Miriam Nardone, insieme a Riccardo Nascè, è responsabile del servizio per la Certificazione di genere (UNI/Pdr 125:2022) in Confcooperative Romagna. Insieme a Nascè si occupa della formazione, dell’analisi documentale e informativa e della consulenza alle cooperative. In questi primi mesi di operatività del servizio ha raccolto i principali punti di forza del percorso.
Qual è la domanda più frequente che ricevete sul tema della certificazione di genere?
“La prima domanda che ci fanno sempre è: ma ne vale davvero la pena? E la nostra risposta è sì. Perché, a parte gli sgravi contribuitivi e i punteggi negli appalti, come in tanti altri processi di questo tipo, il percorso di certificazione restituisce una mole importante di informazioni sull’organizzazione. Informazioni utili per migliorare l’attività e per individuare i punti di forza e di debolezza della struttura. Inoltre, è anche una questione etica e di giustizia sociale, elemento molto sentito soprattutto in cooperativa”.
Può dirci di più?
“Quando raccogliamo i documenti e le informazioni, otteniamo un patrimonio informativo corposo. La Cooperativa ha la possibilità di indagare le condizioni di tutta la popolazione aziendale, in particolare quella femminile, su tematiche importanti quali la tutela della genitorialità, opportunità di carriera ma anche su tutto il processo di selezione e assunzione”.
Com’è strutturato il servizio?
“In due fasi: una di gap analysis e una di consulenza. Nella prima accompagniamo l’impresa nel capire lo stato di conformità ai requisiti richiesti e contestualmente valutiamo il punteggio ottenuto rispetto agli indicatori. Nella seconda fase assistiamo l’impresa a colmare le mancanze rilevate nella prima fase di analisi”.
In che modo aiutate l’impresa ad adeguare i propri assetti?
“La nostra assistenza è completa e prepara le aziende all’audit dell’ente certificatore. Un punto a nostro favore è la multidisciplinarietà perché, a volte, ci vuole creatività intersettoriale per capire cosa implementare e in che modo farlo per ottenere i risultati migliori. Occorre pensare fuori dagli schemi per modificare prassi consolidate e il team di Confcooperative Romagna, che ha competenze trasversali, può mettere in campo un’assistenza completa. Abbiamo una squadra importante e formata e non dobbiamo richiedere consulenze esterne”.