le difficoltà maggiori – sottolinea Moretti – sono più produttive che commerciali perché l’andamento climatico e le problematiche fitosanitarie generano molta incertezza e instabilità. La sfida che abbiamo davanti è quindi quella di difendere la produzione, perché il mercato ha bisogno di certezze e, in conseguenza a ciò, richiede un legame più stretto con la produzione. Come Agrintesa siamo in una posizione privilegiata, avendo un sistema produttivo non solo diretto ma anche dimensionalmente rilevante, stiamo cercando di dare risposte più precise a questa necessità di programmazione e fornitura che ha portato in secondo piano la questione prezzo”.
A breve l’assemblea dei soci per la fusione con Ortolani-Cofri
Dal 12 al 15 maggio i soci della cooperativa si riuniranno nelle assemblee straordinarie per approvare la fusione con Ortolani-Cofri, cooperativa di Imola che fa parte dello stesso sistema organizzato di Agrintesa e che è socia di Apo Conerpo, Conserve Italia e Opera. “Ortolani-Cofri è una cooperativa storica fondata nel 1893 che è inserita in un territorio adiacente al nostro e si basa su valori di cooperazione estremamente saldi – racconta il direttore generale -. Già dallo scorso autunno Ortolani-Cofri ci ha chiesto collaborazione per la gestione delle specie autunno-invernali, collaborazione che poi sfocerà nell’integrazione vera e propria quando l’assemblea avrà dato parere favorevole”.
Ortolani-Cofri rappresenta un centinaio di associati per un totale di circa 300 ettari di frutteti. La fusione con Agrintesa porterà a una gestione integrata del prodotto già da questa stagione, e lo stabilimento di Imola, attualmente in affitto, fungerà da centro di ritiro. “Con questa nuova operazione, che segue quella dello scorso anno con Osas, Agrintesa continua ad aggregare nuovi soci e nuovi territori convinta che si tratti del modello giusto per dare un futuro alle aziende agricole, continuità produttiva alla cooperativa e risposte adeguate ai soci” conclude Moretti.