ORGANI

La firma è avvenuta lo scorso 25 giugno a conclusione di un tour cui ha preso parte anche l'assessora regionale Barbara Lori e organizzato da Appenninol'Hub e Figli del Mondo aps per far conoscere più da vicino la realtà dei territori e delle persone che animano la Valmarecchia, dove negli ultimi anni anche grazie al sostegno e all'impegno di Confcooperative sono sorte ben due cooperative di comunità: Fer-menti Leontine a San Leo e Incanti Delcesi a Casteldelci.

“Siamo molto soddisfatti dei risultati raggiunti dalle comunità della Valmarecchia - commenta Andrea Pazzi, direttore di Confcooperative Romagna -. Siamo davanti a un fenomeno che può diventare propulsore per una nuova economia delle aree interne e un nuovo sviluppo sostenibile che eviti lo spopolamento di territori così ricchi di storia, cultura e ambientazioni naturalistiche uniche al mondo. Un fenomeno che sta prendendo piede anche nelle grandi città per migliorare la vita delle zone più periferiche, come dimostra la storia di Pixel, la neonata Cooperativa di Comunità urbana del quartiere Viserbella a Rimini Nord. La nostra Unione territoriale continuerà a supportare e a promuovere il modello della cooperazione di comunità e stiamo già lavorando a nuovi progetti su altri territori romagnoli”.

L’iniziativa è stata promossa da Confcooperative Romagna, Confindustria Romagna e Legacoop Romagna e in corso d’opera ha coinvolto anche altre associazioni di categoria del territorio. Hanno aderito all’invito di Confcooperative Romagna una trentina di cooperative, tra cui la Bcc Ravennate Forlivese Imolese, Cofra, La Pieve, Forli Ambiente, Ceseco, Cem, Metis, le quali hanno colto l’opportunità di immunizzare oltre mille propri lavoratori. 

L’attività vaccinale, lo ricordiamo, si è svolta nelle strutture di Corofar/Ausilio (Forlì), Ravenna Medical Center e Nuova Ricerca (Rimini), che si riattiveranno a breve anche per la seconda fase, quando sarà tempo di richiamare i lavoratori per la seconda dose di vaccino. La popolazione di lavoratori interessata è stata in gran parte composta da giovani tra i 20 e i 40 anni, che hanno partecipato con grande entusiasmo questo grande sforzo collettivo per uscire dalla pandemia. Sono stati oltre 5000 i lavoratori complessivamente vaccinati in una decina di giorni nei tre hub.

“E’ con soddisfazione che raccogliamo i risultati di questa prima fase di questo progetto – dichiara Andrea Pazzi direttore di Confcooperative Romagna –. Ci siamo subito detti disponibili dopo i primi annunci di fine marzo del Commissario straordinario Generale Figliuolo e dei Ministri Orlando e Speranza sull'ipotesi di aprire alle imprese la possibilità di vaccinare i propri dipendenti, poi abbiamo atteso che la Regione ER emettesse, a fine maggio, le linee guida. Un particolare ringraziamento va all’Asl Romagna per la collaborazione fornita e ai centri vaccinali che hanno dimostrato grande professionalità. Confcooperative Romagna ha partecipato subito con convinzione a questa iniziativa, considerando l’importanza di mettere a disposizione delle nostre imprese questo servizio, ritenendo che il vaccino sia l’unico strumento in grado di metterci in condizioni di operare in tranquillità per una  ripresa reale”.
La campagna vaccinale per le aziende è stata realizzata in collaborazione con la Regione Emilia Romagna e l’Ausl Romagna e nei primi giorni di luglio ha in programma il secondo step per il richiamo del vaccino secondo il calendario di appuntamenti che le strutture sanitarie coinvolte hanno già fissato con ciascun lavoratore. 
 
“Un’inziativa interessante alla quale abbiamo aderito subito con convinzione  - dichiara il Direttore generale della BCC Ravennate Forlivese Imolese Gianluca Ceroni  -  ci ha consentito di mettere in sicurezza anche molti tirocinanti giovani che anagraficamente avrebbero avuto tempi più lunghi per usufruire della vaccinazione. Ritengo sia stata un’iniziativa portata avanti con spirito collaborativo, secondo una modalità al servizio della cooperazione e delle comunità in cui la cooperazione opera”.
 
“Abbiamo accolto con entusiasmo questa opportunità  - dichiara Marco Martelli presidente di Forli Ambiente  - e siamo contenti che i nostri lavoratori abbiano  risposto in tanti all’invito di Confcooperative considerando il vaccino un importante strumento per tornare a vivere sicuri”

Le centrali cooperative AGCI Emilia Romagna, CONFCOOPERATIVE Romagna e LEGACOOP Romagna e le organizzazioni sindacali CGIL, CISL E UIL della ROMAGNA hanno sottoscritto, lunedì 17 maggio, un protocollo d'intesa per la promozione congiunta e lo sviluppo dei Workers Buyout, riconoscendo in questo strumento una risposta importante per le crisi aziendali, la salvaguardia della occupazione e le problematiche di ricambio generazionale.
Il modello dei wbo cooperativi è alla base delle imprese ricreate e consente il recupero dei posti di lavoro, grazie alla creazione di una cooperativa d'impresa tra i dipendenti dell'azienda in crisi che ne rilevano l'attività, salvaguardando anche il know how professionale acquisito. E' un fenomeno che nell'ultimo decennio ha visto un forte impegno della cooperazione in Romagna e ha portato alla costituzione di numerose cooperative come risposta a situazioni di crisi.

 

“L'accordo siglato prevede un'azione comune di sostegno al rilancio di aziende in crisi in ottica di salvaguardia dell'occupazione – dichiarano i rappresentanti delle centrali cooperative e dei sindacati Cgil, Cisl e Uil - E' un risultato importante, che evidenzia una serie di azioni concrete per favorire, ogni qualvolta sia possibile, un percorso wbo”.

 

L'accordo prevede che vengano individuati da entrambe le parti precisi referenti da formare, per costituire un osservatorio con il compito di svolgere periodicamente un'azione di monitoraggio delle crisi in atto nel territorio romagnolo anche al fine di individuare possibili casi di WBO che saranno poi oggetto di analisi di fattibilità. Tra le ulteriori attività previste c'è la produzione di materiale informativo per i lavoratori, la promozione di iniziative di sensibilizzazione e la di percorsi formativi.

 

“L'accordo per la Romagna segue quello già siglato a inizio anno a livello nazionale dai sindacati confederali e Centrali cooperative - dichiarano AGCI Emilia Romagna, Confcooperative Romagna e Legacoop Romagna - e ci consente di rafforzare il nostro impegno sul territorio per salvaguardare il tessuto economico locale e offrire opportunità occupazioni attraverso il modello cooperativo”.

 

Le centrali cooperative si assumono il ruolo di segreteria tecnica che sarà composta da due funzionari - Pierpaolo Baroni e Emiliano Galanti – e si impegnano a costruire il percorso necessario alla costituzione della cooperativa e all'accesso alle risorse finanziarie, strumenti di credito e di gara Le organizzazioni sindacali si impegnano a loro volta, secondo le regole organizzative di ogni Confederazione territoriale, a supportare i lavoratori nell'accesso alle misure di agevolazione previste dalla Legge Marcora e dai Decreti che disciplinano l'utilizzo degli ammortizzatori sociali in via anticipata per l'avvio di una attività d'impresa.

 

CGIL CISL E UIL ritengono il workers buyout  un importante strumento di politica attiva con la possibilità, attraverso il sostegno al modello di impresa cooperativa ed alla autoimprenditorialità dei lavoratori nella cooperazione, di salvaguardare posti di lavoro, obiettivo fondamentale soprattutto in una fase complicata come quella generata dalla pandemia con forti ripercussioni a livello sociale, economico ed occupazionale anche per il nostro territorio, oltre ad essere un ulteriore strumento a disposizione dei lavoratori coinvolti  in situazioni di realtà produttive confiscate alla criminalità organizzata.    

 

Il "Workers buyout" o " impresa rigenerata dai lavoratori" è una opportunità per lavoratori ed imprese, per concorrere al processo di coesione ed inclusione sociale di cui oggi il nostro territorio ha quanto mai bisogno. Questo può consentire  non solo di non perdere posti di lavoro, ma  anche di non disperdere le professionalità acquisite evitando così l'impoverimento del tessuto produttivo romagnolo, caratterizzato da importanti competenze e realtà produttive.

È un bilancio in utile che mostra un incremento su tutti i valori chiave, quello che Power Energia ha approvato nell'assemblea dei soci tenutasi in modalità virtuale lo scorso 26 maggio, alla presenza dei vertici nazionali di Confcooperative.

 

La cooperativa di utenza nata a Bologna nel 2006 ha visto crescere nell'ultimo anno le erogazioni sia di gas (+17,7%) sia di energia elettrica (+1,4%), ma il dato più significativo riguarda le forniture di energia verde: +19,4%.

 

“Il 2020 è stato un anno di crescita nonostante il Covid - illustra l'amministratore delegato Cristian Golinelli -. Solo il fatturato, che tocca quota 31,4 milioni di euro, ha registrato un calo di 1 milione di euro, dovuto alla generale decrescita dei prezzi dell'energia. Siamo molto soddisfatti dei risultati, e i dati relativi al primo quadrimestre del 2021 sono incoraggianti. Possiamo già dire che ci aspettiamo un'ulteriore crescita anche nel prossimo futuro”.

 

Buone notizie anche per quanto riguarda la base sociale: “Erogheremo 100mila euro di ristorni ai soci, che nel 2020 sono cresciuti del 13,3% - prosegue -. Siamo anche riusciti a dar loro una mano, specie a quelli più in difficoltà dal punto di vista finanziario, garantendo la possibilità di rateizzare i pagamenti delle forniture”.

 

Il 2020 è stato anche l'anno di Think Green, il progetto dedicato alla sostenibilità energetica e alla riduzione degli sprechi aziendali. “Abbiamo messo in campo misure sulla mobilità elettrica, come le colonnine di ricarica - spiega ancora Golinelli -, sul plastic free, come l'installazione di erogatori di acqua potabile, e sull'impiantistica ‘power quality', ossia quegli interventi che eliminano le micro-interruzioni energetiche e efficientano le reti aziendali, garantendo sostenibilità e risparmio. L'auspicio è di proseguire su questa strada, favorendo una crescita del progetto e invitando altre realtà a partecipare. Ci piacerebbe ad esempio aprire un dialogo con il sistema del credito cooperativo, con cui crediamo possa nascere una bella sinergia”.

 

Think Green è anche il nome del concorso lanciato da Power Energia, in occasione del suo quindicesimo anno di età. “È un'iniziativa organizzata insieme a Confcooperative Fondo Sviluppo, per cui premieremo 15 progetti a forte impatto ambientale per la mobilità sostenibile nelle aziende - annuncia -. Si possono candidare le cooperative e le imprese socie, attraverso il nostro sito. I premi saranno contributi economici”. Nel corso del 2020 c'è stata anche l'importante adesione al Bosco della Memoria di Bergamo, in ricordo delle vittime del coronavirus: lì Power Energia ha finanziato la piantumazione di 189 alberi, tanti quante i Gwh forniti ai soci durante il 2019.

Confcooperative Romagna ha dato il via al percorso di raccolta dati e “materialità” in vista della presentazione del proprio Bilancio di Sostenibilità in programma per questo autunno. Il progetto, che ricalca quanto portato avanti da alcuni anni da Confcooperative nazionale e da diverse unioni territoriali, è il primo che coinvolge la nuova associazione territoriale e tutte le cooperative associate in area Romagna. “Ciò che ci proponiamo - spiega Katia Gulino, funzionaria di Federsolidarietà - è di testare la sostenibilità dell'attività di rappresentanza che svolgiamo dal punto di vista economico, sociale e ambientale e, contemporaneamente, raccogliere dalle cooperative gli indirizzi che guideranno la nostra attività nei prossimi mesi”. 

In questa fase gli stakeholder sono stati invitati a rispondere a un veloce questionario che prevede l'assegnazione di un voto (da 1 a 6) alle materialità proposte da Confcooperative Romagna. Le materialità sono tutte le azioni di Confcooperative, concrete e potenziabili, e vanno, ad esempio, dai progetti di alta formazione di impresa alla comunicazione, dalla reputazione al welfare aziendale, dal ricambio generazionale allo sviluppo di servizi nuovi per l'innovazione. “Gli stakeholder ai quali è stato sottoposto il questionario sono cinque - racconta Doriana Togni, sociologa e consulente -: il Consiglio di presidenza di Confcooperative Romagna (la dirigenza), le cooperative associate, i lavoratori e le lavoratrici di Confcooperative Romagna (compresi Irecoop e Linker), i Giovani Cooperatori e le Unioni dei Comuni di area Romagna. Da questa rilevazione noi individueremo le tematiche prioritarie che andremo a rendicontare all'interno del Bilancio di Sostenibilità”.  
 
Il tema centrale dell'intero percorso è sempre la sostenibilità declinata dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Un argomento diventato centrale nell'attività di impresa e che racconta di un processo di profonda trasformazione: “Per avvicinare le cooperative associate a queste tematiche abbiamo deciso di promuovere due incontri formativi gratuiti con il professor Marco Frey, docente all'Istituto superiore Sant'Anna di Pisa e consulente per Confcooperative per il Bilancio di sostenibilità - spiega Doriana Togni -. Al primo incontro, che si è tenuto il 23 giugno in streaming, hanno partecipato solo le cooperative associate mentre al prossimo, in programma a settembre, inviteremo a partecipare anche i rappresentanti delle Unioni dei Comuni di area Romagna, unico stakeholder ‘esterno' al momento coinvolto nel progetto”.
 
Con questo progetto Confcooperative Romagna si propone di rendicontare il proprio impatto sul territorio ma anche di interrogarsi su come essere “concretamente e con continuità al fianco dei soci e delle loro comunità” (dalla lettera inviata alle cooperative). “Lo stesso Frey ci ha più volte ricordato l'importanza di questo documento sia in fase di costruzione sia, soprattutto, in fase di pubblicazione. Comunicarne gli esiti e farlo coinvolgendo il più possibile gli stakeholder e gli enti pubblici è fondamentale - conclude Katia Gulino -. Solo in questo modo è possibile quantificare un ritorno e stimolare proattività e collaborazione nei confronti dell'associazione e delle sue azioni”.  

Quali caratteristiche rendono bella una casa? Cosa non può mancare nella tua casa e nel tuo quartiere? Quanto è importante per te vivere in città? Ti piacerebbe poterti spostare con facilità tra luoghi e case diverse per ragioni di lavoro, studio o cambiamenti nelle necessità e negli stili di vita?

Sono alcune delle domande del questionario – che si richiede di compilare entro il 30 luglio – con l’intento di ridisegnare i luoghi in cui viviamo per un futuro più bello, sostenibile ed inclusivo. Il progetto è promosso dal Comitato Nazionale per l’Housing Sociale, di cui Confcooperative Habitat è membro, nel contesto dell’iniziativa #NewEuropeanBauhaus, lanciata dalla Commissione Europea.
Il questionario è anonimo, clicca qui per rispondere alle domande: https://axl7cxpyq2r.typeform.com/to/a40VAtu9

Per maggiori informazioni visita il sito del Comitato: https://bit.ly/3dtQuSa

Parte con il 35% di risorse in più rispetto alla programmazione precedente il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Emilia-Romagna nel biennio di transizione 2021-22, illustrato nei giorni scorsi dai vertici di Viale Aldo Moro nel corso di un webinar di approfondimento con oltre 100 partecipanti, promosso dal settore agroalimentare dell’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna (che riunisce le federazioni regionali Agci-Agrital ER, Confcooperative FedAgriPesca ER e Legacoop Agroalimentare Nord Italia). 

L’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi, insieme al direttore dell’assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca Valtiero Mazzotti e alla dirigente responsabile del servizio Programmazione e sviluppo locale integrato Teresa Schipani, hanno spiegato nel dettaglio la composizione dei fondi previsti per il biennio, pari a 408,8 milioni di euro suddivisi tra sostegno alla competitività delle imprese e ad azioni di sostenibilità ambientale.

 

“Siamo soddisfatti del lavoro svolto dalla Regione e in particolare dall’assessore Mammi nell’interlocuzione con gli altri livelli istituzionali per la ripartizione dei fondi per il PSR, un’attività che ha consentito di ottenere quasi 30 milioni di euro in più” ha sottolineato Francesco Milza, presidente dell’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna, in apertura del webinar. “Per il futuro, nella ripartizione dei fondi per l’agricoltura e l’agroalimentare – ha aggiunto Milza – auspichiamo che venga riconosciuto il peso effettivo delle singole Regioni, che devono svolgere un ruolo sempre più fondamentale”.

