Il vino emiliano-romagnolo? Bianco, rosso, rosé, ma soprattutto, sempre più “green”. Merito di “VIVI PLASTIC FREE”, progetto presentato da RI.NOVA, società specializzata nella ricerca scientifica in ambito agroalimentare di Cesena, in collaborazione con l’Università di Modena, Cantine Riunite&CIV, Caviro, Terre Cevico, oltre a diverse aziende agricole nel territorio regionale, Irecoop, Sabiomaterials e l’Associazione il Ventaglio di ORAV. Un progetto ambizioso che punta a ridurre la presenza di plastica nel vigneto e in cantina fino al 60%, sostituendola con nuovi materiali ricavati dagli scarti della produzione vitivinicola.
“Nella filiera vitivinicola la plastica convenzionale viene utilizzata principalmente per la produzione di tappi per la chiusura di vini e per la realizzazione di legacci da utilizzare sulle viti in fase di allevamento, potatura e nel caso di innesti – spiega Giovanni Nigro responsabile di progetto per Ri.Nova –: con il progetto ‘VIVI PLASTIC FREE’ vogliamo più che dimezzare l’utilizzo di questo materiale, sostituendolo con un biofiller, un nuovo prodotto sostenibile da un punto di vista ambientale ed economico, creato dagli scarti della produzione vitivinicola e che può essere trasformato attraverso un processo replicabile su scala industriale”.
Progetto ammesso a contributo nell’ambito del PSR 2014-2020 dalla Regione Emilia-Romagna, Tipo di Operazione 16.1.01 – Gruppi operativi del Partenariato Europeo per l’Innovazione: “produttività e sostenibilità dell’agricoltura” Focus Area 3A, “VIVI PLASTIC FREE” parte dalle solide basi poste dal progetto “SOSTINNOVI”, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna nel triennio 2016-2018, che “ha permesso di individuare il metodo più efficace di produrre il biofiller e di studiarne le possibili applicazioni – prosegue Nigro -. Ora l’obiettivo è quello di tradurre questi risultati in realtà, producendo e utilizzando nuovi legacci biodegradabili e nuovi tappi ecosostenibili che vadano a sostituire quelli attualmente utilizzati, realizzati in plastica convenzionale”.
Nuova vita per prodotti di scarto, quindi, nel solco dei principi dell’economia circolare: “La sostenibilità ambientale ed economica oggi è cruciale per qualunque settore produttivo e la filiera vitivinicola non fa eccezione – spiega Nigro -: il comparto sta affrontando l’aumento dei costi delle materie plastiche che ha colpito tutti i settori e, fino a oggi, è stato costretto a gestire i notevoli costi di smaltimento degli scarti di produzione. Grazie a VIVI PLASTIC FREE le aziende potranno recuperare sottoprodotti di campo e di cantina per valorizzarli economicamente e, nel contempo, utilizzare materiali ecocompatibili, biodegradabili e/o compostabili, con un impatto positivo sull’ambiente e sul pianeta”. I tempi di realizzazione? Molto brevi: “Il progetto – conclude Nigro - prevede l’applicazione di tecniche e metodologie innovative già mature dal punto di vista scientifico. Sono convinto che la loro trasferibilità alle imprese del settore potrà avvenire in tempi molto rapidi”.