Arriva direttamente da Rimini un nuovo esempio di workers buyout, cioè di una cooperativa di lavoro ricreata con gli ex dipendenti dell’azienda che hanno deciso di unire le forze per poterle darle futuro. È il caso di Caravantours, noto tour operator riminese specializzato in viaggi di gruppo, che dal 1° gennaio ha intrapreso il nuovo corso guidato dal presidente Marco Moretti e dal resto del CDA formato da Diana Moretti e Debora Ardini.
La decisione di dar vita alla cooperativa di lavoro è stata formalizzata a ottobre dopo che in estate i quattro soci storici di Caravantours spa avevano annunciato ai dipendenti la propria intenzione di ritirarsi, rifiutando di mettere l’azienda sul mercato e proponendo così ai dipendenti di costituirsi in cooperativa per rilevare la società.
“La prima reazione è stata di panico. Chi ha passato una vita da dipendente fatica a reinventarsi come imprenditore. Ci sono stati ripensamenti, passi indietro, discussioni: è stato un percorso lungo e accidentato” ha spiegato Marco Moretti a Il Resto del Carlino. “Poi, riunione dopo riunione, abbiamo trovato un accordo su questa forma societaria: una cooperativa in cui ciascuno dei venti dipendenti che hanno aderito al progetto avrebbe reinvestito una piccola quota di risorse finanziarie, provenienti dal Tfr o dall'anticipazione della mobilità (Naspi), garantita dall'Inps per agevolare questo genere di operazioni”.
“La storia di Caravantours farà sicuramente scuola, in quanto è un unicum a livello nazionale. Siamo davanti alla seconda operazione di workers buyout nel Riminese (la prima aveva riguardato il brand di abbigliamento Happiness, nel 2022, ndr), ma è la prima nel comparto turistico. Inoltre, non stiamo parlando di un'azienda in crisi, anzi: è solida e ha superato, nei numeri, i livelli pre-pandemia, È un caso, ancora assai raro in Italia, di WBO per ricambio generazionale” ha aggiunto al Carlino Pierpaolo Baroni, il responsabile workers buyout di Confcooperative Romagna che ha seguito e affiancato il percorso.
L’11 dicembre scorso l’azienda, che nel frattempo è tornata ai livelli pre-Covid con l’ultimo fatturato chiuso a quota 25 milioni di euro, è stata così ceduta alla cooperativa che ha iniziato la nuova avventura a gennaio.
“Siamo nella fase di programmazione per il 2024: le prenotazioni vanno bene, le prospettive sono incoraggianti. I clienti e fornitori hanno fiducia in noi e ciò ci rende ancor più motivati ad andare avanti e a fare del nostro meglio. È stata una scelta di responsabilità e partecipazione” commenta l'ex dipendente e neo-socia Diana Moretti.