 

“Il PSR del biennio 2021-22 presenta il 35% di risorse in più rispetto alla programmazione precedente e il 22% in più rispetto ai criteri storicamente utilizzati nella distribuzione delle risorse a livello nazionale – ha puntualizzato l’assessore regionale Alessio Mammi –. Da una parte, l’Unione Europea ha aumentato il sostegno all’agricoltura attraverso il programma Next Generation UE, dall’altra come Regione abbiamo insistito molto ottenendo una parziale revisione dei criteri di ripartizione, con più importanza ai criteri oggettivi”. “Al Governo e al Ministero – ha aggiunto Mammi – ho chiesto che le Regioni siano coinvolte anche nei bandi del Recovery Fund, che per l’agricoltura italiana prevede quasi 8 miliardi di euro tra interventi diretti e indiretti. Dobbiamo evitare di disperdere e frazionare queste risorse in settori non strategici, partendo dalle filiere produttive più importanti come ortofrutta, zootecnia e vitivinicolo. Il sistema agroalimentare dell’Emilia-Romagna si deve attivare per mettere in campo progettualità di grande valore che possano intercettare queste risorse a beneficio della competitività delle nostre imprese e della sostenibilità ambientale”.

 

“La Regione Emilia-Romagna è da sempre ai primi posti per rapidità, capacità e qualità di spesa del PSR. Pertanto, riteniamo strategico che i contributi comunitari vengano valorizzati al massimo dalle Regioni in vista degli ambiziosi obiettivi europei, evitando il rischio di centralizzazione della gestione – hanno sottolineato i rappresentanti del settore agroalimentare dell’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna, Carlo Piccinini, Cristian Maretti e Patrizia Masetti -. Dopo il primo passo svolto in questo PSR di transizione, auspichiamo che nella programmazione della PAC 2023-27 si superi definitivamente il criterio storico di ripartizione delle risorse a favore di criteri oggettivi capaci di rappresentare la reale consistenza delle diverse economie agroalimentari. Inoltre – aggiungono i rappresentanti della cooperazione agroalimentare – occorrono in futuro interventi più decisi sul tema delle filiere, perché da questo punto di vista il PSR 2021-22 della Regione non incentiva in maniera adeguata le aziende agricole a partecipare alle filiere produttive, che rappresentano un elemento essenziale del sistema agroalimentare della nostra regione”. 
“Il ruolo delle filiere produttive – concludono Piccinini, Maretti e Masetti – sarà centrale nella programmazione del Recovery Fund, pertanto chiediamo al Ministero che ci sia un coinvolgimento attivo delle Regioni per poter valorizzare al meglio le peculiarità del sistema agroalimentare italiano”.

Alla riunione di costituzione hanno aderito i rappresentanti di: AGCI Emilia-Romagna, CNA Forlì-Cesena, CNA Ravenna, Cna Rimini, Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini, Confagricoltura Ravenna, Confartigianato Forlì, Confartigianato Cesena, Confartigianato Ravenna, Confartigianato Rimini, Confcommercio Forlì, Confcommercio Cesena, Confcommercio Ravenna, Confesercenti Forlì, Confesercenti Ravenna, Coldiretti Ravenna, CIA Romagna, Confindustria Romagna, Confcooperative Romagna, Legacoop Romagna e Rete PMI Romagna, mentre altre Associazioni, impossibilitate a partecipare, hanno già dichiarato la loro adesione.


Il Tavolo assumerà il ruolo di coordinamento del mondo dell’impresa sulle problematiche economiche, sociali e istituzionali d’area vasta e diventerà lo strumento principale di relazione e interlocuzione tra le Istituzioni locali e il mondo economico, sulle principali questioni di rango romagnolo.


La costituzione del Tavolo Romagnolo dell’Imprenditoria vuole essere, inoltre, di stimolo alla Regione, alle Province e ai Comuni, per ridare slancio alla discussione sugli assetti istituzionali e sull’area vasta, che si è purtroppo arenata. 
E’ volontà del Tavolo di impegnarsi per costruire sintesi comuni sulle principali questioni programmatiche, nel rispetto dell’autonomia delle singole Associazioni.


Le priorità programmatiche che il Tavolo affronterà e che saranno decise collegialmente, verteranno, in primo luogo, sui principali passaggi e snodi strategici per lo sviluppo e la crescita sostenibile della Romagna, a cominciare dall’appuntamento con il PNRR e le sue scelte operative e dal Piano Strategico della Romagna il cui percorso è stato avviato dai quattro Comuni principali dell’area.
Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi di funzionamento del Tavolo, si è deciso di definire un regolamento apposito, da approvare alla prossima seduta del Coordinamento.
 

Positiva la campagna di vaccinazione nei tre hub organizzati in Romagna - Ausilio poliambulatorio mediservice a Forlì (col supporto di Corofar), Ravenna Medical Center e clinica Nuova Ricerca a Rimini, dove hanno trovato risposta alle loro aspettative migliaia di lavoratori del territorio della romagna, in collaborazione e a integrazione del sistema pubblico organizzato dall’Ausl Romagna. 


L’avvio della campagna è stato il 9 giugno e le ultime dosi sono state inoculate il 20 luglio: fondamentale per la riuscita dell’operazione è stato il rapporto fra i centri e i responsabili delle associazioni di categoria. I risultati delle vaccinazioni in azienda confermano la validità della scelta di organizzare hub vaccinali aziendali: a Forlì sono più di 200 le aziende coinvolte, a Rimini una settantina di imprese mentre a Ravenna 105 le imprese aderenti. 


«Il risultato positivo è stato raggiunto anche grazie al buon rapporto con le associazioni promotrici - commentano i responsabili di Ausilio poliambulatorio mediservice di Forlì - e alla collaborazione con le aziende e i lavoratori. Quello che ci ha mosso ad aderire al progetto è l’obiettivo comune ad uscire dalla Pandemia con l’unica arma attualmente vincente “la somministrazione del vaccino”. Noi in qualità di medici competenti abbiamo deciso di mettere la nostra professionalità al servizio di tutte le aziende, anche quelle in cui non ricopriamo tale incarico, per dare a tutti la possibilità di vaccinarsi». 


Margherita Neri, referente amministrativo del centro vaccinale di Rimini, realizzato dalla clinica Nuova Ricerca, spiega «il nostro hub era già stato costruito per contribuire alla campagna vaccinale dell’Ausl Romagna: è un modulo esterno alla clinica ed è gestito da un team di segreteria e personale infermieristico che è il nostro fiore all’occhiello. Debbo dire che, se all’inizio eravamo un po’ scettici sulla campagna di vaccinazione aziendale, ci siamo poi piacevolmente ricreduti. Si è rivelata un’esperienza formativa e gratificante ed abbiamo ricevuto pareri più che positivi sia dalle aziende (molte ci conoscono per la nostra Medicina del Lavoro) sia dai lavoratori, che hanno apprezzato la qualità del servizio. Menzione speciale ai medici di Nuova ricerca che si sono resi disponibili per la campagna vaccinale devolvendo i propri compensi ad una nobile causa, la costruzione di un ospedale in Tanzania». 


L’attività degli hub potrebbe riprendere più avanti nel caso il governo decida di procedere con una terza dose di vaccino, almeno per i soggetti più fragili e a rischio oppure se si deciderà di compiere uno sforzo ulteriore per recuperare i lavoratori che ancora non si sono vaccinati. «Debbo dire che l’impegno è stato grande - spiega Elisa Farinella, amministratore delegato di Ravenna Medical Center - ma alla fine il risultato del lavoro che abbiamo fatto è stato gratificante: lo dimostrano i feedback che abbiamo avuto da quanti si sono rivolti a noi per la vaccinazione e hanno riconosciuto la qualità dell’organizzazione. Quando ci è stato chiesto ci siamo resi disponibili, anche perché eravamo nella condizione di avere uno stimolo per impegnarci in un’attività sanitaria alternativa. E debbo riconoscere che c’è stato un ottimo rapporto con le associazioni che hanno promosso la vaccinazione aziendale». 
 

Occasione l’incontro con il Terzo Settore organizzato lo scorso venerdì a Rimini dalla presidente del Consiglio regionale Emma Petitti. Grande attenzione è stata dimostrata dal ministro Orlando, che ha dialogato a trecentosessanta gradi sulle sfide che attendono il mondo del sociale, a partire dalle linee guida sulla co-programmazione e co-progettazione dei servizi. Si tratta di istituti giuridici che possono essere utilizzati in deroga al codice degli appalti, ma che faticano a essere utilizzati dalle amministrazioni locali, nonostante la loro effettiva utilità per leggere i bisogni del territorio e progettare i servizi all’interno di una rete tra pubblico e privato. La proposta delle Centrali cooperative è di stimolare la regolamentazione regionale di coprogrammazione e coprogettazione presidiata anche da ANCI, e di potenziare la formazione tecnica e giuridica continua dei funzionari e dirigenti pubblici. Proposta accolta, tra gli altri, dal candidato sindaco del centrosinistra, Jamir Sadegholvaad - presente all’incontro insieme alla candidata vice Chiara Bellini – il quale ha proposto, tra le prime delibere del suo mandato, se sarà eletto, la regolamentazione di questa materia.

 

Le Centrali propongono inoltre l’utilizzo, già previsto dalla norma, della co-programmazione e co progettazione anche nella gestione delle risorse del PNRR, al fine di definire strategicamente una programmazione ragionata a lungo termine, riconoscendo alle reti del Terzo settore e alla cooperazione sociale un ruolo attivo. 

 

Scarsità di operatori sanitari — Un allarme è stato lanciato riguardo alla scarsità di medici, infermieri, operatori socio-sanitari, che mette a rischio la gestione dei servizi da parte delle cooperative sociali. La maggiore difficoltà si riscontra da parte delle cooperative che operano nei settori di assistenza primari — cioè quelli rivolti a persone anziane, a persone disabili a persone con problemi psichiatrici, a minori e in assistenza domiciliare. Non è solo l’emergenza sanitaria a restituire una fragilità strutturale nel sistema di formazione, ma anche l’errata programmazione dei bisogni, con il numero chiuso o programmato nelle facoltà, che si è rilevato sottostimato rispetto al reale bisogno e che oggi è divenuto contraddittorio sia per l'enorme domanda di queste figure professionali, nel servizio sanitario pubblico e anche nei servizi gestiti dalla cooperazione sociale.

 

Le difficoltà sul contratto delle cooperative sociali — Altro tema sul piatto il contratto delle cooperative sociali di tipo B. Nato per favorire l’inserimento al lavoro di persone “svantaggiate”, che diversamente non riescono a trovare collocazione, la sua applicazione è stata messa a volte in discussione nel corso di questi ultimi anni, in particolare nei settori ambiente e telecomunicazioni, escludendo di fatto l’applicazione del CCNL delle cooperative sociali e mettendo a repentaglio migliaia di posti di lavoro per persone fragili o disabili. Serve, secondo le Centrali, un intervento legislativo definitivo (nella L. 381/91 o in una legge speciale) sulla legittimità dell’applicazione del contratto che sia strumento utile nella risoluzione delle controversie di qualsiasi natura.

 

Linee guida per gli affidamenti di servizi al Terzo Settore - Infine una considerazione sugli affidamenti e la gestione dei servizi al Terzo Settore:  servono linee guida affidamenti di servizi sociali e sanitari e di inserimento lavorativo dedicate, con ad esempio indicazioni di opportunità circa l’indicazione di una quota di riserva, l’utilizzo di meccanismi premianti che valorizzino l’inserimento lavorativo, la legittimità degli affidamenti diretti e l’utilizzo di clausole sociali.

 

BOLOGNA - Sostegno agli agricoltori che subiscono i pesanti effetti dei cambiamenti climatici, contrasto alle iniziative legislative europee che penalizzano le eccellenze Dop e Igp della regione, interventi su politiche attive del lavoro per favorire il reperimento di manodopera, maggiore sostegno alla finanza di impresa.

Sono questi i principali temi che i rappresentanti di alcune tra le principali cooperative agricole e agroalimentari della regione hanno sottoposto ieri sera al ministro alle Politiche agricole, on. Stefano Patuanelli, nell’ambito di un incontro istituzionale organizzato da Confcooperative Emilia Romagna e tenutosi (nel rispetto delle norme anti-Covid) nell’Auditorium di Conserve Italia a San Lazzaro di Savena (BO).

A fare gli onori di casa il presidente di Conserve Italia e di Confcooperative, Maurizio Gardini, che ha accolto il ministro sottolineando l’importanza di questo confronto davanti ad una platea di oltre 50 cooperatori emiliano-romagnoli in rappresentanza delle principali filiere produttive a livello nazionale: ortofrutta, vitivinicolo, lattiero-caseario, carne, bieticolo-saccarifero.

Sono poi intervenuti il presidente di Apo Conerpo Davide Vernocchi, il presidente di Orogel Bruno Piraccini, il presidente di Caviro Carlo Dalmonte, il direttore di Emil Banca e presidente di Confcooperative Bologna Daniele Ravaglia.

“La cooperazione riveste da sempre un ruolo di leadership nel sistema agroalimentare regionale, rappresentando oltre la metà delle produzioni di tutte le principali filiere e mettendo insieme migliaia di agricoltori che vedono così valorizzate al meglio le loro produzioni, commercializzate in tutto il mondo con la forza dei grandi marchi del vero made in Italy” ha dichiarato in chiusura il presidente di Confcooperative Emilia Romagna, Francesco Milza. “Senza cooperazione l’agricoltura emiliano-romagnola non sarebbe la stessa e non avrebbe raggiunto i successi odierni che tutti le riconoscono – ha aggiunto Milza -, per questo è importante che i massimi rappresentanti istituzionali conoscano da vicino le nostre strutture cooperative e ascoltino le loro richieste e istanze. Siamo contenti che il ministro Patuanelli abbia deciso di partecipare a questo incontro”.

“Occorre mantenere nella nuova PAC il ruolo strategico delle Regioni, alle quali deve rimanere la definizione e gestione dei Piani di Sviluppo Rurale (PSR)” ha aggiunto Carlo Piccinini, presidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna, federazione regionale che rappresenta circa 400 cooperative agricole, agroalimentari e della pesca, che insieme raggruppano oltre 51.000 soci produttori con 18.300 addetti e un volume d’affari di 9,28 miliardi di euro.

“In questi anni – ha puntualizzato Piccinini - Regioni come l’Emilia-Romagna hanno dimostrato buona capacità di spesa dei fondi europei, attivando investimenti a beneficio delle imprese agroalimentari. Non possiamo permetterci di disperdere questo patrimonio per colpa di politiche centraliste che toglierebbero autonomia ed efficienza ai territori”.

“Come sappiamo, la nuova PAC – ha poi concluso il presidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna – sarà molto incentrata su sostenibilità ambientale, benessere animale e lotta ai cambiamenti climatici, tutti temi che stanno a cuore anche alle nostre cooperative, da sempre in prima linea per tutelare l’ecosistema. Tuttavia, i costi sempre più evidenti di questa transizione ecologica non possono essere scaricati esclusivamente sulle imprese, che invece hanno bisogno di essere accompagnate in questo percorso virtuoso con adeguati supporti economici e con una revisione degli strumenti normativi disponibili. Ne va della tenuta del nostro sistema primario. Se lasciamo da sole le aziende e le cooperative agroalimentari in questa transizione, le abbandoniamo ad un inevitabile declino che le porterà a perdere competitività e quote di mercato”.

“Non esiste sostenibilità ambientale senza sostenibilità economica e sociale – ha dichiarato il ministro Stefano Patuanelli -: qualsiasi sforzo chiesto a un’impresa deve essere accompagnato da adeguate misure di sostegno che operino nei giusti tempi. Questo a maggior ragione in un settore, come quello primario, essenziale per il tessuto economico regionale e nazionale e dove la cooperazione riveste una funzione cruciale, garantendo anche al più piccolo dei produttori associati un ruolo centrale. Le sfide non mancano: guardare al futuro e puntare allo sviluppo significa superare la logica degli indennizzi e sostenere le aziende agricole tutelandone, prima di tutto, la produzione, insistere sul fronte degli investimenti e intervenire sull’ambito delle assicurazioni, modificando strumenti e tempi ma sollecitando i produttori a proteggere le proprie coltivazioni. Su questi fronti, il confronto a livello comunitario è serrato e siamo riusciti a ottenere risultati importanti mentre a livello nazionale l’impegno è massimo per consentire agli imprenditori agricoli, inclusi i membri della grande famiglia cooperativa, di fare impresa agendo sulla burocrazia, definendo regole chiare e garantendo, come fatto fin qui, risorse crescenti e strumenti adeguati e innovativi”.

