Le pere dell’Emilia-Romagna hanno un nuovo alleato: è “IRRIGATE”, il progetto coordinato da CRPV – Centro Ricerche Produzioni Vegetali di Cesena (FC) e realizzato da un team composto dall’Organizzazione di Produttori Apo Conerpo, dal CER – Canale Emiliano-Romagnolo, dall’Università Politecnica delle Marche, dal Consorzio Fitosanitario di Modena e da Astra Innovazione e Sviluppo. Obiettivo: salvaguardare un’eccellenza regionale come la pera Abate Fetel, fortemente colpita dalle gelate primaverili e oggetto di una moria in diverse areali della regione, e risparmiare la materia prima più preziosa: l’acqua.
“Negli ultimi anni – spiega Daniele Missere, responsabile di progetto per il CRPV -, in diverse importanti aziende agricole specializzate nella coltivazione del pero collocate nelle aree più vocate come Modena, Ferrara, Bologna, Ravenna e Reggio Emilia, abbiamo assistito a diffuse ed estese morie delle piante, in apparenza non attribuibili a specifiche malattie o parassiti. Un problema che colpisce soprattutto le produzioni di pere Abate Fetel che rappresenta la varietà più coltivata in regione e quella più duramente colpita dalle gelate della scorsa primavera. Uno scenario che ci ha spinti a intervenire a sostegno di una produzione essenziale per l’Emilia Romagna, sia dal punto di vista economico che sociale, e che va tutelata dagli effetti dei cambiamenti climatici”.
Il punto di partenza sono stati i dati e le analisi svolte a partire dal 2018 dall’ufficio tecnico di Apo Conerpo, insieme al Consorzio fitosanitario di Modena, da cui è emersa l’ipotesi che la moria possa essere causata da un surplus d’irrigazione messo in atto, in piena buona fede, dai produttori. Una risposta istintiva e basata sul buon senso a estati sempre più calde e, soprattutto, sempre più siccitose. In seguito al cambiamento climatico, infatti, negli ultimi 15 anni le precipitazioni, per distribuzione e intensità, sono evidentemente cambiate e soprattutto nel periodo estivo si registra una chiara perdita dei millimetri di pioggia caduti nella nostra Regione. A partire degli anni ’80, inoltre, le temperature medie sono gradualmente aumentate, con picchi al di sopra di 35 °C sempre più frequenti.
Nei prossimi due anni l’obiettivo di IRRIGATE sarà quello di confermare l’eventuale legame fra moria ed eccesso di apporto d’acqua e definire un nuovo modello di irrigazione efficace ed efficiente, che preservi i peri e permetta di risparmiare la maggior quantità di acqua possibile. Ma non solo. “In base ai risultati delle analisi e delle prove che saranno realizzate nei prossimi due anni – prosegue Missere - IRRIGATE intende mettere a punto linee guida per consentire ai produttori di realizzare nuovi impianti di pero e per gestire quelli già esistenti nell’ottica di ridurre i consumi di acqua e prevenire o limitare la moria delle piante”.
Sostenibilità al centro, dunque: “Questo progetto intercetta i tre pilastri della sostenibilità – conclude Missere -: quella ambientale, puntando a una razionalizzazione e a un risparmio d’acqua, ma anche quella etica ed economica, sostenendo una produzione essenziale per il tessuto socio-economico regionale. In Emilia-Romagna, infatti, vengono prodotte il 70% delle pere made in Italy che corrispondono al 30% della produzione totale europea. Un settore che impiega migliaia di persone per centinaia di migliaia di giornate di lavoro ogni anno e che, a seguito del cambiamento climatico, è sempre più minacciato nella sua sopravvivenza”. A questi obiettivi si affianca anche un lavoro sulle generazioni future: il progetto prevede infatti anche una serie di lezioni volte a sensibilizzare gli studenti dell’Istituto Tecnico Agrario “Ignazio Calvi” di Finale Emilia (MO) all’importanza che la frutticoltura riveste nel loro territorio, con particolare riferimento all’uso razionale e sostenibile dell’acqua.