L’edilizia cooperativa romagnola non ha subìto danni diretti dall’alluvione e, a parte qualche cantiere allagato ma prontamente ripristinato, la situazione è sempre stata sotto controllo. Diversa la situazione personale di soci e lavoratori che in molti casi hanno avuto le abitazioni allagate o che si trovano impossibilitati a lavorare a causa delle frane che hanno isolato intere comunità dell’Appennino.
Anche dal punto di vista del lavoro le ultime settimane di maggio, vista la situazione generale, sono state abbastanza tranquille: “Le persone che hanno avuto danni aspettano risposte dallo Stato nella speranza di ricevere risorse per ripristinare le proprie abitazioni - spiega Andrea Galli, presidente della cooperativa Nuova Edilspada e referente di settore per Confcooperative Romagna -. Sono cominciate ovviamente le perizie ma servono soprattutto per comprendere l’entità dei danni così da poter richiedere prontamente eventuali risorse”.
Quello che è certo è che quando la ricostruzione avrà inizio ci sarà un deciso aumento di lavoro e con esso eventuali fenomeni speculativi. Così come è stato nel periodo post-covid e con il 110%: “La sensazione è che già in qualche caso si stiano verificando degli aumenti ulteriori delle materie prime. Non voglio dire che ci sia solo speculazione, le difficoltà del sistema logistico e dei trasporti sono innegabili, ma sono comunque fenomeni in agguato - aggiunge Galli -. A questo si aggiunge la preoccupazione che la ricostruzione, così come accaduto con il 110%, attiri sul territorio aziende poco strutturate che eseguono lavori di scarsa qualità o che ritirano acconti senza poi fare il lavoro o, ancora, che aprono un cantiere e poi non sono in grado di chiuderlo. È un fenomeno pericoloso perché riduce la qualità del lavoro e il rispetto delle regole, oltre a minare la credibilità del comparto”.
In questa fase è però necessario che il sistema Paese risponda anche ai bisogni dell’edilizia che, come tanti altri comparti, sta portando avanti con difficoltà il lavoro a causa dell’emergenza. Ciò che si richiede è soprattutto di posticipare le scadenze fiscali e di concedere moratorie sui mutui, oltre a posticipare i tempi di consegna legati al Superbonus: “Siamo in emergenza e stiamo dando una mano per gli interventi urgenti - spiega Galli -. Non vogliamo abbandonare gli appalti in essere e soprattutto non possiamo pensare che le persone perdano i bonus a causa di ritardi inevitabili”.
L’emergenza è arrivata in un momento particolare per l’edilizia. Le aziende arrivano da due anni molto impegnativi dal punto di vista della mole di lavoro e la fase di ricostruzione post-alluvione non alleggerirà le cose: “I costi delle materie prime sono ancora molto alti ed è difficile reperire manodopera, specializzata e non. Con il Superbonus stavamo ancora lavorando sui condomini ma nel secondo semestre del 2023 ci aspettavamo un rallentamento dell’impegno che, sicuramente, non avverrà. Sono anni strani, si lavora per ‘bolle’, ed è impossibile programmare il lavoro” conclude il presidente di Nuova Edilspada.