Apprendiamo dalla stampa che il prossimo 7 settembre al Macfrut verrà firmato un accordo dal titolo “Farm to port” tra l’Autorità di sistema portuale di Ravenna, Comune di Ravenna, Regione Emilia Romagna e Coldiretti. 

 

Non c'è alcun dubbio che il tema dello sviluppo della filiera agroindustriale e in particolare del settore ortofrutticolo debba passare da un ripensamento complessivo del sistema logistico e che in questo contesto il porto di Ravenna rappresenti, ora più che mai, il terminale naturale per far crescere progetti industriali e pianificare investimenti. Noi come cooperatori abbiamo posto tale questione già da molti anni purtroppo senza successo. Leggiamo ora, e conveniamo, che il proposito del protocollo d’intesa da sottoscrivere al Macfrut, è quello di far diventare il porto di Ravenna lo scalo principale del centro nord per l’agroalimentare.

 

Pur non conoscendo nel merito né il protocollo citato né il progetto che immaginiamo, l’accompagni, salutiamo positivamente il fatto che si cominci a ragionare concretamente di tali opportunità per il settore agroalimentare e per lo scalo ravennate. 

 

Ciò che ci stupisce — e che ci auguriamo abbia una logica spiegazione — è che si arrivi alla sottoscrizione dell’accordo senza alcun coinvolgimento del mondo associativo e delle organizzazioni cooperative che nel settore rappresentano le principali aziende nazionali del settore.

 

Senza nulla togliere alla Coldiretti, sicuramente una importante associazione agricola, ci pare fortemente limitativo, per non dire altro, sottoscrivere una intesa così importante con una sola associazione, senza peraltro coinvolgere la cooperazione agroalimentare, che rappresenta in Regione la maggioranza del prodotto ortofrutticolo e vitivinicolo fresco e trasformato. 

 

Siamo e restiamo convinti che anche su questo terreno la logica concertativa che ha ispirato il patto per il lavoro e per il clima debba prevalere. Attendiamo fiduciosi dalle istituzioni coinvolte un segnale di apertura del confronto. 

 

 

Mario Mazzotti

Presidente Legacoop Romagna

 

Mauro Neri

Presidente Confcooperative Romagna

Ammonta a 24.000 euro il valore dei premi messi in palio all’interno di StartCoop, il concorso promosso da Confcooperative Romagna per promuovere lo sviluppo di nuove idee imprenditoriali in forma cooperativa

La nuova edizione di StartCoop, la prima che coinvolge tutta l’area Romagna, si rivolge a gruppi di almeno tre persone che: abbiano un progetto imprenditoriale credibile e realizzabile; abbiano costituito o intendono costituire un’impresa cooperativa avente sede legale in una delle tre province romagnole (Forlì-Cesena, Ravenna, Rimini) nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2021; abbiano fatto domanda di adesione a Confcooperative Romagna o abbiano già aderito all’Associazione.  

Le imprese neocostituite e i progetti di impresa saranno valutati da una commissione composta da un rappresentante di Confcooperative Romagna, Linker Romagna - Centro Servizi Confcooperative, La Bcc ravennate, forlivese e imolese, Credito Cooperativo Romagnolo e Banca Malatestiana. La selezione dei primi tre classificati avverrà sulla base della fattibilità del progetto dal punto di vista economico-finanziario; dell’esperienza e competenza della compagine sociale; delle prospettive occupazionali; dell’innovazione tecnologica, gestionale e organizzativa e della sostenibilità economica, sociale e ambientale del progetto. 

 

«Siamo in un momento storico complesso ma le opportunità ci sono, bisogna solo trovare il modo di sfruttarle. L’Europa e anche la nostra Regione sono pronte a investire sulle buone idee e sui progetti in grado di far crescere il territorio e sostenere l’occupazione. Con questo concorso Confcooperative vuole stimolare chi ha un valido progetto di impresa a svilupparlo in forma cooperativa. Non è un caso che tra i partner di questa iniziativa ci siano anche il centro servizi Linker Romagna e l’ente di formazione Irecoop Emilia-Romagna: un mix di competenze che vanno dalla rappresentanza ai servizi fiscali, societari e amministrativi fino alla formazione imprenditoriale mettendo insieme tutto ciò che serve per favorire la nascita e il consolidamento dell’attività di una nuova impresa». 

I primi tre classificati al concorso si aggiudicheranno un premio che comprende una parte di contributo economico diretto cui si aggiungono servizi assicurativi, servizi di comunicazione, sconti sulla formazione, servizi giuridici e societari, vantaggi sui servizi amministrativi e consulenza per l’ottenimento di un finanziamento. Il tutto per un controvalore stimato di 10.000 euro per i primi classificati, 8.000 euro per i secondi classificati e 6.000 euro per i terzi classificati. 

Per partecipare al concorso è necessario scaricare la domanda di partecipazione presente sul sito startcoop.it, compilarla e inviarla entro il 31 dicembre 2021 in formato pdf (unitamente alla necessaria documentazione) all’indirizzo e-mail info@startcoop.it oppure spedirla tramite posta ordinaria a Confcooperative Romagna all’indirizzo via Di Roma 108, 48121 Ravenna. È altresì possibile consegnarla a mano in una delle sedi di Confcooperative Romagna (indirizzi su sito romagna.confcooperative.it). 

 

Startcoop 2021 è promosso da Confcooperative Romagna in collaborazione con Linker Romagna, Irecoop Emilia-Romagna e Assimoco - Agenzie territoriali della Romagna ed è reso possibile grazie al contributo di Banca Malatestiana, Credito Cooperativo Romagnolo e La Bcc ravennate, forlivese e imolese.  

Per informazioni Silvia Pirini Casadei: info@startcoop.it, 340 8357442, startcoop.it.  

“È stato un incontro proficuo e ne abbiamo apprezzato le modalità e gli intenti. Pensiamo possa essere un buon punto di partenza per costruire su questo territorio qualcosa di significativo, adatto e, soprattutto, condiviso”. 

È il commento a caldo di Mirco Coriaci, segretario generale di Confcooperative Romagna, all’indomani dell’incontro “Priorità, sfide e strategie per il territorio forlivese”, organizzato dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. 

Confcooperative Romagna era presente, insieme ad altre associazioni di categoria e all’ente camerale, per riflettere insieme e presentare le proprie idee e istanze su richiesta della Fondazione e della commissione interna “Territorio, Sviluppo e Ambiente”, in vista della predisposizione del programma di intervento per il 2022. 

“Dal canto nostro - continua Coriaci - abbiamo cercato di puntare l’attenzione su alcuni concetti chiave: lavoro, formazione, turismo, attenzione per le aree interne e accoglienza. Per quanto riguarda i primi due abbiamo messo in luce la necessità di far dialogare maggiormente il mondo della formazione con quello del lavoro in modo da creare armonia tra domanda e offerta e formare sul nostro territorio figure professionali in grado di rispondere alle necessità delle aziende. Il turismo per i 16 comuni del forlivese costituisce un asset importante, da valorizzare e far crescere. Infine, il nostro presidente Mauro Neri, ha avanzato alcune proposte in merito al tema dell’accoglienza, soprattutto in vista dell’arrivo delle migliaia di persone afghane in fuga dal proprio paese di origine. Pensiamo a un’accoglienza strutturata e che coinvolga i paesi del nostro appennino che soffrono lo spopolamento e hanno bisogno di vitalità e nuove idee. Questi due bisogni potrebbero coesistere in forme di accoglienza diffuse e integrate, che farebbero il bene per entrambe le parti coinvolte”.  

 

Serve la collaborazione di tutti nel trasporto scolastico per garantire il ritorno in sicurezza degli studenti in classe con presenza al 100%. Le condizioni in Emilia-Romagna ci sono: 407 autobus aggiuntivi messi a disposizione soprattutto dalle aziende private in tutta la regione, capienza all’80% dei mezzi, programmazione e riorganizzazione delle linee, efficace collaborazione tra pubblico e privato”. 

 

È questo l’appello di Davide Missiroli, coordinatore CAIPET (comitato regionale delle associazioni di imprese del trasporto persone che riunisce ANAVCNAConfartigianato ImpreseConfcooperative Lavoro e ServiziLegacoop Produzione e Servizi), a pochi giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico 2021-22 previsto per lunedì 13 settembre. 

 

“Per verificare se la programmazione messa in campo sarà pienamente efficace – precisa Missiroli - avremo bisogno di alcune settimane, fino a quando gli orari delle scuole non saranno definitivi. Chiediamo per questo a tutti di rispettare le norme e  affinché il servizio possa svolgersi al meglio, abbiamo bisogno della collaborazione di tutti: delle amministrazioni comunali e della polizia locale perché effettui i controlli a terra e nelle stazioni degli autobus; dell’utenza che dovrà rispettare sia a bordo che a terra le norme oramai consolidate di prevenzione anti-Covid, prima fra tutte l’utilizzo della mascherina; in ultimo chiediamo all’utenza di non accalcarsi sempre nelle ultime corse per andare a scuola, ma di cercare di prendere anche quelle che partono qualche minuto prima per non avere corse vuote e corse piene”. 

 

“Come l’anno scorso – continua il coordinatore del CAIPET – le aziende private di trasporto persone hanno messo a disposizione la loro flotta bus a favore dell’implementazione del servizio di Trasporto pubblico locale su tutto il territorio regionale da Piacenza a Rimini. È stato un lavoro di programmazione importante, perché si ipotizza finalmente un numero maggiore di utenza e, fortunatamente, si incomincia a intravedere anche una ripresa del turismo con autobus”. A determinare la previsione in aumento dell’utenza hanno influito le politiche di incentivo all’utilizzo del Trasporto pubblico locale promosse dalla Regione, come la gratuità per tutti gli studenti under 14 e per gli studenti under 19 con un Isee familiare inferiore ai 30.000 euro. Contestualmente, la riduzione dello smart-working nelle aziende sta riportando molti lavoratori a servirsi dei mezzi pubblici.  

 

“Sapendo quanto è importante il trasporto pubblico locale e soprattutto il valore di una ripresa dell’anno scolastico al 100% degli studenti in presenza – sottolinea Davide Missiroli - abbiamo lavorato durante tutto il periodo estivo sui tavoli territoriali, sotto la supervisione regionale, affinché, ancora una volta, il sistema del Trasporto pubblico locale presente in Emilia-Romagna, basato sulla collaborazione tra pubblico e privato, possa garantire al meglio alla cittadinanza servizi di qualità e in totale sicurezza”. 

 

In conclusione, il coordinatore del CAIPET solleva la questione dei ritardi nei pagamenti per le corse aggiuntive della primavera scorsa. “Nell’ultimo incontro in Regione – chiosa Missiroli - abbiamo fatto presente la problematica dei mancati pagamenti degli ultimi Bis-Covid (aprile, maggio e giugno), ossia le corse aggiuntive previste a rinforzo del servizio di Trasporto pubblico locale. Per le aziende private che mettono a disposizione autobus e personale, rimanere esposti finanziariamente è un aggravio molto importante e molte di loro stanno andando in sofferenza, visto che il settore ha subìto nel 2020 e nel 2021 una grossa crisi non ancora del tutto metabolizzata. Sapendo che nemmeno la Regione Emilia-Romagna ha ancora ricevuto questa tranche di pagamenti dallo Stato, abbiamo chiesto all’assessore Andrea Corsini di farsi carico di questa richiesta presso il Ministero competente”. 

Obbligo di Green Pass in tutti i luoghi di lavoro. È la richiesta avanzata dall’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna che, dopo l’approvazione nei giorni scorsi del decreto legge del Governo che estende il certificato verde Covid solo ad alcune categorie di lavoratori, ne chiede l’applicazione generalizzata e senza distinzioni, in linea con la posizione assunta dai livelli nazionali delle centrali cooperative.

 

“La tutela della salute delle persone è un principio imprescindibile per tutto il movimento cooperativo che si fonda su valori quali la solidarietà e la mutualità tra persone – dichiara il presidente dell’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna Francesco Milza insieme ai co-presidenti Giovanni Monti e Massimo Mota -.  Difendere questo principio oggi significa prevedere l’estensione in tutti i luoghi di lavoro dell’obbligo del Green Pass, come strumento che consente a tutti di svolgere in sicurezza le proprie attività”.

 

“È arrivato il momento di intervenire in maniera definitiva, togliendo qualsiasi dubbio interpretativo e facendo parlare gli atti con forza di legge – continuano Milza, Monti e Mota -. Le imprese e i lavoratori hanno bisogno di chiarezza: il Green Pass, accompagnato da una  più efficace azione informativa, è lo strumento più adeguato oggi a nostra disposizione per poter continuare a produrre ed erogare servizi nella massima sicurezza, sostenendo la ripresa economica che vede ancora una volta la nostra regione in prima fila. Non è più sufficiente prevedere l’obbligo di certificato verde solo per alcune categorie di lavoratori, va esteso rapidamente a tutti senza distinzioni di sorta”.

 

Auspichiamo che la Regione e i parlamentari emiliano-romagnoli siano al nostro fianco in questa richiesta al Governo – aggiungono Milza, Monti e Mota – così come nella ricerca di soluzioni idonee che evitino di scaricare esclusivamente sulle imprese i costi dell’applicazione del Green Pass”.

 

“Dopo aver partecipato con numerose nostre cooperative alla campagna vaccinale nelle aziende – concludono i vertici dell’Alleanza Cooperative dell’Emilia-Romagna –, siamo disponibili a promuovere nelle imprese, insieme alle Organizzazioni dei lavoratori, iniziative di sensibilizzazione e informazione sull’importanza del vaccino come strumento di difesa dal Covid e di tutela per la libertà di tutti”.

Il Corso è promosso e sostenuto dall'Alleanza delle Cooperative Italiane (Confcooperative, Legacoop e Agci) e attivato con il supporto di AICCON

 

Questo il progetto didattico: 

- attività didattica in aula dal 21 gennaio al 4 giugno 2022 (180 ore)

- Tirocinio curriculare dal 6 giugno a settembre 2022 (350 ore)

- attività didattica in aula dal 9 settembre al 1° ottobre 2022 (50 ore).

 

L'attività didattica si svolge esclusivamente nelle giornate del venerdì e del sabato mattina per un totale di 12 ore settimanali. Per gli studenti lavoratori è prevista l'interruzione di una settimana ogni tre settimane di attività didattica in aula. 

 

Per info: https://www.unibo.it/it/didattica/master/2021-2022/economia-della-cooperazione-muec-1
 

Questo corso gratuito prepara a progettare e gestire i sistemi di sicurezza ambientali e di qualità nei processi dell’agroindustria e rende esperti in materia di economia circolare.

 

Chi può partecipare

Il corso è aperto a 20 partecipanti provenienti da tutta la Regione, in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore, preferibilmente indirizzo elettro-meccanico, scientifico, agrario, economico-commerciale, automazione, chimica, biologia, energia.

 

Periodo di svolgimento

Il corso avrà una durata di 800 ore, di cui 480 di aula/laboratori (a Forlì) e 320 ore di stage in aziende del territorio. Le lezioni e lo stage si svolgeranno da novembre 2021 a giugno 2022. Al termine verrà rilasciato un Certificato di specializzazione tecnica superiore.

 

Vuoi ricevere più informazioni o candidarti? 
Chiama lo 0543 370671

Oppure scrivi una mail a selvid@irecoop.it.

 

 

Profilo professionale

Il Tecnico dei sistemi integrati sicurezza-ambiente-qualità:

  • Interviene in fase di progettazione, sviluppo, certificazione, controllo dei sistemi di gestione qualità e igiene ambientale
  • Lavora per ridurre e prevenire incidenti e infortuni
  • Valuta l’impatto ambientale dei prodotti e dei processi
  • Favorisce un modello di economia circolare che valorizzi gli scarti della filiera
  • Si occupa di tracciabilità ed etichettatura dei prodotti
  • È competente in ambito digitale e tecnologico

 

Requisiti d'accesso

Per partecipare al corso occorre superare un test scritto, a cui seguirà un colloquio di approfondimento.

 

Organizzazione

Il corso è organizzato da Irecoop, l'ente di formazione accreditato di Confcooperative, e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna

Tra i soggetti promotori ci sono: Agrintesa, Caviro, Orogel, Clai, Granarolo, Conserve Italia e l'Università di Bologna-Scuola di Agraria.

 

Rif. 2021-15967/RER

 

Vuoi ricevere più informazioni o candidarti? 
Chiama lo 0543 370671

Oppure scrivi una mail a selvid@irecoop.it.

