Per il comparto dell’edilizia i primi sei mesi del 2022 sono stati caratterizzati da tre elementi che già avevano impensierito il settore nel 2021: SuperBonus 110%, aumento dilatato dei costi delle materie prime e mancanza di manodopera.
“Sul Bonus 110% sta scoppiando la ‘bolla’. Se lo scorso anno il boom delle commesse, legate ai bonus edilizi, aveva generato molta speculazione, con il conseguente aumento dei prezzi di materie prime e materiali edili, l’inizio del 2022 ne ha visto una vera e propria esplosione, mettendo in difficoltà molte imprese - spiega Andrea Vignoli, presidente della Cooperativa muratori e cementisti Faenza -. Ora la situazione si sta facendo ancor più complicata poiché si è aggiunta anche la difficoltà nella cessione del credito. Fortunatamente, non essendo la nostra cooperativa realizzatrice di ‘cappotti’ o impianti, abbiamo accettato solo pochissimi lavori che prevedessero il Bonus 110%, per i quali ci saremmo dovuti appoggiare a ditte terze, subappaltando gran parte delle opere”. La cooperativa aveva valutato svariate richieste di lavori da eseguire presso condomini, ma poi l’aumento vertiginoso dei prezzi dei materiali l’ha fatta desistere.
“Tante imprese dovranno decidere se confermare o no i lavori acquisiti - sottolinea Vignoli -. Temo che il 50% dei condomini che intendevano realizzare lavori di ristrutturazione usufruendo degli incentivi fiscali avranno difficoltà a raggiungere l’obbiettivo. Ad oggi ci sono aziende che si sono finanziariamente esposte con l’acquisizione dei crediti che rischiano serie difficoltà economiche”.
Per quanto riguarda invece il continuo aumento del costo dei materiali, nonostante il recente aggiornamento del Tariffario Regionale e la revisione prezzi prevista dal Decreto aiuti 2022 per i contratti pubblici “la situazione sembra non trovare soluzione - continua - visto che il tariffario rimane sempre un passo indietro rispetto a un mercato che, non solo a causa dell’altissimo costo dell’energia ma anche della forte speculazione causata dalla grande richiesta, non accenna a stabilizzarsi”.
Insomma, “è una fase in cui regna l’incertezza - prosegue il presidente -. Anche per via dei ritardi nella consegna dei materiali, che in parte dipendono ancora dalla pandemia e in parte dalla guerra. Il rischio, purtroppo, è che la situazione non muti fino alla fine del 2022”.
Lo scorso anno Cmcf aveva annunciato un nuovo progetto nell’Area Italgas di Faenza, un intervento immobiliare in via Malpighi su due fabbricati: “Visti gli aumenti sconsiderati dei prezzi dei materiali, abbiamo deciso di temporeggiare per evitare di incorrere in costi aggiuntivi che avremmo dovuto ribaltare sui clienti finali” conclude il presidente di Cmcf.