Fedagri Confcooperative Romagna: acqua e frane hanno colpito il 49% della superficie agricola regionale

Fedagri Confcooperative Romagna: acqua e frane hanno colpito il 49% della superficie agricola regionale

In una prima stima si parla di 1,5 miliardi di euro di danni, ma non si sa ancora quanti raccolti saranno compromessi.

lunedì 26 giugno 2023

Una stima definitiva dei danni che l’alluvione ha provocato all’agricoltura romagnola è ancora oggi molto difficile. Se alcuni danni sono stati evidenziati rapidamente, come ad esempio quelli occorsi a merci e attrezzature, cosa diversa sono quelli che riguardano alcuni campi coltivati, in modo particolare frutteti e vigneti ma anche cereali e orticole.

In molti casi infatti non è ancora chiaro se le piante resisteranno o si seccheranno, se ci sarà solo un calo produttivo o se i prodotti che eventualmente riusciranno a maturare saranno di qualità adeguata per essere immessi sul mercato. Su frutteti e vigneti, Realdo Mastini, coordinatore di Fedagri Confcooperative Romagna e presidente di Orogel Fresco, spiega: “I danni effettivi si potranno stimare solo fra qualche settimana. Ad oggi abbiamo già constatato che, in alcuni casi, le varietà che stanno portando avanti la maturazione sono in sofferenza e il prodotto tende a crepare quindi è qualitativamente compromesso”.

L’alluvione ha colpito il 49% della superficie agricola regionale per un totale di 21mila aziende agricole di cui il 29% nei comuni con allagamenti e il 19% in quelli con frane. La situazione più critica è nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e Bologna dove già una prima stima solo dei danni diretti diffusa dalla Regione ha parlato di oltre 1,5 miliardi di euro. Di questi fanno parte, ad esempio, i magazzini di stoccaggio dei cereali allagati o distrutti, gli allevamenti che hanno perso dei capi a causa dell’alluvione, gli stabilimenti di lavorazione dei prodotti alluvionati.

Sempre sul livello produttivo la situazione è estremamente variabile a seconda dei comparti: le superfici coltivate a cereali, semi oleosi, sementiere e orticole (circa 150mila ettari, il 30% della superficie regionale) avranno probabilmente danni solo per questa stagione. Nei cereali che non sono andati distrutti, prossimi alla maturazione, si svilupperanno malattie fungine che ne limiteranno la produzione e la qualità, solo a raccolto avvenuto si riuscirà a capire il danno. Più difficile la situazione per le orticole, quasi tutte in fase iniziale di vegetazione, rimanendo anche pochi giorni sott’acqua sono compromesse, ad esempio pomodoro e patata. Mentre i frutteti e i vigneti, con oltre 80mila ettari di ortofrutta finiti sott’acqua, avranno danni anche a lungo termine perché gli impianti che dovranno essere ricostituiti necessitano di circa 4 anni per arrivare a produzione.

Ma ci sono anche i danni non ancora stimati e dovuti all’impossibilità di lavorare. Uno tra tutti quello occorso alla Pollo del Campo che a causa di una frana tra Galeata e Santa Sofia (Fc) ha avuto gli stabilimenti fermi per oltre una settimana: “Parliamo di due stabilimenti in cui si macellano 110mila polli al giorno e in cui lavorano 1700 dipendenti - ha raccontato Guido Sassi, presidente di Avicoop, nei giorni di fermo produttivo -. Il macellato non può partire e sta andando a male nelle celle perché non possiamo ritirarlo e consegnarlo ai clienti; il vivo non può essere lavorato perché non può arrivare in stabilimento”.

Di casi come questi, più o meno gravi, ce ne sono a decine ed è anche per questo che ad oggi è quasi impossibile una stima complessiva dei danni a un comparto così eterogeneo e così importante per l’economia territoriale.

“Ogni organizzazione di produttori sta agendo con grande intensità. Per quanto riguarda l’ortofrutta richiederemo sicuramente di poter utilizzare i fondi Ocm per intervenire sui campi che erano appena stati impiantati e che sono stati distrutti dall’alluvione” conclude Mastini.

 

Nella foto un vigneto di un socio della cooperativa Agrintesa allagato