 

Questo corso gratuito prepara alla gestione del processo produttivo in campo agro-industriale.

 

Chi può partecipare

Il corso è aperto a 20 partecipanti provenienti da tutta la Regione, in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore, preferibilmente indirizzo elettro-meccanico, scientifico, agrario, economico-commerciale, automazione, chimica, biologia, energia.

 

Periodo di svolgimento

Il corso avrà una durata di 800 ore, di cui 480 di aula/laboratori (a Faenza) e 320 ore di stage in aziende del territorio. Le lezioni e lo stage si svolgeranno da novembre 2021 a giugno 2022. Al termine verrà rilasciato l’attestato Sicurezza lavoratori formazione generale e specifica (rischio Alto).

 

Vuoi ricevere più informazioni o candidarti? 
Chiama lo 0546 665523

Oppure scrivi una mail a sede.ravenna@irecoop.it.

 

Profilo professionale

Il Tecnico di industrializzazione del prodotto e del processo:

  • è competente nei principali strumenti di pianificazione della produzione
  • organizza i materiali e le risorse produttive 
  • gestisce i tempi necessari per l’evasione degli ordini
  • migliora il processo produttivo nel settore agroindustriale

 

Requisiti d'accesso

Per partecipare al corso occorre superare un test scritto, a cui seguirà un colloquio di approfondimento.

 

Organizzazione

Il corso è organizzato da Irecoop, l'ente di formazione accreditato di Confcooperative, e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna

Tra i soggetti promotori ci sono: Agrintesa, Caviro, Orogel, Clai, Granarolo, Conserve Italia e l'Università di Bologna-Scuola di Agraria.

 

Rif. 2021-15968/Rer

 

Vuoi ricevere più informazioni o candidarti? 
Chiama lo 0546 665523

Oppure scrivi una mail a sede.ravenna@irecoop.it.

 

Alla due giorni, organizzata dalla Regione Occitania, hanno partecipato come ospiti anche due rappresentanti di Confcooperative e Legacoop Romagna, Giacomo Giorgi e Roberta Trovarelli, che hanno dato il proprio contributo agli incontri in cui sono stati approfonditi gli aspetti finanziari e normativi dei workers buyout, uno strumento di salvataggio di posti di lavoro che negli ultimi anni si è consolidato molto in Emilia-Romagna. Tra i casi “scuola” presentati a Valencia ci sono stati infatti quello della cooperativa Raviplast di Ravenna e quello della cooperativa Alfa Engineering di Modena.

Il progetto RESET ha una durata complessiva di 10 mesi (1 marzo 2021-31 dicembre 2021) e si propone come sistema collaborazione europea finalizzata a confrontare buone prassi con l'obiettivo di contribuire alla costruzione graduale di una comunità dell'economia sociale.

Le centrali cooperative erano presenti su invito della Regione Emilia-Romagna tra i partner del progetto RESET.

L'Assemblea si terrà Giovedì 21 Ottobre 2021 alle ore 15:45 a Milano Marittima, presso il Palazzo dei Congressi in Viale Jelenia Gora n.12, e sarà incentrata sul tema della sostenibilità.
La partecipazione in presenza - su prenotazione - sarà consentita fino alla capienza dei posti disponibili in sala con obbligo del Green Pass e nel pieno rispetto delle norme di contrasto al Covid-19.
 

PROGRAMMA:

ore 15.45 - registrazione partecipanti

 

ore 16.00 - avvio dei lavori e interventi di:
- Mauro Neri presidente Confcooperative Romagna, relazione annuale
- Autorità
- Mirco Coriaci segretario generale Confcooperative Romagna, "Ripresa e resilienza nelle cooperative romagnole"

 

ore 16.45 
- Andrea Pazzi direttore generale Confcooperative Romagna, presentazione del Bilancio di Sostenibilità "Più sostenibili, insieme"

 

ore 17.00 - talk
Sostenibilità e sviluppo dell'impresa - un connubio vincente
conduce il giornalista Maurizio Marchesi

 

ore 17.45
conclusioni di Maurizio Gardini, presidente nazionale Confcooperative

Documenti da scaricare

L’appuntamento assembleare, che ha visto la partecipazione di numerosi rappresentanti delle cooperative associate, è stato occasione per fare il punto sul lavoro svolto negli ultimi 12 mesi e per presentare il Bilancio di Sostenibilità 2020, un documento che rendiconta gli effetti economici, sociali e ambientali dell’attività di Confcooperative Romagna sul territorio.

«Abbiamo deciso di organizzare l’assemblea in presenza come segno di ripartenza e nella speranza che il peggio dell’emergenza Covid sia alle nostre spalle - ha detto il Presidente Mauro Neri -. Un risultato possibile grazie all’impegno della ricerca che ci ha fornito i vaccini che, ad oggi, sono l’unica risposta valida per un ritorno alla normalità. Impegno che abbiamo sostenuto anche tramite la nostra organizzazione predisponendo gli HUB vaccinali aziendali in collaborazione con altre associazioni di categoria romagnole e consentendo a circa 18.000 soci e dipendenti di vaccinarsi».

Non è mancato, in apertura, un messaggio rivolto alla CGIL: «Colgo questa occasione per porgere la nostra piena solidarietà alla CGIL per l’assalto, grave e inaccettabile, subìto e davanti al quale non possiamo transigere. Occorre riportare il dibattito sul piano del dialogo e della collaborazione sostenendo i pilastri della democrazia e della convivenza civile» ha aggiunto il Presidente.

Confcooperative Romagna rappresenta 577 cooperative nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini per un totale di 108.000 soci, 39.000 occupati e un valore della produzione di oltre 7 miliardi di euro (dati 2020). «La Romagna di Confcooperative è grande e, nonostante il periodo difficile che stiamo attraversando a causa dell’emergenza sanitaria, ha dimostrato resistenza e flessibilità - ha sottolineato Neri -. Certo, ci sono cooperative che hanno sofferto di più, in particolare quelle dei settori culturale, sportivo, turistico, della ristorazione collettiva, e altre, come le cooperative sociali, che hanno dovuto sostenere sforzi organizzativi immensi per garantire la sicurezza di tutti. Ma la situazione complessiva è di tenuta e di questo non possiamo che dirci soddisfatti e pronti a guardare avanti».

All’interno del Bilancio di Sostenibilità di Confcooperative Romagna, accanto alla parte di rendicontazione dell’attività ordinaria, ampio spazio è dedicato ad alcune tematiche cruciali per il presente e il futuro dell’organizzazione e del territorio. Diversi gli aspetti che hanno caratterizzato il 2020: l’attenzione posta alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, con azioni dedicate alla gestione imposta dal Covid; le 100 ore di consulenza per l’accompagnamento a 18 gruppi di potenziali imprenditori cooperativi; la progettualità dedicata alle cooperative di comunità con 8 Comuni coinvolti e 12 laboratori avviati; l’attenzione all’ambiente che si è tradotta in efficientamento e risparmio energetico, mobilità sostenibile e riduzione dei rifiuti. «Stiamo vivendo a livello mondiale una delle crisi più complesse e profonde mai conosciute: la pandemia e la crisi climatica sono uno spartiacque che ci impone cambiamenti rapidi per passare dall’era dell’energia fossile a quella dell’energia rinnovabile - ha commentato il presidente di Confcooperative Romagna -. Le alluvioni in Cina e in Europa, gli incendi in Nord America, Australia e Italia, le temperature record per periodi prolungati ci dimostrano che i cambiamenti climatici sono la più grande minaccia alla sicurezza mondiale: hanno conseguenze su cibo, acqua, salute, migrazioni forzate e disuguaglianze. La transizione energetica richiederà sacrifici, bisogna mettere da parte l’ideologia e con pragmatismo passare da un modello di crescita a spese del pianeta ad un modello per il pianeta».

La responsabilità del modello cooperativo per agevolare questa transizione è centrale: «La crisi economica legata alla pandemia ha acuito i problemi cronici del nostro Paese e c’è ampio margine di crescita: la fiducia dei consumatori sta tornando e gli indici di ripresa del Pil prevedono per il 2021 un +6%. Purtroppo, però, il Pil non misura la sostenibilità: si può crescere e nel contempo distruggere l’ambiente e aumentare le disuguaglianze - ha spiegato Mauro Neri -. In questo senso è proprio la cooperazione ad avere un compito molto difficile ma cruciale: partecipare alla crescita sviluppando un’economia reale e sostenibile».

Attenzione ai temi della formazione, della sicurezza sul lavoro e del contrasto alle false cooperative. Contenimento del costo del lavoro, sotto forma di riduzione della contribuzione agli enti bilaterali. Impegno comune per combattere il fenomeno del lavoro abusivo e irregolare, con l’istituzione presso la Cassa Edile di Forlì-Cesena e Rimini di un servizio di controllo dei cantieri, in collaborazione con i Comuni e delle Prefetture. 

Questi alcuni degli elementi principali del contratto integrativo territoriale del settore edile per i lavoratori dipendenti delle imprese, cooperative e non, edili-industriali delle Province di Rimini e Forlì-Cesena, firmato venerdì 22 a Forlì. 

Al tavolo, per la parte datoriale, le centrali che si riconoscono nell’Alleanza delle Cooperative (Legacoop Romagna, Confcooperative Romagna, AGCI Emilia-Romagna), Ance Romagna e Ance Forlì-Cesena. Per le Organizzazioni Sindacali erano presenti Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil.

È il primo rinnovo in Emilia-Romagna della contrattazione di secondo livello del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Un rinnovo che avviene in un contesto nel quale, oltre alle ombre che da tempo accompagnano il settore, alcune luci iniziano ad affacciarsi. Infatti, nonostante la crisi abbia colpito pesantemente il settore edile (una crisi iniziata nel 2008 e che si è acuita a causa della pandemia), comportando anche la chiusura di molte imprese cooperative e non, le misure straordinarie messe in campo dall'Europa e dal Governo fanno guardare con prudente fiducia al futuro del settore.

«Riteniamo importante essere giunti a questa sigla — dicono il presidente di Legacoop Romagna, Mario Mazzotti, il segretario di Confcooperative Romagna, Mirco Coriaci e il vicepresidente di AGCI Emilia-Romagna, Renato Lelli —, in quanto da sempre il movimento cooperativo ha visto nei contratti collettivi la leva per la valorizzazione del lavoro e della sua dignità e, al contempo, uno degli strumenti necessari alle imprese per avere un contesto certo e delineato nel quale operare. Si è cercato di contemperare le richieste delle Organizzazioni Sindacali con le esigenze contingenti delle imprese, alle quali vanno garantiti tutti gli strumenti affinché possano cogliere le opportunità che il mercato propone. Fra questi, restiamo convinti che corrette e positive relazioni industriali contribuiscano al più favorevole dei contesti di impresa».

Il processo di fusione dell’Unione in un’unica realtà territoriale ha contribuito ad una maggiore attenzione alla sostenibilità sotto tutti i punti di vista: economico, sociale e ambientale. Attraverso questo documento Confcooperative Romagna racconta un anno di sostenibilità e presenta la sua “nuova carta d’identità”.

Documenti da scaricare

Grazie alla collaborazione con Campa e Cooperazione Salute è disponibile per tutti i soci delle cooperative aderenti a Confcooperative Romagna un Piano volontario di mutua sanitaria integrativa.

 

Il Piano prevede un sostegno alle spese sanitarie grazie alla Rete creata con moltissime strutture convenzionate presenti in Emilia-Romagna.

Angelo Gentile, responsabile del progetto per Confcooperative Romagna, spiega nel video le opportunità da cogliere e le diverse possibilità presenti nel Piano.

 

Di seguito le 3 possibilità per scegliere il Piano di sanità integrativa più vicino alle proprie esigenze.

 

Piano Alfa 

Piano Beta 

Piano Gamma 

 

Per maggiori informazioni: Angelo Gentile romagna@confcooperative.it - 0544.37171

 

Video Sanità Integrata

Il 10 dicembre a Forlì, a partire dalle 9.15 nella ex Chiesa di San Giacomo Apostolo dei Domenicani, Confcooperative Romagna intende ricordare due ricorrenze fondamentali per il movimento cooperativo: i 100 anni dalla nascita di Gino Mattarelli e i 30 anni dall’entrata in vigore della Legge 381/91 che ha istituzionalizzato le cooperative sociali.

L’evento “100 anni di Gino Mattarelli e 30 anni di L.381/91” non è però solo un evento commemorativo, ma anche occasione per riflettere sullo stato dell’arte del welfare e progettare un nuovo futuro e nuove linee di sviluppo per le cooperative sociali romagnole.

Il programma prevede contributi di esperti e cooperatori provenienti da tutta Italia, coordinati da Antonio Buzzi, vicepresidente di Confcooperative Romagna. Ecco, nel dettaglio, come si svolgerà l’iniziativa, alla quale si può partecipare su prenotazione (romagna@confcooperative.it / 0544 37171) e con Green Pass valido.

Dopo la registrazione dei partecipanti e le procedure di sicurezza previste ci saranno i saluti istituzionali di Gian Luca Zattini, Sindaco di Forlì, mons. Livio Corazza, Vescovo di Forlì-Bertinoro e Mauro Neri, Presidente Confcooperative Romagna. Alle 10.15 partirà la prima parte della giornata, dedicata alla figura di Gino Mattarelli con gli interventi di Angelica Sansavini, presidente Domus Coop, e Piero Mattarelli, figlio di Gino e presidente dell’Associazione Gino Mattarelli. La prima parte è dedicata anche all’anniversario della Legge 381/91 insieme a: Sofia Bandini, professoressa già Senior Lecturer of Law and Economics Unibo con il contributo “Per una nuova 381/91”; Giuseppe Milanese, presidente Federazione Sanità Confcooperative che parlerà di “PNRR e cooperazione sociale e sanitaria, tra sfide e opportunità”; Stefano Granata, presidente Federsolidarietà Confcooperative, che farà riflettere su “Cooperazione sociale e sviluppo territoriale”; e, come ospite d’eccezione, mons. Vincenzo Paglia che aggiornerà i presenti su “I lavori della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e socio-sanitaria per la popolazione anziana”. Alle 11.45 è prevista la seconda parte dell’evento con la tavola rotonda “Le sfide per le cooperative romagnole”, alla quale parteciperanno: Doriana Togni, presidente Federsolidarietà Ravenna-Rimini, Maurizia Squarzi, presidente CavaRei, Luca Dal Pozzo, presidente Federsolidarietà Emilia-Romagna, Mirca Renzetti, presidente Giovani Imprenditori Cooperativi Emilia-Romagna. Infine prenderà la parola Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative. La mattinata si chiuderà nel chiostro del complesso con un aperitivo per i presenti. Per maggiori informazioni romagna@confcooperative.it.

 

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“La cooperazione sociale italiana è un modello di impresa che non ha eguali in Europa e che in 30 anni di attività ha dimostrato di essere vincente per la promozione di un welfare di comunità. Per questo è importante ricordare la Legge 381/91, che ne ha sancito di fatto la nascita, e l’importanza che figure come Gino Mattarelli hanno avuto per il fiorire di queste imprese”. 

Sono le parole di Antonio Buzzi, Vicepresidente Confcooperative Romagna, nell’aprire l’evento “100 anni di Gino Mattarelli e 30 anni di L.381/91” che Confcooperative Romagna ha organizzato venerdì scorso a Forlì nella ex Chiesa di San Giacomo. 

Un evento per ricordare due ricorrenze fondamentali per il movimento cooperativo romagnolo e nazionale ma anche per progettare il welfare dei prossimi anni, un welfare che gli esperti intervenuti al convegno immaginano co-progettato e co-programmato insieme alla cooperazione sociale.  

Per comprendere l’importanza che la cooperazione sociale assume nel panorama nazionale basta guardare ai numeri di questo fenomeno: “Parliamo di oltre 7 milioni di persone assistite grazie ai servizi socio-sanitari e di 480mila lavoratori impiegati - continua Buzzi -. Di questi lavoratori circa 80mila sono persone svantaggiate o con disabilità”. Per quanto riguarda la Regione e la Romagna, nel dettaglio si parla di 762 imprese (il 30,7% in Romagna) per un totale di 51.116 addetti (il 28,65% in Romagna), che generano un fatturato complessivo di 1.935.155 euro (il 33,5% in Romagna - dati Unioncamere). “Sono dati del 2017 che in questi anni sono cresciuti ancora - sottolinea Buzzi -. A riprova che siamo davanti a un modello di impresa capace di coniugare i bisogni di welfare della società con i bisogni del mercato e del lavoro”. 

