Opportunità e possibilità: educare attraverso la scoperta

Opportunità e possibilità: educare attraverso la scoperta

Le esperienze educative dei servizi scolastici della cooperativa Il Millepiedi raccontate da Sara Savoretti, Coordinatrice Area Infanzia ‘Il Millepiedi' Cooperativa Sociale.

giovedì 25 agosto 2022

“Quando sono fuori mi piace prendere le cose della natura. L'altro giorno nella ‘salitina' ho trovato due uova di merlo azzurre; lo so perché a scuola guardiamo il libro scientifico che lo dice” (Alessandro, 5 anni).

 

Immaginate un gruppo di bambini e bambine con i loro insegnanti in uno spazio verde, illuminato dal sole di fine aprile, il cielo azzurro con qualche nuvola bianca. Giocano liberi: chi cerca lombrichi, chi costruisce dei rifugi con foglie e canne; qualcuno legge o cerca delle “galle” sotto le querce o corre per un sentiero, facendo prove di equilibrio, velocità e forza. Impegnati in un processo di apprendimento più o meno visibile. Gli adulti? Strano non vederli controllare, programmare o dirigere; ci sono, ma non si notano: osservano, prendono appunti, pronti a cogliere ogni stimolo portato dai più piccoli per rilanciarlo e dare il via a nuove possibili scoperte.

 

In un piccolo paese invece un gruppo di bambini cammina con le insegnanti per le vie del centro. Visiteranno delle grotte accompagnati dal signor Luciano, che svelerà segreti e leggende della tradizione di quel luogo.

 

Se invece scendiamo in riva al mare troviamo bambini e bambine dai 18 mesi ai 6 anni. È la loro aula all'aperto. L'aria è frizzante, l'estate è lontana, ma con le tutine termiche si sta bene, si possono raccogliere conchiglie e i legni che il mare porta a riva; costruire castelli; scavare buche sotto il gazebo; fingere di essere marinai che pescano sulla “barca-moscone” a disposizione nel nostro spazio gioco.

 

Questi sono solo alcuni degli scorci che caratterizzano la quotidianità delle scuole della cooperativa sociale Il Millepiedi; sono il risultato di un percorso formativo che ha trasformato lo sguardo sugli spazi esterni, per lasciare ai bambini più libertà, con gli adulti in un ruolo di supporto, promozione e sostegno. Materiali naturali, condizioni atmosferiche, luoghi selvatici […] sono tutte condizioni da non trascurare per valorizzare le esperienze (Schenetti, 2013). Boschi, giardini, parchi non si conoscono restando a scuola o in casa: l'esperienza diretta non può essere sostituita, ma è necessario immergersi nell'ambiente che ci circonda per cercare opportunità di apprendimento che possano ampliare il nostro panorama educativo. In questa prospettiva il bambino è pensato come soggetto attivo e significativo […] in una concezione di bisogno che ha senso e significato anche in una proiezione futura (Bertolini, 1984).

 

L'ambiente esterno e il corpo del bambino in libera relazione con esso sono elementi sostanziali nella dimensione della qualità della vita dell'infanzia. L'insegnante osserva e progetta: è preparato per riconoscere queste caratteristiche, tradurle in comportamenti pensati ma aperti all'imprevedibilità e alla dinamicità della relazione educativa. Uscire dalle “mura” scolastiche ha significato per molti insegnanti comprendere che non c'è nulla che si perda lasciando tempo e spazio al fare, all'osservare, all'ascoltare. Nella consapevolezza che c'è molta differenza tra progettare esperienze e programmare attività.

 

La formazione nei nostri Servizi Educativi è iniziata nel 2012: ha coinvolto, con l'obiettivo di creare una vera e propria comunità educante, insegnanti, educatori e ausiliarie, e ha toccato temi come outdoor education, comunicazione non violenta; scoprendo i pedagogisti dell'Educazione Nuova, fino alla ‘Summerhill School' di Leiston e all'approccio di Alexander Neill, con esempi concreti di “educazione incidentale”.

 

Lasciamo la parola ai nostri docenti. Antonella Guidi, Scuola sul Mare-Polo Infanzia 0-6 di Rimini, sottolinea che “lavorare con l'educazione incidentale significa programmare gli obiettivi educativi da raggiungere, senza pianificare in modo rigido il percorso, lasciando spazio alla partecipazione attiva dei bambini, alla loro creatività, ai loro saperi acquisiti”. Parole che si intrecciano con quelle di Chiara Colonna, Scuola Infanzia Don Luigi Massani di San Savino: “Quando usciamo dalla scuola divento accompagnatrice e insieme ai bambini mi pongo come esploratrice, verso esperienze imperfette, imprevedibili ma vere dove il rischio è possibilità e va incontrato. Quando rientriamo porto con me sguardi, dubbi e domande che diventano materiale per la progettazione”. Per Emanuela Morri, Scuola Infanzia Don Giovanni Marconi di San Vito, “l'educazione incidentale è leggere il bisogno del bambino, cogliere ciò che spesso è fra le righe; è rispondere alle sue domande utilizzando tutti gli spazi a disposizione; è un'esperienza viva”.

 

Come coordinatrice pedagogica dell'Area Infanzia de Il Millepiedi mi sento fortunata: questa ‘storia' è possibile grazie alla voglia di mettersi in gioco di tutti, in primis di insegnanti ed educatrici che hanno saputo sperimentare con entusiasmo un modo diverso di “fare scuola”, cogliendo le sfide e le proposte incontrate come opportunità e possibilità di crescita per tutti. La strada è ancora lunga, noi siamo in cammino.