Sara Pascucci è responsabile della comunicazione di Caviro dal 2015 e manager della sostenibilità dal 2021. Forlivese, classe 1983, ha cominciato a lavorare per il Gruppo faentino nell’anno dell’Expo di Milano, dopo 6 anni di impegno per un’agenzia milanese specializzata in pubbliche relazioni, comunicazione ed eventi. “Sono entrata nel mondo del lavoro nel 2009, a 26 anni, dopo la laurea in Economia aziendale - racconta -. La mia primissima esperienza è stata a Parma, nell’area comunicazione di Barilla, dove sono arrivata grazie a un collegamento con l’Università. Lì ho capito che la comunicazione era la mia strada”.
Dopo il trasferimento a Milano è cominciato il lavoro in agenzia: “un’esperienza forte dal punto di vista della visione. Ho lavorato con tante grandi aziende e associazioni di categoria in qualità di ufficio stampa, organizzazione di eventi e sviluppo area digital - spiega -. Ho fatto un’esperienza diversificata nel mondo food, consumer, arredamento. Inizialmente è stata dura, soprattutto dal punto di vista contrattuale, considerando il costo della vita a Milano”.
Infine, l’approdo in Caviro nel 2015 e il rientro in Romagna: “Dal mio ingresso in Caviro abbiamo lavorato su tutta l’architettura istituzionale, logo, contenuti, linee guida, eventi, e poi abbiamo sviluppato la comunicazione di prodotto digital per i brand principali. L’ultimo tassello di questo percorso è stato diventare manager della sostenibilità, tematica che mi è sempre interessata, fin dalla tesi sulla responsabilità sociale di impresa, e che fa parte del dna di Caviro. Qui infatti si parla di economia circolare da anni, ben prima che questa parola diventasse di uso comune”.
Oggi Sara Pascucci lavora in team con altre 5 persone e l’ufficio comunicazione ha un’età media di 35 anni. Dal punto di vista generazionale, Caviro ha una visione precisa e tra i prossimi obiettivi dell’azienda c’è quello di individuare prassi strutturate che favoriscano il passaggio di testimone. “Il cambiamento c’è e si sente - evidenzia Pascucci -. Oggi in Caviro ci sono tantissime persone giovani anche alla guida di diversi settori, ma la vera sfida è la business continuity, cioè far lavorare bene insieme generazioni differenti e fare sì che la formazione agisca come collante. Questo è tra gli obiettivi che l’azienda si è data nel prossimo triennio”.
Anche se in Caviro c’è una visione legata al ricambio generazionale e alla parità di genere, il settore in cui l’impresa opera, quello agroalimentare, sconta ancora molti pregiudizi. “Se sei donna e sei giovane devi costruirti una credibilità ogni giorno perché parliamo di un comparto prettamente maschile e con un’età media tra le più alte - conferma Pascucci -. In più, il campo della comunicazione è ancora spesso considerato uno spazio alla portata di tutti, in cui non servono competenze tecniche specifiche o visione strategica. Affermarsi è difficile, bisogna lavorare parecchio. Ma dipende da come affronti le cose - conclude -: puoi sentirti penalizzata oppure puoi decidere di guardare oltre e lavorare con determinazione andando avanti per la tua strada, lasciando parlare fatti e risultati”.
*articolo tratto da “In Piazza”, gennaio 2022