Il programma dell’evento di questa mattina è stato ricco di spunti. Nella seconda parte, durante la tavola rotonda “Le sfide per le cooperative sociali romagnole” si è cercato di tracciare le priorità sulle quali la cooperazione sociale sta già lavorando e dovrà impegnarsi nel prossimo futuro. “Il lavoro delle cooperative sociali per i prossimi anni dovrà concentrarsi necessariamente su tre fronti - ha affermato Doriana Togni, Presidente Federsolidarietà Ravenna-Rimini -: quello dell’assistenza socio-sanitaria, ancora sotto stato di emergenza a causa del Covid e che deve scontare una forte carenza di figure professionali per garantire tutti i servizi di cui c’è bisogno; il fronte dell’educazione dei più piccoli, dove stanno emergendo le conseguenze generate dagli ultimi due anni di servizi a distanza e congelamento delle relazioni; infine il fronte delle relazioni con la comunità, che devono necessariamente occupare un posto di primo piano per poter dare le giuste risposte ai bisogni. La cooperazione romagnola è in grado di affrontare queste sfide - continua -, soprattutto grazie alla capacità di lavorare insieme, tra cooperative e con gli enti del territorio, che ha dimostrato dall’inizio della pandemia. Dobbiamo fare tesoro di questa peculiarità e valorizzarla per essere ancora un modello vincente per il welfare del Paese”. 

Diverse le autorità e gli esponenti presenti all’evento di questa mattina che hanno portato spunti e contributi di riflessione. Tra gli altri anche mons. Vincenzo Paglia, della Commissione per la riforma dell’assistenza sanitaria e socio-sanitaria per la popolazione anziana e Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative Nazionale. 

Mercoledì 15 dicembre alle 20 nella Sala Polivalente del Complesso Cicognani di Brisighella (viale Pascoli, 1) si terrà l'evento pubblico dedicato alle cooperative di comunità dal titolo «I cittadini protagonisti». L'evento, promosso da Confcooperative Romagna con il contributo della Camera di Commercio di Ravenna, si propone di promuovere il tema della cooperazione di comunità come soluzione per mantenere i servizi in territori decentrati e a rischio spopolamento situati sulle colline e nella bassa pianura della provincia di Ravenna.

All'incontro sarà analizzato anche il caso-scuola della comunità di San Cassiano di Brisighella, già da alcuni mesi al lavoro per trovare soluzioni per mantenere i servizi essenziali in un'area a forte rischio di abbandono. Per fare in modo che le persone non più giovani possano continuare a vivere in territori lontani dai grandi centri urbani, ma anche per stare vicini a quei giovani che vogliono rimanere nei luoghi dove sono nati e cresciuti, è infatti fondamentale mantenere o ricreare i servizi essenziali e sostenere l'occupazione.

Il percorso suggerito da Confcooperative Romagna e che ha raccolto il sostegno della CCIAA di Ravenna è appunto quello delle cooperative di comunità, uno strumento già sperimentato in altri territori e che prevede il coinvolgimento dei cittadini nella gestione di un'impresa a forte carattere partecipativo e democratico.

Nel dettaglio, durante l'incontro, i funzionari di Confcooperative Romagna spiegheranno ai partecipanti il funzionamento della cooperativa mentre i cittadini saranno invitati a far emergere i loro bisogni e le loro aspettative. Tra gli interventi è previsto anche quello di Franco Zaccherini, presidente della cooperativa Camino Verde di San Cassiano, che è tra i promotori insieme a Confcooperative, del nuovo progetto. La serata è patrocinata dal Comune di Brisighella.

"C'è bisogno di un intervento, strutturale e tempestivo per arginare i rincari esponenziali che stanno subendo famiglie e imprese sul fronte dell'approvvigionamento energetico. Rincari che si attestano su un +600% per il gas e un +300% per l'energia elettrica".  È quanto si legge in una lettera inviata dalle centrali Agci ER, Confcooperative Romagna e Legacoop Romagna ai rappresentati politici della Romagna, parlamentari e consiglieri regionali.  


Si stima che nel 2022 il caro energetico consegnerà alle famiglie e alle imprese una bolletta di 80 miliardi di euro. "Un conto insostenibile - proseguono i rappresentanti delle tre centrali -, con rincari che superano anche il 20% tra un giorno e l'altro e che determinano prezzi medi in bolletta mai registrati, dinnanzi ai quali non esiste alcun organo di vigilanza capace di porre un freno né a livello europeo né tanto meno a livello nazionale". 


"Le imprese - continuano - non si trovano nella condizione di poter reagire con prontezza a questa crisi. I rimedi improvvisati che qualcuno sta adottando, come lasciare alcune bollette insolute, ridurre i cicli produttivi o traslarli nelle ore serali, appaiono del tutto inefficaci se non deleteri per l'andamento produttivo delle imprese stesse". 


Davanti a questo scenario le centrali cooperative chiedono a gran voce che vengano destinate maggiori risorse alla crisi energetica, la più importante degli ultimi anni. E insieme a queste richieste propongono alcune azioni da poter applicare nel breve termine per arginare le difficoltà: la pianificazione, anche per le imprese, di un meccanismo di rateizzazione 'concordato' con un intervento dello Stato per non appesantire finanziariamente le società fornitrici; un ulteriore intervento sugli oneri generali di sistema sia per l’energia elettrica che per il gas; prestiti statali e garanzie Sace in luogo delle fideiussioni bancarie per aiutare le società di vendita, altrettanto colpite dalla crisi; infine, per evitare che l’emergenza gas si ripeta, prevedere l’obbligo di livelli minimi di riempimento degli stoccaggi europei.  


“Le azioni transitorie già avviate non bastano - concludono -. C'è bisogno di una risposta rapida e coordinata, anche con misure di carattere strutturale di medio-lungo periodo, garantendo di superare gli ostacoli anche burocratici che ancora oggi impediscono lo sviluppo di impianti a fonti rinnovabili, la sicurezza degli approvvigionamenti, adeguati strumenti di stoccaggio e strumenti efficaci per garantire il controllo e la stabilità dei mercati dell'energia e del gas ed eliminare i rischi di speculazione e distorsioni di mercato”. 

Sono stati approvati tutti i progetti di Servizio Civile Universale presentati da Confcooperative Romagna. L’Unione territoriale, che già lo scorso anno aveva messo a disposizione 26 posti per ragazzi tra i 18 e i 28 anni, quest’anno ha ampliato il numero dei progetti (da 4 a 5), il numero delle cooperative coinvolte (7 nel 2021 e 10 nel 2022) e i posti disponibili che toccano quota 37. Per partecipare ai percorsi i giovani devono essere regolarmente soggiornanti in Italia e avere un’età compresa tra i 18 anni compiuti e i 28 anni non superati. Il compenso è di 444,30 euro al mese.

Le cooperative che ospiteranno i ragazzi nel 2022 sono Akkanto (Santarcangelo di Romagna), Asscor (Ravenna), Botteghe e Mestieri (Faenza), Cuore 21 (Riccione), Il Mulino (Bagnacavallo), La Formica (Rimini), La Pieve (Ravenna), Progetto Crescita (Ravenna), Service Web (Santarcangelo di Romagna) e Solco Ravenna (Ravenna).

Anim-Azione!

Il primo progetto, che coinvolge la cooperativa Asscor, si intitola “Anim-Azione!” e mette a disposizione 10 posti (di cui 3 riservati a giovani che abbiano come valore di riferimento ricavabile dall’Isee una soglia inferiore o pari a 10mila euro) per fare esperienza di animazione in case residenze anziani e centri diurni a Ravenna, Russi, Fusignano e Cotignola.

Educ-azione Resiliente

È invece dedicato alla formazione nel campo della prima e primissima infanzia il progetto “Educ-azione Resiliente” che propone 6 posti (di cui 2 riservati a giovani che abbiano come valore di riferimento ricavabile dall’Isee una soglia inferiore o pari a 10mila euro) per ragazzi che abbiano voglia di lavorare nei nidi e nelle scuole dell’infanzia dei territori di Ravenna, Sant’Agata sul Santerno, Rimini e Santarcangelo di Romagna (cooperative Progetto Crescita e Service Web).

Agr-Insieme

Si chiama “Agr-Insieme” il progetto che coinvolge le cooperative Il Mulino e La Pieve e che propone di inserire i ragazzi in progetti di agricoltura sociale realizzati a Ravenna, Russi e Bagnacavallo. I posti disponibili sono 5 (di cui 1 riservato a giovani in possesso di un titolo di studio non superiore al diploma di scuola secondaria inferiore).

Laboratori di Operosità

“Laboratori di Operosità” è invece il progetto dedicato all’assistenza per persone con disabilità promosso insieme alle cooperative Solco Ravenna, Akkanto, Progetto Crescita e La Pieve. I posti complessivamente disponibili nei territori di Ravenna e Santarcangelo di Romagna sono 11 (di cui 3 riservati a giovani che abbiano come valore di riferimento ricavabile dall’Iseeuna soglia inferiore o pari a 10mila euro).

Al Lavoro!

L’ultimo progetto finanziato si chiama “Al Lavoro!” ed è promosso nell’ambito del supporto all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. I posti disponibili sono 5 (di cui 1 riservato a giovani che abbiano come valore di riferimento ricavabile dall’Isee una soglia inferiore o pari a 10mila euro) e le cooperative coinvolte, nei territori di Rimini, Riccione e Faenza, sono La Formica, Cuore21, Botteghe e Mestieri.

Le domande vanno presentate entro il 9 marzo alle 14 al seguente indirizzo web:
domandaonline.serviziocivile.it
.

Contatti: Simone Righi, 0544 37171, righi.s@confcooperative.it

Confcooperative Romagna interviene per rispondere alla nota diffusa a Rimini a nome del sindacalista Fp Cisl Salvatore Coppola nella quale imputa a problemi strutturali o scarsa formazione la situazione di grave disagio che stanno vivendo gli operatori delle cooperative sociali generata, invece, dalla grave mancanza nel mercato del lavoro di personale qualificato (ADB, OSS, infermieri) in grado di prendersi cura delle persone fragili, disabili e anziani principalmente, ospitati nei centri residenziali e diurni del territorio; ciò mette in difficoltà la turnazione del personale già in forza alla cooperativa che oggi deve necessariamente essere più flessibile.  

Le cooperative sociali - spiega Confcooperative Romagna - sono fatte di soci lavoratori e non siamo disposti ad accettare critiche allusive allo sfruttamento di risorse umane o sperpero di danari pubblici. Ribadiamo, invece, che i lavoratori a cui si riferisce il rappresentante di Cisl Rimini sono nella gran parte dei casi soci lavoratori delle cooperative sociali che portano avanti con tenacia la gestione del servizio pubblico essenziale affidatogli dall’Ente pubblico e che meritano rappresentanti che si prodighino per garantire il lavoro e che si facciano carico dei problemi che la pandemia ha portato e lascerà, proponendo soluzioni politiche concrete, costruttive e propositive. 

Proteggere le persone accolte nelle strutture o per le quali si interviene assistendole al loro domicilio è l’obiettivo a cui si dedicano le nostre cooperative sociali, non solo del riminese.  

Il mandato dell’ente pubblico nello svolgimento di questo servizio, considerato essenziale, è quello di assistere e curare chi viene preso in carico, perlopiù persone non autosufficienti con patologie e disabilità gravi o gravissime. Non è solo un servizio, ma una vera e propria missione sociale. 

Questo le cooperative sociali lo fanno da sempre, riadattandosi al contesto e oggi accollandosi pesi gestionali, rispondendo a protocolli e responsabilità che sono divenute ancor più cogenti e gravose; garantiscono parametri e standard assistenziali altissimi, definiti dalle norme regionali e di concerto con gli Uffici di piano distrettuali, declinano a livello locale la gestione nelle strutture e nei servizi domiciliari. 

La pericolosità che genera l’entrata del Covid-19 nelle strutture che ospitano anziani fragilissimi, ha imposto la messa in atto di sistemi di sicurezza rigidi e l’applicazione protocolli sanitari complessi, che necessitano di formazione agli operatori e controlli costanti. Misure che sono state adottate dentro tutte le strutture pubbliche o private, negli ospedali ed in tutti quei luoghi frequentati da persone ad altro rischio da infezione. Questo si aggiunge alla difficoltà di reperire figure professionali, quali infermieri, operatori socio sanitari ed educatori nel mercato del lavoro, che possano aiutare l’implementazione dei servizi nel caso di quarantena, isolamento ecc… 

Difficoltà dimostrate anche dai corsi OSS che tutti gli anni vengono organizzati nel riminese; proprio nelle ultime edizioni gli Enti di formazione riscontrano maggiori difficoltà nel trovare sul territorio le persone interessate e disponibili ad iscriversi per conseguire il titolo professionale necessario per operare. 

Tutte criticità e carenze già segnalate e prese in carico anche dall’Ausl e conosciute quindi dagli Uffici di Piano e dalla stessa Regione Emilia-Romagna, Enti con i quali stiamo ragionando al fine di aprire altre strade di reclutamento e sbloccare alcune programmazioni professionali o potenziarne altre. 

Maurizio Gardini è il nuovo presidente di Alleanza Cooperative subentra a Mauro Lusetti che da oggi assume l’incarico di copresidente, affiancando l’altro copresidente Giovanni Schiavone. «La rappresentanza in questo paese rischia l’irrilevanza. Oggi, invece – dice Gardini – c’è più bisogno di dialogo, di protagonismo dei corpi intermedi di cui la politica e le istituzioni non possono fare a meno. E noi siamo parte di quella economia civile che recita un ruolo da protagonista nel Paese. Siamo al lavoro per rimuovere le enormi e non ancora tutte emerse macerie sociali ed economiche che ci lascia la pandemia». 

«La ripresa economica c’è ma è diseguale, tra imprese, settori e territori, oltre che tra le persone il nostro impegno è quello di ridurre le fratture e le diseguaglianze. Pur partendo dagli ottimi dati di fine anno con PIL e occupati tornati a livelli pre Covid, il 2022 si apre con: rincari energetici e delle materie prime, mancanza di lavoratori (40% di assunzioni di difficile reperimento), soprattutto nelle filiere dove le cooperative sono altamente rappresentate: servizi alla persona, costruzioni, trasporti e logistica, industria alimentare e commercio». 

«Il Governo ha adottato una serie di misure che hanno garantito credito e garanzie a famiglie e imprese. Questo ha consentito, soprattutto alle imprese che hanno vissuto una lunga fase di chiusura, di sopravvivere alla crisi. La fine dell’emergenza e il superamento di queste azioni non devono avvenire in modo traumatico perché lascerebbero sul campo molte imprese. In questa stagione il credito cooperativo ha dimostrato più di altre banche di essere vicino ai territori e di essere vicino alle imprese. Una specificità, quella del credito cooperativo, che va difesa combattendo la logica omologatrice delle normative comunitarie che tende alla taglia unica e quindi a snaturare il modello cooperativo». 

Come Alleanza delle Cooperative dobbiamo raccogliere la sfida della transizione ecologica ed energetica, promuovendo l’orientamento verso modelli produttivi e di consumo sostenibili, ma garantendo, contestualmente, l’accompagnamento e la sensibilizzazione delle cooperative e delle imprese. Dobbiamo promuovere le comunità energetiche, realizzare infrastrutture e impianti, in un necessario bilanciamento tra le istanze di semplificazione e velocizzazione di procedure e iter autorizzativi e tutela del territorio, del suolo, del paesaggio e dell’ambiente. Infine, valutare senza pregiudizi scelte politiche e di sistema, ad esempio sul nucleare, sull’idrogeno, sul gas, sugli inceneritori, sul fotovoltaico in area agricola, sulla fiscalità ecologica». 

«Nella ridefinizione della politica industriale la Commissione Europea sostiene che l’economia europea post pandemica deve trasformarsi, bilanciando obiettivi sociali, economici ed ambientali e deve farlo attraverso una “terza via”, incoraggiando le imprese dell’economia sociale non solo a riempire gli spazi lasciati vuoti dallo Stato per costruire una società e un’economia inclusiva. Dobbiamo continuare a lavorare in Europa per consolidare questi risultati». 

