Quando un’impresa è in crisi il fallimento deve essere considerato l’ultima ed estrema possibilità: è questo il principio che sta alla base del nostro ordinamento e che ha convinto Confcooperative Romagna e l’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Rimini ad organizzare un approfondimento dal titolo “Strumenti cooperativi a supporto della crisi d’impresa. Dal Wbo alla Cooperativa artigiana, le soluzioni per partire e per ri-partire”. “L’azienda è un bene comune, produce ricchezza per le persone cui dà lavoro ma anche per l’intero territorio - ha detto Giuseppe Savioli, Presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Rimini -. Per questo motivo il Nuovo codice della crisi e dell’insolvenza prevede il fallimento come soluzione residuale e questo convegno è stato impostato proprio su questo principio”.
L’approfondimento si è svolto a Rimini nel pomeriggio di giovedì 12 maggio ed era aperto soprattutto agli iscritti all’Ordine dei Commercialisti per informarli sulle tante soluzioni che il sistema cooperativo può mettere in campo per salvare le imprese in crisi: “Il sistema della cooperazione supportato dagli strumenti finanziari di CFI e Fondosviluppo può fare tantissimo - ha spiegato Pierpaolo Baroni, funzionario Wbo di Confcooperative Romagna -. È chiaro che i lavoratori che scelgono di mettersi insieme per salvare la propria impresa devono essere adeguatamente formati e, oltre a questo, lo stesso progetto di impresa deve essere credibile e sostenibile. Dal canto nostro siamo possiamo seguire questi progetti passo passo e affiancarli sia nella costruzione del progetto di impresa che dopo la sua concretizzazione”.
“CFI società partecipata dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal sistema cooperativo che sostiene i workers buyout - ha evidenziato Mauro Frangi, presidente di CFI -. Li sostiene investendo sul capitale sociale ed erogando finanziamenti a lungo termine a tassi di mercato o a tassi agevolati. Oltre all’assistenza finanziaria mettiamo in campo assistenza progettuale e consulenziale fondamentale per i lavoratori di un’azienda in crisi che decidono di diventare imprenditori associati e riprendere in mano il loro futuro”.
Durante il seminario i partecipanti hanno potuto ascoltare le testimonianze di due cooperative che hanno rilevato l’attività d’impresa in crisi: Happiness, cooperativa che si occupa di moda di Rimini, e Raviplast, cooperativa industriale di Ravenna che opera nel segmento della lavorazione di materiali plastici. Entrambe sono workers buyout, ossia cooperative nate grazie alla volontà dei dipendenti che hanno rilevato grazie a una cooperativa un’attività di impresa prima in forte crisi.
“Quello di oggi - ha aggiunto il direttore generale di Confcooperative Andrea Pazzi - è stata un incontro per noi davvero importante perché ci ha consentito di dialogare con il mondo dei professionisti e approfondire alcuni strumenti cooperativi ancora non conosciuti da tutti. Quando i lavoratori hanno la voglia di intraprendere questo viaggio e l’idea di business è valida questi strumenti possono davvero fare la differenza per salvare posti di lavoro e sostenere l’economia dei territori”