Venerdì pomeriggio il Vice Presidente del Consiglio Antonio Tajani e la Ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini hanno incontrato Confcooperative Romagna nella sede di Agrintesa, cooperativa che si occupa di lavorazione di prodotti ortofrutticoli e vino e che associa 4.000 agricoltori in Emilia-Romagna muovendo oltre 400.000 tonnellate di prodotto (248.000 nel comparto ortofrutta e 156.000 nel comparto vino).
«Dobbiamo ringraziare i Ministri Tajani e Bernini perché è la seconda volta, in pochi mesi, che vengono in visita presso le nostre cooperative - ha detto Mauro Neri, Presidente di Confcooperative Romagna, facendo riferimento alla visita che avvenuta in Caviro, a Forlì, lo scorso 23 agosto -. Questo dimostra attenzione da parte del Governo al nostro territorio e per il nostro sistema cooperativo che è un elemento fondamentale del tessuto economico locale. Colgo l’occasione per ringraziare l’On. Rosaria Tassinari che ci di dimostra da sempre sostegno e attenzione».
Il Vicepremier e la Ministra, in regione per motivi di rappresentanza, sono stati prima in visita allo stabilimento di Castel Bolognese - dove Agrintesa si occupa della lavorazione del kiwi, uno dei prodotti più importanti per l’economia agricola territoriale - e poi si sono recati a Faenza dove una delegazione di 60 cooperatrici e cooperatori li hanno attesi per un confronto su alcuni temi che oggi sono all’attenzione del movimento cooperativo locale. Il confronto è stato aperto dal Presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini: «La vostra presenza qui oggi è un segnale tangibile della vicinanza del Governo a un territorio che negli ultimi mesi ha dovuto affrontare emergenze che hanno messo in seria difficoltà l’economia locale. Le alluvioni prima e il terremoto dopo hanno determinato uno shock sociale ed economico in un territorio chiave della food valley italiana dove la filiera cooperativa è una delle protagoniste assolute. Determinante nel settore primario e in quello dei servizi alla persona, ed è proprio grazie allo spirito cooperativo se siamo riusciti a reagire, a rialzarci e a tendere una mano al territorio. Ci sono ancora molti nodi da affrontare. I danni alle coltivazioni si ripercuoteranno per anni, così come quelli alle infrastrutture. L’azione di ricostruzione del generale Figliuolo è stata meritoria. Il generale ha dato priorità al ripristino e al consolidamento del territorio e delle infrastrutture. Ora chiediamo al Governo di intensificare gli investimenti per rilanciare le imprese e sostenere le famiglie, perché nessuno resti escluso».
«Il fatto che l’incontro di oggi sia avvenuto ad Agrintesa - ha aggiunto il Presidente di Confcooperative Romagna - aggiunge rilevanza all’evento perché il settore agricolo del nostro territorio sta vivendo un momento molto difficile. I cambiamenti climatici in atto - gelate primaverili, siccità, eventi calamitosi - hanno messo in ginocchio l’agricoltura romagnola. Come se non bastasse l’Europa, non tenendo conto della situazione, ci chiede proprio ora di spingere sulla transizione ecologica imponendo pratiche difficilmente attuabili nel breve periodo. Noi comprendiamo la necessità e vogliamo avere un ruolo da protagonisti in collaborazione con il Pubblico partendo però da una crisi del settore che vede alcune produzioni quasi azzerate a causa del clima. Se dovessero acuirsi anche le fitopatie il settore agricolo romagnolo, più che centrale per la nostra economia, potrebbe avere il crollo definitivo. Ai Ministri, al Governo, chiediamo di sostenere i nostri bisogni in Europa, anche sul fronte delle quote di mercato che negli ultimi anni, proprio a causa della scarsa produzione, sono state soppiantate da altre nazioni, Spagna e paesi del Nord Africa in prima battuta».
Un’altra tematica sulla quale si è concentrato il dibattito è legata alla cooperazione sociale: «L’aumento dei costi generali, cui si andrà presto ad aggiungere anche il rinnovo del contratto collettivo, ha messo in grave difficoltà le cooperative sociali che si occupano di servizi socio-assistenziali - ha spiegato Mirca Renzetti, Coordinatrice di Federsolidarietà Confcooperative Romagna -. Quello delle cooperative sociali è un mondo molto legato all’ente pubblico per cui chiediamo che già a partire dai prossimi mesi venga avviata una nuova fase di programmazione condivisa che tenga conto, oltre che di queste problematiche contingenti, anche del futuro dei servizi visto l’andamento demografico che ci impone di essere obiettivi e comprendere che presto ci saranno da gestire un numero sempre più alto di persone non autosufficienti. Non meno importante è il tema legato all’inserimento lavorativo di persone con disabilità o svantaggiate: il fatto che il contratto di riferimento sia messo in discussione nell’ambito dei servizi di igiene ambientale è un rischio per tutti i settori in cui operano le cooperative sociali di tipo b. Noi ribadiamo che la missione principale di queste cooperative è fare inserimento di soggetti fragili, un risultato che comporta anche un risparmio all’ente pubblico calcolato in circa 4.000 euro per persona. Noi vorremmo che questo sistema virtuoso non venga messo in pericolo e chiediamo che l’ente pubblico riconosca l'impatto sociale generato da queste imprese, ne riconosca il valore generato per la collettività e che le supporti ad esempio con appalti riservati e clausole sociali».