L’aumento esagerato dei costi del carburante pone le imprese di autotrasporto in una situazione di difficoltà, proprio per questo UNATRAS, che riunisce le principali associazioni di rappresentanza del settore, sta trattando col Governo con riunioni ad oltranza per ottenere risposte concrete per la riduzione del caro carburante.
Nel frattempo, anche non escludendo tra le prossime iniziative di protesta anche il fermo dei servizi se il Governo non venisse incontro alle richieste ma nelle forme e nei tempi previsti dalla legislazione vigente, non sono ammissibili iniziative autonome, non autorizzate, che non rispettano la legislazione vigente e che mettono a rischio l’incolumità di persone e l’integrità degli automezzi.
Il Comitato Unitario della provincia di Ravenna, teme che la protesta sia fomentata anche da soggetti estranei alla realtà del nostro territorio ed arrivati a Ravenna nelle ore precedenti esclusivamente per creare confusione ed illegalità agendo sul disagio dell’aumento dei costi.
Il Comitato Unitario dell’autotrasporto della provincia di Ravenna ritiene opportuno che gli autotrasportatori ravennati non si facciano trascinare in iniziative basate sull’illegalità, che possano nuocere ai reali obiettivi della categoria senza portare risultati concreti. Altresì prende le distanze da soggetti “pseudo imprenditoriali” che prima fanno dumping sulle tariffe alterando il mercato, poi fanno le barricate.
Il Comitato Unitario dell’autotrasporto della provincia di Ravenna ritiene che sia il confronto a tutti i livelli, sia col Governo ma anche con la committenza locale, la strada maestra per ottenere risultati concreti e duraturi, ricordando che quanto stanziato negli anni scorsi dal Governo a favore della categoria è sempre stato ottenuto con il confronto, anche acceso, e col dialogo.
Il Comitato Unitario dell’autotrasporto della provincia di Ravenna rileva anche il clima intimidatorio creatosi in questo contesto che non permette ai mezzi che vogliano uscire dal porto di farlo in sicurezza, pertanto il Comitato Unitario dell’autotrasporto della provincia di Ravenna chiede alle Istituzioni ed alle forze dell’ordine che si facciano parte attiva per ripristinare la situazione di legalità in cui normalmente opera il porto di Ravenna e gli operatori, compresi le imprese di autotrasporto: questi metodi non fanno parte della storia e dei valori del nostro territorio che, in primis come cittadini, siamo chiamati a difendere e preservare.                            

Confcooperative Consumo e Utenza Emilia Romagna plaude all’iniziativa legislativa della Giunta regionale sulla promozione e il sostegno alle comunità energetiche rinnovabili (CER) e dell’autoconsumo collettivo. La Federazione regionale che riunisce – tra le altre - le cooperative che operano nel settore delle utenze e degli acquisti collettivi e nell’autoproduzione di energia elettrica, condivide l’impianto generale del progetto di legge della Regione Emilia-Romagna presentato nei giorni scorsi e annunciato oggi, finalizzato ad accelerare l’attuazione delle direttive europee e dei decreti legislativi e ministeriali attraverso incentivi provenienti dal PNRR e dai Fondi strutturali.

Auspichiamo che il testo del progetto di legge sulle comunità energetiche possa essere ulteriormente migliorato durante l’iter di approvazione in Assemblea legislativa regionale attraverso un atteso confronto con le Associazioni di rappresentanza e la partecipazione di diversi stakeholder – dichiara Roberto Savini, presidente Confcooperative Consumo e Utenza Emilia Romagna -. Vogliamo ribadire l’importanza di una maggiore valorizzazione dei principi che devono ispirare le comunità energetiche quali democrazia, partecipazione, assenza di scopo di lucro e mutualità”.

Savini sottolinea inoltre come Confcooperative sia da tempo impegnata a tutti i livelli (territoriale, regionale e nazionale) a promuovere lo sviluppo di comunità energetiche in forma cooperativa, “in quanto – sottolinea – la cooperativa rappresenta la forma di impresa ideale e che meglio si adatta, sia dal punto di vista giuridico-societario che da quello economico-organizzativo, al raggiungimento dello scopo sociale individuato dalle direttive europee e dai decreti legislativi nazionali per le comunità energetiche”.

“Nel PNRR sono previsti ben 2,2 miliardi di euro per la costituzione delle comunità energetiche rinnovabili – aggiunge Francesco Milza, presidente Confcooperative Emilia Romagna –. Privati cittadini, imprese, associazioni ed enti locali possono partecipare nell’ottica di ‘prosumer’, cioè non solo come consumatori di energia elettrica ma anche come produttori. La cooperazione è pronta a mettere in campo competenze e professionalità per avviare con le Istituzioni progetti capaci di affrontare contestualmente il tema della povertà energetica, la necessaria transizione ecologica verso le energie rinnovabili e la riduzione seppure parziale della dipendenza nelle fonti di approvvigionamento dall’estero, che è tra le principali cause del caro-bollette che ci riguarda tutti”.

Tre milioni di euro per sostenere progetti di rafforzamento strutturale e patrimoniale, di innovazione tecnologica e organizzativa, di digitalizzazione e per favorire la sostenibilità sociale, economica e ambientale delle imprese. Li prevede la nuova call “Innovazione Welfare e Sanità” promossa da Fondosviluppo (il fondo mutualistico di Confcooperative) e dedicata a tutte le cooperative sociali (tipo A servizi sociosanitari ed educativi, tipo B inserimento lavorativo di persone svantaggiate e miste A+B) aderenti a Confcooperative Federsolidarietà e a tutte le cooperative sanitarie aderenti a Confcooperative Sanità (cooperative di medici, cooperative farmaceutiche, mutue sanitarie, cooperative ad alta specializzazione sanitaria). In Emilia-Romagna sono quasi 500 le cooperative interessate a questa iniziativa.


La call riconosce ai migliori progetti la copertura dell’80% delle spese ammesse (massimo 200mila euro) di cui fino al 30% a fondo perduto, fino al 50% tramite finanziamento bancario tramite istituto di credito cooperativo (BCC) o altre banche di sistema. Fondosviluppo rimborserà gli interessi bancari e/o dei costi della garanzia fino a un massimo di 10mila euro. Per accedere al finanziamento la cooperativa dovrà deliberare un aumento di capitale sociale per un importo minimo del 20% del finanziamento stesso.   


I progetti potranno essere presentati dal 1° marzo 2022 al 31 maggio 2022 tramite mail all’indirizzo email fondosviluppocallwelfaresanita@confcooperative.it      


“Le cooperative sociali rappresentano una componente fondamentale e insostituibile nel sistema di welfare della nostra regione – commenta Luca Dal Pozzo, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna -. Con questa call intendiamo premiare chi vuole investire rafforzando le imprese e chi vuole innovare puntando in particolare sulla digitalizzazione e sulle nuove tecnologie, così da proporre servizi sempre più qualificati agli utenti e alle loro famiglie”.


“Medici, infermieri, operatori delle professioni sanitarie e farmacisti possono fornire un’assistenza sempre più qualificata ai pazienti attraverso l’organizzazione in strutture cooperative efficienti presenti in maniera capillare nei territori – aggiunge il Dott. Euro Grassi, presidente Confcooperative Sanità Emilia Romagna -. Per favorire una maggiore prossimità rispetto ai cittadini, la fornitura di Case di Comunità, lo sviluppo della teleprenotazione, televisita, telemedicina e la digitalizzazione dei processi e dell’assistenza ai cronici, occorrono importanti investimenti che possono essere favoriti anche dalle risorse messe a disposizione dal nostro fondo mutualistico”.


“La particolarità di questa call – sottolinea Francesco Milza, presidente di Confcooperative Emilia Romagna e consigliere di Fondosviluppo – sta nel promuovere e sostenere percorsi di aggregazione e co-progettazione per favorire la messa a terra delle risorse stanziate dal PNRR. Siamo a fianco delle nostre cooperative per cogliere queste opportunità per la ripartenza della nostra regione e del Paese”.
Su www.fondosviluppo.it sono disponibili la call, il regolamento con i criteri di valutazione e la modulistica da presentare. 

 

Info: Vittoria Ventura, ventura.v@confcooperative.it.   

Le cooperative sociali dell’Emilia-Romagna si sono sin da subito mobilitate per accogliere i profughi provenienti dall’Ucraina. In alcune città o piccoli centri della regione sono già arrivati i primi nuclei familiari, ospitati all’interno delle strutture di accoglienza, in accordo con Prefetture, Regione e Amministrazioni comunali. Nei prossimi giorni si attende l’arrivo di numerosi altri profughi e si stanno predisponendo i posti di emergenza che le cooperative sociali aderenti a Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna possono mettere a disposizione


Sapendo di poter contare su un sistema di accoglienza organizzato, che negli ultimi anni è cresciuto in termini di efficienza e capacità di inclusione, le Istituzioni pubbliche si sono rivolte alle cooperative sociali presenti nelle varie province che già da anni sono impegnate nella gestione di queste emergenze.


“Ancora una volta la cooperazione sociale dimostra di poter assicurare risposte tempestive e qualificate ai drammatici bisogni di persone che fuggono da violenze, soprusi e distruzione – commenta Luca Dal Pozzo, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna -. Le nostre imprese si sono messe subito a disposizione in una logica di supporto sussidiario alle Istituzioni pubbliche, consapevoli di dover affrontare anche difficoltà burocratiche, logistiche e gestionali”.


Da questo punto di vista, Dal Pozzo sottolinea alcune esigenze impellenti. “Confidiamo che siano confermate le rassicurazioni sulla semplificazione delle procedure di accoglienza – sottolinea il presidente di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna -: va infatti garantito lo status di rifugiati ai profughi in arrivo dall’Ucraina così da ottenere la protezione internazionale ed evitare le richieste di asilo che intasano le commissioni territoriali, deve essere favorita la possibilità per aziende o famiglie italiane di dare lavoro a queste persone, infine occorre una forte attenzione sul fronte sanitario in funzione anti-Covid, promuovendo la vaccinazione all’interno di una popolazione che vi ha aderito in maniera inferiore rispetto alla nostra”.


“Dal punto di vista logistico – continua Dal Pozzo – siamo impegnati a reperire un sufficiente numero di alloggi e strutture per ospitare le famiglie ucraine, grazie alla rete di accoglienza già presente nei territori e che coinvolge le cooperative di settori diversi (come quello dell’abitazione), altre realtà del Terzo Settore, le Caritas, le parrocchie e tutto il mondo del volontariato. Occorrono spazi adeguati per questi nuclei, che difficilmente possono essere ospitati in grandi centri. Ma, come abbiamo sempre ribadito, il nostro compito non si limita a garantire un tetto: siamo infatti chiamati a promuovere progetti di inclusione e integrazione per inserire queste persone all’interno del nostro tessuto sociale ed economico”.


In queste ore sono in corso i necessari approfondimenti con le Autorità per predi-sporre strutture, spazi e servizi da destinare all’accoglienza dei cittadini ucraini. “Come accaduto l’estate scorsa con le famiglie in fuga dall’Afghanistan – conclude Dal Pozzo -, le cooperative sociali stanno mettendo in campo uno sforzo duplice: trattandosi in gran parte di nuclei familiari composti perlopiù da donne, bambini e anziani, occorre prevedere una pluralità di servizi di sostegno così da rispondere a tutte le diverse categorie di persone coinvolte”.
 

«Davanti a una tragedia come quella che sta vivendo la popolazione ucraina non possiamo restare inermi. Ce lo chiede la nostra coscienza cristiana, lo impone il nostro essere cooperatori. Per questo Confcooperative ha deciso di promuovere una raccolta fondi che supporti le attività della Croce Rossa Italiana». 

 

Ad annunciarlo è Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative. È stato attivato un conto corrente dedicato sul quale sarà possibile versare le donazioni di tutto il nostro sistema confederale: unioni territoriali, società di sistema, banche di credito cooperativo, cooperative. Da questo conto, i fondi saranno trasferiti direttamente alla Croce Rossa Italiana che li destinerà alle azioni poste in essere nell'ambito dell'emergenza in Ucraina.  

 

«Siamo di fronte ad un'altra prova a cui non possiamo sottrarci – conclude Gardini – in questo momento, mentre risuona l'eco delle bombe e si leva la polvere della distruzione abbiamo il dovere di cooperare in ogni forma possibile. La guerra viola e calpesta ogni concetto libertà e di democrazia che difendiamo da sempre, anche nel fare impresa».  

 

Il numero di conto corrente dedicato IBAN: IT76A0832703221000000005516 Causale: Confcooperative per l'Ucraina per poter contribuire alla raccolta fondi di Croce Rossa Italiana.

 

Tutti gli aggiornamenti sulle attività della Croce Rossa Italiana al link: https://cri.it/emergenzaucraina/.

  • accompagnamento alla crescita sulla base di una strategia imprenditoriale a rete;
  • rafforzamento strutturale e patrimoniale;
  • risposta a specifiche esigenze di settore;
  • innovazione tecnologica e digitalizzazione;
  • innovazione organizzativa;
  • sostenibilità ambientale, economica e sociale  

La call riconosce ai migliori progetti la copertura dell’80% delle spese ammesse (massimo € 200.000). Tali importi vengono cosi erogati:

  • 30% massimo a fondo perduto,
  • 50% massimo finanziamento bancario BCC o altre banche di sistema, assistito da garanzia del Cooperfidi Italia per almeno il 50%.

Il finanziamento bancario è finalizzato alla capitalizzazione, a fronte di una delibera di aumento di capitale sociale da parte della cooperativa per un importo minimo del 20% del finanziamento bancario stesso.

Verrà inoltre riconosciuto un rimborso degli interessi bancari e/o dei costi della garanzia fino ad un massimo di € 10.000,

  • 20% massimo a carico della cooperativa.

https://www.fondosviluppo.it/Dettaglio/ArtMID/679/ArticleID/895/CALL-INNOVAZIONE-WELFARE-E-SANIT192

 

Si possono trovare maggiori informazioni nei documenti allegati.

Chiara Laghi è stata confermata all’unanimità presidente di Confcooperative Cultura Turismo Sport Emilia Romagna, la federazione regionale che riunisce 148 cooperative attive nei tre diversi settori, con 9.232 soci, 1.287 addetti e un volume d’affari di 50 milioni di euro. L’elezione è arrivata al termine dell’assemblea regionale della federazione svoltasi questa mattina al Palazzo della Cooperazione di Bologna, nel corso della quale sono intervenuti (tra gli altri) l’ex CT della Nazionale di Pallavolo Mauro Berruto, il direttore del Centro Studi e vicesegretario generale di Unioncamere Emilia-Romagna Guido Caselli e l’assessore regionale a Turismo e Commercio Andrea Corsini.

I lavori sono stati aperti dal saluto del presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza, mentre le conclusioni sono state affidate alla presidente nazionale di Confcooperative Cultura Turismo Sport Irene Bongiovanni.

Faentina, 44 anni, fin dall’inizio della sua attività professionale impegnata nella cooperazione culturale con particolare attenzione alla collaborazione con enti pubblici ed ecclesiastici, Chiara Laghi inizia così il suo secondo mandato alla presidenza della federazione regionale che ha guidato negli ultimi 4 anni, nel corso dei quali ha ricoperto anche l’incarico di vicepresidente nazionale.

“La pandemia ha mostrato la vulnerabilità dei nostri settori, spesso a torto considerati non essenziali. Noi riteniamo invece che cultura, turismo e sport abbiano una funzione fondamentale per la nostra società, anche in termini di prevenzione di problemi sociali, sanitari ed educativi. Una funzione che va pienamente riconosciuta” ha dichiarato Chiara Laghi, riconfermata presidente di Confcooperative Cultura Turismo Sport Emilia Romagna. “Sono stati anni molto difficili, le nostre imprese sono diminuite e, rispetto al periodo pre-pandemia, i fatturati si sono fortemente ridotti a causa dello stop generalizzato a quasi tutte le attività. Non bastasse – ha aggiunto Laghi - adesso ci troviamo a fare i conti con i rincari energetici e in generale con l’inflazione, che indurrà le famiglie a ridurre ulteriormente l’accesso ai servizi offerti dalle nostre imprese”. Tuttavia, la riconfermata presidente ha voluto porre l’accento puntando sull’ottimismo che deve caratterizzare questi settori. “Non possiamo più limitarci a svolgere l’attività di rappresentanza istituzionale, come fatto in questi anni – ha chiosato Laghi – perché, anche alla luce delle opportunità aperte dal PNRR, siamo chiamati come Federazione ad essere propulsori e promotori di progettualità e iniziative capaci di mettere insieme territori, settori produttivi diversi, competenze e tecnologie. Come accaduto con i recenti Bandi Borghi o con strumenti come l’Art Bonus, la funzione della cooperazione culturale, del turismo e dello sport è quella di farsi strumento di co-progettazione al servizio delle nostre comunità”.

