Settantacinque anni di attività, 600 ettari di terra prevalentemente situati nella zona di Sant’Alberto di Ravenna, un allevamento di bovini con oltre 600 vacche in mungitura, una produzione di latte prossima ai 90mila ettolitri l’anno, tutta conferita alla cooperativa Granlatte. Ma i numeri della cooperativa Libertà e Lavoro di Ravenna da soli non sono sufficienti a descrivere una realtà zootecnica in piena innovazione, che di recente ha investito sulla digitalizzazione della stalla con robotizzazione della mungitura.
“La stalla con la nuova sala di mungitura robotizzata è già attiva dal 2023 e ha portato a una vera e propria evoluzione nel lavoro zootecnico – dichiara il neo presidente Guido Bianchi – si tratta di un percorso innovativo che ha cambiato anche l’inserimento di alcuni profili tra gli addetti. Ad esempio, sono impiegati diversi laureati e diplomati, sia uomini che donne, perché vanno gestite competenze differenti rispetto a una stalla tradizionale. La robotizzazione consente poi di monitorare i dati sulla qualità del latte in tempo reale e lo stato di salute dell’animale. L’approccio al digitale non deve comunque far pensare ad una autogesione macchina-animale. La presenza umana è ancora fondamentale, molto più specialistica, ma senza sottovalutare l’aspetto relazionale con gli animali, perché le vacche stanno bene quando si fidano degli operatori”.
La cooperativa ha investito molto (e continuerà a investire) nel benessere animale: lo scorso giugno è pressoché terminata la costruzione di una nuova stalla, ideata non per incrementare il numero dei capi ma per aumentare lo spazio alla mandria. È attrezzata con sistemi di ventilazione e doccette per il raffrescamento. “L’associazione tra investimento nel digitale e investimento in un ambiente più spazioso favorisce il benessere e quindi la salute psico-fisica delle vacche in lattazione. E quest’ultime – aggiunge Bianchi – ricambiano con una produzione di latte di migliore qualità”.
Per la sostenibilità ambientale la cooperativa ha puntato sulle energie rinnovabili. Grazie a un biodigestore trasforma le deiezioni animali in energia elettrica e concime per i campi, mentre con i pannelli fotovoltaici posti sui tetti di fienili e stalle riduce la dipendenza energetica esterna. Nel 2025 è prevista l’entrata in funzione di un nuovo impianto fotovoltaico, finanziato in parte con la misura “Parco Agrisolare” del Pnrr, portando così la potenza complessiva a circa 1,684 Mw, vicina all’autosufficienza energetica.
Anche la gestione delle rinnovabili richiede figure professionali specialistiche, certamente diverse da quelle dei 26 braccianti, boari e mezzadri che il 14 ottobre 1950 costituirono a Castiglione di Ravenna la cooperativa “Libertà e Lavoro”. “La solidità di questa cooperativa oggi – conclude il presidente – la si deve soprattutto a chi, in tempi difficili, ha saputo, con poca o nessuna retribuzione, essere veramente ‘cooperatore’ lasciando una eredità di valori (e di patrimonio) alle nuove generazioni”.
Oggi la cooperativa dà lavoro infatti a 32 persone, in prevalenza soci lavoratori, mentre 77 sono i soci complessivi, tra i quali i soci sovventori (molti di essi sono stati in passato soci cooperatori) e un socio finanziatore.