Il 14 ottobre sono ricorsi i 72 anni dalla fondazione della cooperativa agricola Libertà e Lavoro di Ravenna. Il direttore tecnico Gabriele Zavatta racconta l’evoluzione del lavoro zootecnico e spiega le prospettive per il futuro, complice anche l’imminente partenza della nuova sala di mungitura al Centro Zootecnico a Sant’Alberto di Ravenna.
Zavatta, quali sono i passaggi-chiave nella crescita della cooperativa, che oggi produce 72mila ettolitri di latte all’anno e ha un allevamento di circa 1070 capi?
“Sicuramente la scelta più azzeccata è stata quella di focalizzarsi sulla produzione di latte vaccino, abbandonando le attività di vivaismo e frutticoltura. Siamo stati in grado di prevedere e rispondere alle esigenze del mercato. Anche impegnarci da subito in un business attento alla sostenibilità ambientale è stata una decisione che oggi ci permette di continuare a investire in questa direzione”.
In che modo Libertà e Lavoro si è adeguata alla necessità di rendersi sostenibile dal punto di vista ambientale?
“Produciamo energia da fonti rinnovabili: sopra ai tetti di stalle e fienili sono installati pannelli fotovoltaici; abbiamo un impianto a biogas alimentato a biomasse prodotte in azienda e dalle deiezioni della mandria. Il foraggio viene coltivato in gran parte sui 450 ettari di terreno attorno alla stalla, quindi con un basso impatto ambientale. A chiudere il cerchio di questo modello di economia circolare c’è l’utilizzo del prodotto di risulta del biodigestore, che diventa concime”.
Entro fine anno si concluderanno i lavori per la nuova linea di mungitura meccanizzata: di cosa si tratta e perché avete fatto questa scelta?
“Si chiama batch milking, è una sala dotata di robot che svolgono le operazioni di mungitura al posto dell’uomo. Le vacche vengono accompagnate in una sala di attesa e poi, in maniera volontaria, accedono ai robot. Tre anni fa ci siamo resi conto di avere difficoltà a reperire manodopera specializzata, così abbiamo deciso di risolvere facendo un passo in avanti in funzione anche del benessere animale: il robot, a differenza dell’uomo, opera in tempi e modi standard e questo si traduce in meno stress per l’animale, di conseguenza anche in una maggiore produttività. Inoltre, il robot raccoglie in tempo reale i dati sulla qualità del latte, permettendo di monitorare le condizioni di salute della bovina e intervenire prima dell’insorgere delle malattie”.
Quali sono gli obiettivi per il futuro?
“Nel breve periodo abbiamo in programma la costruzione di una stalla nuova e un aumento della mandria di circa 150 capi. L’obiettivo è raggiungere i 100mila ettolitri annui di produzione. Nei prossimi anni vorremmo aumentare la superfice irrigua dell’azienda da 260 a 320 ettari: il clima è notevolmente cambiato e non possiamo permetterci carenza o cattiva qualità degli alimenti a causa della siccità, ne andrebbe di mezzo la salute degli animali”.