“Lo sport e la cultura rappresentano elementi fondamentali della nostra offerta turistica regionale, soprattutto in chiave di marketing territoriale – ha detto nel suo intervento Andrea Corsini, assessore regionale a Turismo e Commercio -. Pensiamo, ad esempio, ai 100 grandi eventi sportivi che ospiteremo quest’anno, a partire dalla Formula 1 a Imola con l’indotto che genera, e al boom che hanno conosciuto i cammini religiosi e spirituali, per i quali abbiamo sottoscritto un apposito accordo con la Conferenza episcopale. È soprattutto in ambiti come questi che la cooperazione può contribuire allo sviluppo dei territori, nonostante tutte le difficoltà che questi settori hanno vissuto negli ultimi due anni”.

Produzione e autoconsumo di energia, in particolare da fonti rinnovabili e attraverso le comunità energetiche. Sviluppo della distribuzione commerciale cooperativa e dei servizi di prossimità. E ancora: investimenti su welfare e previdenza integrativa, sostegno alle imprese per favorirne un rafforzamento patrimoniale, promozione delle mutue sanitarie. Sono queste le priorità indicate da Roberto Savini, riconfermato presidente di Confcooperative Consumo e Utenza Emilia Romagna nel corso dell’assemblea della federazione regionale tenutasi questa mattina al Palazzo della Cooperazione di Bologna.


Cinquantaquattro anni, vicepresidente di Cofra (cooperativa di consumatori con sede a Faenza) e già presidente nazionale di Confcooperative Consumo e Utenza, Savini guiderà per un altro mandato quadriennale la federazione regionale che riunisce 38 cooperative di consumo, distribuzione, utenza, assicurazione e mutue sanitarie, con 1.005 occupati, 61.442 soci e un volume d’affari sviluppato dalle imprese aderenti di 813 milioni di euro.


“I soci delle nostre cooperative sono cresciuti dell’11,5% negli ultimi quattro anni, con oltre 6.000 nuovi ingressi, mentre gli addetti sono rimasti stabili sopra quota 1.000 nonostante il periodo di grande difficoltà” ha precisato Savini sottolineando come, soprattutto negli ultimi due anni, “le nostre cooperative hanno garantito i servizi essenziali alimentari ed energetici, aiutando famiglie e piccole e medie imprese ad attraversare l’emergenza sanitaria e la crisi economica. Spesso queste imprese hanno rinunciato ai margini per salvaguardare la qualità del consumo di beni e servizi, l’acquisto di energia a prezzi calmierati, il potere d’acquisto delle famiglie e l’occupazione”.


In un’epoca di grandi incertezze, ha aggiunto Savini, “la cooperazione di consumo e utenza non rinuncia ai propri capisaldi e alle proprie certezze quali la centralità della persona, l’attenzione alla comunità, la vicinanza al territorio, la mutualità e la democrazia economica”.
“Nei prossimi anni – ha aggiunto Savini – come Federazione dovremo stare sempre più vicini alle nostre cooperative, accompagnarle nei processi di riorganizzazione e patrimonializzazione, cogliendo i segnali fertili che arrivano soprattutto dalle comunità locali e puntando sui nuovi servizi digitali. Ci aspettano grandi sfide, a partire dal confronto sulla legge regionale per le comunità energetiche che ci vede in prima linea per promuovere il modello di impresa cooperativa e per favorire la transizione ecologica ed energetica per le famiglie e le imprese”.
 

Il nuovo Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa ha incontrato ieri i vertici di Confcooperative Romagna. Ad accoglierlo, nella sede dell’Associazione di via Di Roma 108, c’erano il Presidente Mauro Neri, il Segretario Generale Mirco Coriaci e il Direttore Generale Andrea Pazzi. 


Tra gli argomenti al centro del confronto, oltre ad una breve presentazione dell’Associazione territoriale e del ruolo che ha all’interno del tessuto economico e sociale ravennate, ci sono stati i rapporti tra il sistema cooperativo e le altre Associazioni di rappresentanza, le esigenze e le priorità delle imprese cooperative del territorio, il ruolo delle cooperative per il sostegno all’occupazione, al welfare e allo sviluppo del sistema romagnolo.  


Concooperative Romagna rappresenta 577 cooperative che operano nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini dando lavoro a oltre 39.000 persone (di cui quasi 25.000 sono donne). Confcooperative Romagna è la prima unione territoriale dell’Emilia-Romagna per numero di cooperative rappresentate, una base sociale ampia e diversificata che opera nel settore industriale e servizi (190 cooperative), sociale (182 cooperative), agroalimentare e pesca (101 cooperative), cultura, turismo e sport (59 cooperative), edilizia e abitazione (19 cooperative), consumo e utenza (10 cooperative), sanità (9 cooperative) e credito cooperativo (7 cooperative).  
 

Si è concluso il progetto biennale “Talents4coop. Innovare le competenze per disegnare il futuro” promosso da Confcooperative Emilia Romagna in collaborazione con Social Seed e il sostegno della Regione Emilia-Romagna, finalizzato a promuovere pratiche di innovazione aperta all'interno del sistema cooperativo.

 

Sono stati sette i progetti di innovazione presentati all'evento conclusivo di Bologna, frutto del lavoro di due anni che ha visto coinvolte nove cooperative nella definizione di nuovi servizi e prodotti, e nella revisione di modelli e aree organizzative per incrementare la competitività delle imprese e allargare la sfera di azione.
Digitalizzazione, rapporti con le comunità e ingaggio delle persone, consorzi di rete tra imprese per aggregare competenze: queste le tre direttrici seguite nel biennio, che hanno portato all'ideazione di attività in alcuni casi già partite.

 

Grande attenzione innanzitutto ai giovani, come testimoniato dallo sportello “So.Youz – Spazio ai giovani” del Consorzio Solidarietà Sociale Forlì-Cesena, pensato per aggregare i servizi di orientamento al lavoro rivolti ai ragazzi, e dal format Coop Caffè lanciato a Ravenna per coinvolgere gli under 40 all'interno di Confcooperative Romagna. Il Consorzio Ferrara Prossima si è concentrato invece sull'allargamento dei servizi della piattaforma di welfare territoriale Noemi, chiamata anche ad occuparsi della filiera turistica con particolare attenzione all'ambito sociale. Mentre il Gruppo cooperativo Solco Civitas di Imola e Bologna e La Venenta di Bologna hanno definito la creazione di team di innovazione interna per migliorare i propri modelli organizzativi. Focus sulla digitalizzazio per Onyva di Modena, che ha messo in piedi un servizio ad hoc (Assist) di consulenza digitale per il Terzo Settore, mentre Ecosapiens/L'Ovile e Heron di Reggio Emilia hanno unito le competenze in ambito sociale e sportivo per studiare iniziative congiunte in grado di promuovere la sostenibilità attraverso lo sport. Infine, a Piacenza CoolTour si è cimentata sulla possibilità di aumentare la fruibilità dei beni culturali nelle scuole anche attraverso il ricorso alla gamification e più in generale al format dei videogiochi.

 

“È dal 2015 che siamo impegnati a diffondere tra le nostre cooperative la cultura dell'innovazione aperta, per la quale abbiamo pubblicato una guida ed elargito premi. Con Talents4coop siamo entrati nel merito di alcuni progetti nei territori, aiutando le imprese a ripensare servizi e strategie – ha detto il direttore di Confcooperative Emilia Romagna, Pierlorenzo Rossi -. È quel che dovremo sempre più fare anche in futuro: da qui l'idea di studiare un nuovo progetto per il prossimo biennio finalizzato ad aumentare le competenze delle nostre Unioni territoriali per promuovere l'innovazione aperta tra le cooperative aderenti”.

 

“Per la Regione puntare sull'innovazione significa comprendere quali sono i nuovi bisogni e dare risposte creando sviluppo, coesione e sostenibilità – ha sottolinea Morena Diazzi, direttrice generale economia delle conoscenze, del lavoro e delle imprese per Regione Emilia-Romagna -. La legge regionale 6 del 2006 aveva già previsto forme di sostegno adeguate; oggi con la nuova Strategia 2021-27 abbiamo grandi sfide da affrontare a partire da digitalizzazione, benessere, competenze ed economia urbana, con l'idea di creare un hub per l'innovazione sociale capace di garantire il massimo protagonismo alla partnership pubblico-privato”.

 

Nel corso dell'evento, i rappresentanti delle cooperative si sono confrontati in tre specifici tavoli di lavoro con appositi mentor: Gianluca Fabbri (sales manager di Gencom) per la digitalizzazione, Anna Riva (open innovation manager Consorzio Consolida Lecco) per consorzi 2.0 e reti, Sergio Galasso (co-founder Itinerari Paralleli) per ingaggio di comunità. L'iniziativa è stata conclusa dall'intervento di Paolo Venturi, direttore di Aiccon.

Con una formula mista, metà in presenza e metà in onda su Teleromagna, i cooperatori e le cooperatrici di Confcooperative Romagna si riuniscono per la 44esima Festa della Cooperazione, con appuntamenti fino al 5 maggio 2022. 

“Stiamo attraversando un difficile periodo storico, siamo ancora in balia degli eventi, con la pandemia che non ci lascia liberi di tornare alla piena normalità delle nostre vite e le sconvolgenti notizie che arrivano dall’Ucraina - sottolinea Mauro Neri, presidente Confcooperative Romagna -. Abbiamo deciso di andare avanti con l’organizzazione della Festa della Cooperazione perché pensiamo che proprio nei momenti più difficili sia necessario dare un segnale di speranza e di ripartenza, in particolar modo a tutte le imprese e a tutte le persone che tanto hanno dato in questi ultimi due anni. Per questo motivo ci riuniremo a Bagnacavallo città che, grazie all’attivissimo comitato organizzatore, rappresenta da sempre il cuore di questo evento diventato ormai una tradizione, e andremo in onda su Teleromagna con approfondimenti diversi, in modo da raggiungere e coinvolgere tutta la Romagna”. 

La Festa a Bagnacavallo 

Gli eventi in presenza si svolgeranno tutti presso lo stabilimento Agrintesa di via Boncellino a Bagnacavallo. Si parte venerdì 29 aprile alle 18.30 con l’apertura della Festa e a seguire, alle ore 19, con l’evento dedicato al mezzo secolo della cooperativa Rose e Fiori. Si continua sabato 30 aprile alle ore 18.30 con l’approfondimento “Il sostegno della nuova Pac alla transizione ecologica” riservato ai delegati di Agrintesa e Agrisol insieme all’Assessore regionale all’Agricoltura Alessio Mammi. Il clou del programma arriva domenica 1° maggio alle ore 10 con la Santa Messa celebrata da don Mario Diana, seguito dal pranzo della cooperazione (solo su prenotazione telefonando a 0545 926602, 0545 60296, 0546 623101 dalle 9 alle 12) e da un pomeriggio di spettacoli e buon cibo.  

 

La Festa su Teleromagna 

Sono 4 gli approfondimenti che andranno in onda su Teleromagna sotto forma di talk show condotti da Claudia D’Angelo. Dopo il primo appuntamento andato in onda martedì 26 aprile “L’agricoltura che resiste. Come la cooperazione garantisce sostenibilità a un settore attraversato da profondi mutamenti” (in replica mercoledì 27 aprile alle ore 23 sul canale 14), i talk show proseguono giovedì 28 aprile alle ore 21 su TR24 (canale 78) con “Sostenibilità, tradizione e innovazione dell’agroalimentare. Le buone prassi cooperative dalla zootecnia al biologico e all’economia circolare” (in replica mercoledì 4 maggio alle ore 23 sul canale 14). Si continua martedì 3 maggio con “Le nuove frontiere cooperative. Workers buyout e Cooperative di comunità, gli strumenti della cooperazione per un sistema socio economico a misura di persona” in onda alle ore 21 su TR24 canale 78 (in replica sabato 7 maggio alle ore 17 sul canale 14). Infine l’ultimo approfondimento, dal titolo “Pnrr e sviluppo del welfare locale. La nuova direzione dei servizi alla persona tra risorse, opportunità e insidie” in onda mercoledì 5 maggio alle ore 21 su TR24 canale 78 (in replica domenica 8 maggio alle ore 17 sul canale 14). 

Il corso, in formato webinar, è articolato in due moduli: il primo si svolgerà il 6 maggio dalle 14.30 alle 18.30 e approfondirà il tema dei contratti pubblici nell'ambito dei programmi del Pnrr mentre il secondo, previsto per il 10 maggio alla stessa ora, si dedicherà in particolare al tema della co-programmazione e co-progettazione tra pubblico e privato.

 

Per iscriversi e ricevere il link: romagna@confcooperative.it

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Il Dott. Euro Grassi è stato confermato presidente di Confcooperative Sanità Emilia Romagna, la Federazione regionale che riunisce 33 cooperative di medici, farmacisti, infermieri e mutue, con 35.700 soci e 800 addetti. La rielezione è avvenuta nel corso dell’assemblea regionale svoltasi al Palazzo della Cooperazione di Bologna, alla presenza – tra gli altri - dell’assessore regionale alle Politiche per la Salute Raffaele Donini, del presidente nazionale di Confcooperative Sanità Dott. Giuseppe Milanese e del presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza.

Medico di Medicina Generale, specializzato in neurologia e medicina dello sport, il Dott. Grassi è tra i fondatori della Cooperativa Medicina Generale di Reggio Emilia, che oggi riunisce oltre 240 Medici di Medicina Generale del territorio reggiano.

“La pandemia ha insegnato che alla sanità emiliano-romagnola non servono nuove costruzioni – ha detto il Dott. Euro Grassi - ma più investimenti su servizi territoriali e cure primarie, infermieri e collaboratori di studio ai MMG, domiciliarità, telemedicina e digitalizzazione in rete fra i MMG e gli specialisti dipendenti e convenzionati. È quanto stiamo chiedendo alla Regione, perché il ruolo della cooperazione sanitaria è quello di avvicinare i servizi ai cittadini, abbattendo le liste di attesa e l’intasamento dei Pronto Soccorso, delle terapie intensive e in generale degli ospedali e delle strutture sanitarie. Occorre puntare ancora di più sulle cooperative di medici e di operatori socio-sanitari che possono risultare strategiche per migliorare i servizi sanitari ai cittadini”.

“La cooperazione sanitaria, in un’ottica di sempre maggiore integrazione con la cooperazione sociale, è chiamata a proporre un nuovo modello sussidiario di sanità basato su assistenza ambulatoriale e domiciliare – ha aggiunto il Dott. Grassi -, per dare risposte ai nuovi bisogni che emergono nelle comunità. Dobbiamo riportare la sanità più vicina ai cittadini, e questo il Sistema Sanitario Nazionale non lo può fare senza il fondamentale apporto delle cooperative”.

“L’Italia è tra gli ultimi Paesi europei nei livelli di assistenza domiciliare pur avendo un elevato numero di ultra 65enni – ha aggiunto il Dott. Giuseppe Milanese, presidente nazionale di Confcooperative Sanità -. Per avviare percorsi di cura nelle case delle persone serve un sistema territoriale con una governance definita, che sia integrato con nuove figure professionali come quella dell’operatore socio-sanitario specializzato che stiamo chiedendo di inserire e in alcune Regioni si sta già provvedendo a formare. La cooperazione rappresenta il soggetto ideale per portare avanti le politiche di assistenza primaria attraverso il lavoro delle cooperative di medici, farmacisti, operatori socio-sanitari e delle società di mutuo-soccorso, lavorando in maniera sussidiaria per supportare il Sistema Sanitario Nazionale in questa azione”.

“Le politiche sanitarie non possono prescindere dalle risorse. Per questo occorre che lo Stato sostenga le Regioni salvaguardandone la sostenibilità economica – ha detto l’assessore regionale alle Politiche per la Salute Raffaele Donini -. Per affrontare l’emergenza Covid la nostra Regione ha speso 800 milioni di euro, soldi che lo Stato non ha riconosciuto né come rimborsi, né come finanziamento al Fondo sanitario regionale. Per questo diciamo che occorre tornare a valorizzare la sanità, attrezzarla per affrontare le sfide emergenziali che vanno oltre il Covid, come ad esempio la carenza di personale, l’assistenza domiciliare e l’investimento nelle strutture. Ma senza risorse adeguate diventa anche difficile avviare quelle iniziative di co-programmazione e co-progettazione su cui la cooperazione socio-sanitaria crede molto”.

Si intitola «Strumenti cooperativi a supporto della crisi di impresa: dal workers buyout alla cooperativa artigiana, le soluzioni per partire e ri-partire» il seminario che si svolgerà giovedì 12 maggio dalle 16.45 alle 19.30 nella Sala Fabbri della BCC Malatestiana di Rimini (via XX Settembre 1870 n. 63). L’approfondimento è organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e con il patrocinio dell’Università di Bologna e riconosce ai partecipanti i crediti formativi necessari all’aggiornamento professionale degli iscritti all’Albo dell’Ordine dei Commercialisti.

