È il 24 febbraio 2020 ed è già pomeriggio quando la compagnia Teatro Europeo Plautino di Sarsina scopre che, quella sera, il sipario non potrà alzarsi. Niente Menecmi, niente Nuvole. Aristofane e Plauto devono attendere: in Italia il Covid ha appena iniziato la sua corsa. Si ferma, invece, la compagnia di Cristiano Roccamo, una media di 30mila spettatori all’anno, 200 spettacoli portati in scena in tutta Italia, matinèe di grandi classici nei teatri per gli studenti di liceo. Dal quel momento saranno tre anni difficili, come ricorda il regista e attore in questa conversazione, mentre la sua compagnia è in Toscana, ad Altopascio, in scena, oggi come - avrebbe dovuto essere - allora, proprio con Le Nuvole di Aristofane, oltre al Miles gloriosus di Plauto.
“Dopo tre anni difficili - racconta Roccamo, fondatore e direttore artistico di TEP - questa è la ripartenza vera. Solo da marzo 2022 siamo andati in scena con continuità, ma con le mascherine. E ridere così è difficile, si perde l’effetto catartico. Ora, invece, siamo di nuovo nei teatri, senza paura”. Nella compagnia, però, qualcosa è cambiato: “Da un lato si è sfilacciata - due o tre elementi hanno dovuto cambiare lavoro, per necessità - dall’altro riconsolidata”. Come è stato ricominciare? “La piazza, il palcoscenico: un’emozione autentica, ma anche una rinascita. Perché la nostra categoria - i lavoratori dello spettacolo - è stata la più vessata dalla pandemia. In tanti in Italia sono stati costretti a reinventarsi”. Dalla politica, sottolinea Roccamo, sono arrivati pochi aiuti, ma il pubblico dei ragazzi e dei docenti dei licei italiani non vedeva l’ora di tornare in platea. “Una risposta eccezionale: se nella stagione mai conclusa 2019-2020 la previsione era di battere il record di 30mila spettatori, quest’anno è di 36mila”. Un alto indice di gradimento, perché “Plauto lo trovano attuale, a prescidere che abbiano letto o meno il testo: il tipo fisso plautino fa sempre ridere perché la società contemporanea ne è piena; il senex - l’uomo anziano, ricco, con forte attrazione sessuale per le giovani donne - ci è famigliare”. Aristofane? “È più complesso, satirico. Infatti ‘Le Nuvole’ lo proponiamo solo a chi fa il classico, ma ci chiamano anche da Scienze Umane”. La classicità è per tutti? “Secondo me sì. Quando mettiamo in scena la Mandragola di Machiavelli, in sala si siedono tanti studenti di istituti tecnici e professionali. Andare a teatro è utile perché aiuta a sviluppare il senso critico: non ne abbiamo bisogno tutti?”. I ragazzi come vivono il teatro? “Molti entrano in sala immusoniti: ‘Il teatro è noioso, troppo intellettuale’, dicono; sono lì perché costretti; quando entrano respiri anche tu il loro obbligo; alla fine ringraziano i prof, escono con il sorriso. Ciò è per me fonte di grande motivazione”.
Vi sentite sostenuti? “A livello regionale abbiamo finalmente avuto accesso ad un finanziamento per realtà culturali di poco più di 26 mila euro. È un buon aiuto. Il Comune di San Giovanni in Marignano ci elargisce invece un contributo di 20mila euro per la gestione e direzione del Teatro Massari. Eppure, dopo anni di attività e di riconoscimenti, siamo stati ancora una volta esclusi dai fondi ministeriali, pur avendone tutti i requisiti, senza una motivazione vera”. “Le realtà teatrali - continua Roccamo - dovrebbero essere finanziate non a livello qualitativo, ma per i contributi che versano. Altrimenti il sistema non è democratico, ma si basa sul giudizio di un terzo che magari non conosce nemmeno il nostro lavoro”. Come il progetto ‘Plauto nelle Scuole’, patrocinato da Commissione Europea, Rappresentanze Italiane di UNESCO, Pontificio Ufficio per la Cultura; oltre alla gestione del Teatro Massari di San Giovanni in Marignano ealla cura della stagione teatrale del Teatro Moderno di Savignano.
Ma sul tavolo di Roccamo ci sono altri temi importanti da dibattere nell’agorà: il taglio dell’IRAP e la lotta alla precarietà. Perché il Teatro Europeo Plautino, proprio come i drammaturghi dell’antichità, non teme il confronto con la politica.