A partire da questo autunno la cooperativa Ceff di Faenza si è dotata del Modello Organizzativo 231, un insieme di protocolli che regolano la struttura aziendale e che comprende l’adozione del codice etico, di un sistema disciplinare, dell’organismo di vigilanza e di un insieme di procedure relative alle aree “sensibili di reato”. “La prima certificazione che abbiamo adottato in cooperativa è stata la certificazione di Qualità dei processi educativi cui è seguita la 14001 relativa al sistema ambientale - racconta Pier Domenico Laghi, presidente di Ceff -. Con il Modello 231 facciamo un ulteriore passo in avanti: si tratta di un sistema di procedure unico che integra trasparenza, correttezza gestionale, qualità e rispetto dell’ambiente e che abbiamo adottato sia come sistema di prevenzione dei reati sia per innalzare il livello di qualità dei nostri servizi”.
Ceff è una cooperativa sociale di tipo A e di tipo B. Ciò significa che realizza servizi socio-assistenziali ed educativi ma anche attività di inserimento lavorativo per persone con disabilità o in condizione di svantaggio. È nata a Faenza nel 1977 per organizzare attività ricreative estive per ragazzi e per le loro famiglie e dalla fine degli anni ’80 si è avvicinata alle attività destinate al sostegno e al supporto all’autonomia di persone con disabilità. Oggi dà lavoro a un centinaio di persone.
Tra i servizi rientranti nelle attività socio-assistenziali ed educative, in convenzione con il Comune di Faenza, ci sono il Centro socio-occupazionale il Sentiero, che ospita 25 utenti, e il laboratorio integrato occupazionale che impegna 11 utenti. “C’è poi una seconda area di attività che è quella che gravita intorno a Palazzo Borghesi Living Lab, progetto che promuove percorsi di autonomia, progetti legati al ‘dopo di noi’, attività di tempo libero - spiega il presidente -. Complessivamente Palazzo Borghesi coinvolge una cinquantina di utenti”.
L’area B della cooperativa, quella di inserimento lavorativo, comprende un settore meccanico del quale fa parte il laboratorio integrato e un’officina di macchine a controllo numerico. Entrambi i centri producono assemblaggi per conto delle imprese del territorio. A quest’area si aggiungono le attività del centro stampa digitale che, racconta Laghi, “si occupa soprattutto di processi di dematerializzazione di documenti tecnici e amministrativi per enti e imprese”, le pulizie civili e industriali e il nucleo di giardinaggio.
“Abbiamo gestito per diversi anni anche una bottega del consumo equo e solidale a Faenza. Dopo una positiva esperienza nell’ambito del progetto Botteghe Insieme con l’associazione Grd (Genitori ragazzi disabili) di Faenza abbiamo quindi deciso di creare insieme a loro una nuova impresa sociale. Sarà la nuova struttura a gestire la Bottega condivisa che continuerà a rivestire il ruolo di ‘palestra’ per l’autonomia e l’accompagnamento al lavoro di persone con disabilità” conclude Laghi.