L’introduzione del corso sarà a cura del Prof. Giuseppe Savioli, Ordinario Università di Bologna e Presidente Ordine dei Commercialisti di Rimini cui seguirà l’intervento di Pierpaolo Baroni, referente Workers Buyout di Confcooperative Romagna sul tema «Lo strumento del workers buyout cooperativo». Successivamente Roberto Righetti, direttore di Linker Romagna, approfondirà il tema «La Cooperativa Artigiana, quale strumento flessibile per le start up» e Mauro Frangi, Presidente Cooperazione Finanza Impresa e Cooperfidi Italia parlerà di «Finanza Cooperativa». Le conclusioni saranno affidate ad Andrea Pazzi Direttore Generale Confcooperative Romagna

Per iscriversi inviare un’email a Manuela Cavina cavina.m@confcooperative.it inserendo nome, cognome e ordine di provenienza entro le 18 dell’11 maggio 2022. Per informazioni 0546 26084.

Hanno salvaguardato e aumentato i posti di lavoro e il fatturato, continuando a garantire i servizi essenziali di welfare anche nei momenti più difficili della pandemia. Tutto questo però a scapito degli utili di impresa, pressoché azzerati soprattutto a seguito del Covid e dell’aumento dei costi, a partire da quelli energetici. Per questo ora chiedono con ancora più forza alle Istituzioni di tutti i livelli un sostegno concreto affinché sia valorizzato il lavoro sociale, al quale occorre restituire dignità anche in termini di riconoscimento economico.

 

È questo il messaggio forte lanciato dall’assemblea regionale di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna dal titolo “Su la testa! Le cooperative sociali includono” tenutasi questa mattina al Sydney Hotel di Bologna e che si è conclusa con l’elezione di Antonio Buzzi a nuovo presidente della Federazione regionale.

 

L’evento si è svolto con la partecipazione straordinaria di oltre 140 delegati in rappresentanza delle 460 cooperative sociali aderenti alla Federazione regionale, che occupano 29.917 persone (74% a tempo indeterminato, per il 66% donne e con quasi 11.000 lavoratori svantaggiati), con 23.947 soci (rappresentano il 55% dei lavoratori) e un volume d’affari sviluppato di 1 miliardo e 67 milioni di euro. È intervenuta anche la vicepresidente di Regione Emilia-Romagna con delega alle Politiche sociali, Elly Schlein. Presenti, tra gli altri, anche il presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza e il presidente nazionale di Confcooperative Federsolidarietà Stefano Granata, oltre ai rappresentanti delle altre centrali cooperative e del Forum Terzo Settore dell’Emilia-Romagna.

 

“Tra il 2018 e il 2021 abbiamo registrato una crescita del 23% degli occupati nelle nostre cooperative sociali con +38% di lavoratori svantaggiati, e un aumento di 10% del fatturato che ha così superato il miliardo di euro – ha detto nella sua relazione

Luca Dal Pozzo, presidente uscente di Confcooperative Federsolidarietà Emilia Romagna -.

Gli utili da 13 milioni di euro del 2018 si sono ridotti ad appena 2 milioni di euro dell’anno scorso, e questo perché abbiamo scelto di salvaguardare i posti di lavoro e la sostenibilità delle nostre imprese, facendo importanti sacrifici sotto tutti i punti di vista”. “Questa situazione – ha detto Dal Pozzo - deve indurre tutti ad una riflessione: solo con una forte scelta sussidiaria da parte delle Istituzioni e la disponibilità a investire risorse aggiuntive possiamo continuare a garantire la tenuta del modello di welfare emiliano-romagnolo, basato sulla collaborazione consolidata tra Enti pubblici e Terzo Settore. È l’unica strada che abbiamo per mantenere qualità, quantità e universalità dei servizi, e per ridare dignità al lavoro sociale che merita un adeguato riconoscimento anche in termini economici. Ma tutto questo – ha aggiunto Dal Pozzo, che continuerà a mantenere la carica di vicepresidente di Confcooperative Emilia Romagna con delega all’intersettorialità - parte da un cambiamento culturale, sia da parte delle Istituzioni che delle imprese profit e dei cittadini: siamo tutti chiamati a riconoscere il valore e la dignità del lavoro sociale”.

 

“Non possiamo spiegare la tenuta del sistema di welfare dell’Emilia-Romagna senza il contributo fondamentale della cooperazione sociale – ha detto Elly Schlein, vicepresidente di Regione Emilia-Romagna con delega alle Politiche sociali -. Per questo continueremo a non voltarci dall’altra parte di fronte alle vostre istanze e siamo impegnati insieme a voi a valorizzare il lavoro sociale, cercando un punto di equilibrio condiviso con gli altri Enti pubblici per un adeguato riconoscimento dei servizi svolti dal Terzo Settore, che ha una funzione imprescindibile. Viviamo una contingenza difficilissima ma favorevole in termini di risorse a partire da quelle del PNRR. Tuttavia non siamo del tutto soddisfatti del dialogo con il Governo; al momento infatti sono rimaste fuori alcune priorità di investimenti come quelle sulla riqualificazione delle strutture residenziali e semi-residenziali, per le quali dovremo trovare insieme nuove forme di finanziamento”

Il Fondo Nuove Competenze, istituito inizialmente con il Decreto Rilancio per aiutare le imprese a reagire dalla crisi, è un fondo pubblico costruito conrisorse della comunità europea, che oggi continua a finanziare e supportare l'approfondimento e lo sviluppo di competenze per soddisfare i bisogni emergenti delle imprese.

 

Il FNC è gestito dall'Agenzia Nazionale Politiche attive del lavoro (ANPAL) e rimborsa il costo, inclusi i contributi previdenziali e assistenziali, delle ore di lavoro in riduzione, destinate alla frequenza dei percorsi di sviluppo delle competenze da parte dei lavoratori, fino a 250 ore per ogni dipendente in formazione. Le agevolazioni previste dal Fondo Nuove Competenze sono inoltre cumulabili con quelle previste dai Fondi Interprofessionali; ciò consente alle cooperative di formare i propri lavoratori in modo del tutto gratuito.


Possono accedere le imprese che applicano un CCNL e che hanno al proprio interno programmi di training on the job o altre dinamiche di formazione anche continua (non obbligatoria), con lo scopo di far crescere l’azienda, aumentarne la sua competitività nel mercato tradizionale o in nuovi mercati, prodotti, processi.

 

Con la finanziaria 2022, il Fondo è stato rifinanziato in modo significativo; ANPAL ha preannunciato l’apertura del nuovo Avviso Pubblico per il 2022 che dovrebbe essere pubblicato entro giugno.

 

Confcooperative mette a disposizione delle cooperative un servizio di consulenza, gestito da una società di professionisti di esperienza, che prevede di:
- affiancare le cooperative nell’analisi interna, nella progettazione e preparazione della documentazione necessaria, nell’invio della domanda e nella gestione della scrivania digitale MAY ANPAL.
- guidare le cooperative nella gestione ed eventuale integrazione tra il Fon. Coop e il FNC; nell’attestazione delle competenze acquisite e nelle certificazioni e di supportarti nella rendicontazione del piano FNC.

 

Per maggiorni informazioni contattare 

Katia Gulino - gulino.k@confcooperative.it
Miriam Nardone - nardone.m@confcooperative.it
 

«Strumenti a sostegno delle imprese: finanza agevolata, PNRR e bandi» è il titolo del seminario informativo in programma martedì 24 maggio dalle 9 alle 12.30 al Centro Congressi di Milano Marittima (viale Jelenia Gora 12) promosso da Confcooperative Romagna e Linker Romagna.  

L’approfondimento tratterà le seguenti tematiche:  

•  finanza di sistema per le imprese cooperative. Nuove opportunità e progetti in corso 

• i bandi del Pnrr: le misure per le cooperative (contributi e finanziamenti) 

• piano transizione 4.0: ricerca e sviluppo, credito d'imposta, innovazione digitale e tecnologica 

• il mondo agricolo e agroindustriale verso la transizione ecologica ed economica 

Relatori della mattinata saranno Roberto Righetti, Silvia Pirini Casadei, Maria Paone, Afro Stecchezzini, Pier Luigi Errani. 

Per iscriversi è sufficiente mandare un’email a romagna@confcooperative.it scrivendo nome, cognome e impresa.  

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È Raffaele Drei il nuovo presidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna, organizzazione che riunisce 385 cooperative agroalimentari e della pesca con oltre 51.000 soci, 18.400 addetti e un fatturato che supera i 9,5 miliardi di euro. Drei guiderà la Federazione regionale per i prossimi 4 anni, ricevendo il testimone dal presidente uscente Carlo Piccinini (vicepresidente della Cantina di Carpi e Sorbara), che ha completato i due mandati rimanendo in carica per 8 anni. 

L’elezione di Drei è arrivata al termine dell’assemblea regionale di Federazione dal titolo “La cooperazione nella transizione dell’agroalimentare italiano”, svoltasi questa mattina al Savoia Regency Hotel di Bologna davanti a 130 delegati. I lavori si sono aperti con il saluto del presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza

 

Cinquantasette anni, faentino e titolare di un’azienda frutticola e viticola, già presidente per oltre 20 anni della cooperativa Agrintesa di Faenza (leader a livello europeo nel comparto ortofrutticolo e vitivinicolo), Raffaele Drei è attualmente presidente del centro di ricerca Ri.Nova di Cesena e vicepresidente di Conserve Italia, il Gruppo cooperativo dei marchi Valfrutta, Cirio, Yoga, Derby Blue e Jolly Colombani. 

“Sono grato a tutti i cooperatori che mi hanno conferito questa importante responsabilità – ha commentato il neopresidente Raffaele Drei -. Ci aspettano grandi sfide: cambiamenti climatici, emergenze fitosanitarie, pandemia e tensioni negli equilibri geopolitici internazionali conseguenti al drammatico conflitto in corso, sono tutti avvenimenti che richiedono un ripensamento strategico per l’agroalimentare. Proprio in un contesto così complicato, la cooperazione rappresenta uno dei pochi reali strumenti a disposizione del mondo agricolo per aggregare forze, integrare filiere e distribuire valore accrescendo il reddito degli agricoltori. Soprattutto in Emilia-Romagna, le nostre cooperative sono l’esempio di come si possa garantire sostenibilità economica e futuro alle aziende agricole, molte delle quali non potrebbero da sole raggiungere i mercati internazionali. Credo che questo modello, che vanta una storia centenaria e ha dimostrato tutta la sua resilienza, vada maggiormente sostenuto e diffuso, a beneficio dell’intero sistema agroalimentare italiano. Il mio impegno, insieme a quello di tutto il nuovo consiglio regionale, – ha concluso il neo presidente di Confcooperative FedAgriPesca Emilia Romagna – sarà quello di sostenere e accompagnare le cooperative e le imprese agricole socie nella difficile fase di transizione che le attende”. 

 

“Negli ultimi 4 anni (2018-2021) – ha spiegato il presidente uscente Carlo Piccinini nella sua relazione - le cooperative aderenti alla Federazione hanno aumentato il fatturato del 3% nonostante le pesanti difficoltà registrate: dagli effetti della pandemia agli eventi calamitosi che hanno colpito in particolare alcuni comparti, come gelate tardive e cimice asiatica per l’ortofrutta. La contrazione degli occupati tra le cooperative aderenti alla Federazione regionale (-3%) – ha aggiunto Piccinini - va letta come un ‘risultato positivo’ e di tenuta visto il contesto di riferimento, mentre il calo del numero di cooperative (-10%) e dei soci (-6%) è da collegare a dinamiche strutturali di settore come le politiche di aggregazione e come il trend di diminuzione delle aziende agricole in corso in tutto il Paese”. 

“Agricoltura e pesca sono le prime vittime dei cambiamenti climatici – ha sottolineato Piccinini -. Noi vogliamo produrre compatibilmente con il rispetto dell’ambiente ma per farlo dobbiamo essere accompagnati, con risorse e tempi adeguati, nel percorso complesso di transizione ecologica, che per molti produttori può essere preludio di chiusure o forti ridimensionamenti delle attività. La guerra in Ucraina e lo sconvolgimento degli equilibri geopolitici impongono inoltre un serio ripensamento strategico su come combinare sostenibilità ambientale e capacità di autoapprovvigionamento alimentare. Credo che la nuova PAC debba necessariamente tenere conto di questi elementi, per questo auspichiamo che possa essere ripensata in alcuni suoi aspetti”.  

 

Dopo la parte interna, spazio a quella pubblica aperta dall’intervento di Ersilia Di Tullio, senior project manager di Nomisma, sul tema “Una nuova prospettiva per l’agroalimentare dell’Emilia-Romagna”. A seguire la tavola rotonda con la partecipazione, oltre che dei rappresentanti della cooperazione agroalimentare emiliano-romagnola, anche del presidente di Ismea prof. Angelo Frascarelli e del direttore generale dell’Assessorato all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia Romagna, dott. Valtiero Mazzotti. In conclusione, l’intervento di Giorgio Mercuri, presidente nazionale di Confcooperative FedAgriPesca e di Alleanza Cooperative Agroalimentari. 

 

IL NUOVO CONSIGLIO REGIONALE DI CONFCOOPERATIVE FEDAGRIPESCA EMILIA ROMAGNA (consiglieri suddivisi per provincia con riferimento al settore di appartenenza della propria cooperativa) 

 

Bologna: Giovanni Bettizi (zootecnico), Isaia Puddu (lattiero-caseario), Piero Cavrini (grandi colture e servizi), Roberto Cera (ortofrutticolo), Giorgio Baraccani (zootecnico), Michele Filippini (grandi colture e servizi), Emanuele Coletti (grandi colture e servizi), Maurizio Albertazzi (forestale). 

Ravenna: Aristide Castellari (ortofrutticolo), Carlo Dalmonte (vitivinicolo), Massimo Passanti (biologico), Domenico Calderoni (grandi colture e servizi), Davide Vernocchi (ortofrutticolo). 

Forlì-Cesena: Stefano Lazzarini (vitivinicolo), Realdo Mastini (ortofrutticolo), Marco Mosti (biologico), Maurizio Pagliarani (biologico), Paolo Piovaccari (ortofrutticolo), Guido Sassi (zootecnico). 

Rimini: Gianluigi Draghi (forestale). 

Ferrara: Paolo Cazzola (pesca), Roberto Crosara (grandi colture e servizi), Alessio Tagliati (pesca), Michele Mangolini (ortofrutticolo), Vadis Paesanti (pesca), Aldo Rizzoglio (ortofrutticolo). 

Modena: Adriano Aldrovandi (ortofrutticolo), Mirella Giannasi (forestale), Giuseppe Fontana (lattiero-caseario), Vanni Girotti (ortofrutticolo), Andrea Nascimbeni (lattiero-caseario), Carlo Piccinini (vitivinicolo). 

Reggio Emilia: Vanni Ferrari (vitivinicolo), Pietro Pinetti (lattiero-caseario), Nicola Filippini (lattiero-caseario), Davide Frascari (vitivinicolo), Pierantonio Pelosi (lattiero-caseario), Erika Sartori (lattiero-caseario), Francesca Bertolini (lattiero-caseario). 

Parma: Luca Cotti (lattiero-caseario), Gian Paolo Emanueli (forestale), Roberto Gelfi (lattiero-caseario), Luciano Maggiali (lattiero-caseario), Saverio Delsante (lattiero-caseario), Giacomo Ramelli (lattiero-caseario), Elisa Cugini (lattiero-caseario), Corrado Barella (zootecnico). 

Piacenza: Claudio Bettino Emilio Franchini (vitivinicolo), Giancarlo Gambazza (lattiero-caseario), Francesco Rastelli (ortofrutticolo), Marco Crotti (grandi colture e servizi). 

“Non bastava lo stop alle uniche sostanze in grado di contrastare i danni delle specie aliene che infestano da diversi anni le produzioni ortofrutticole. Adesso ci si mettono anche le lentezze amministrative e i ritardi burocratici, che al momento ci impediscono ancora di utilizzare mezzi naturali, come gli insetti antagonisti, per difenderci dagli insetti che stanno già minacciando pere, drupacee, le ciliegie e piccoli frutti. In sintesi il quadro è questo: le patologie aumentano, i fitofarmaci si riducono, le alternative naturali restano bloccate”.

L’allarme è lanciato da Davide Vernocchi, coordinatore settore ortofrutta di Alleanza Cooperative Agroalimentari che spiega: “Da diversi mesi abbiamo richiesto autorizzazioni all’uso degli antagonisti per la cimice asiatica marmorata e del moscerino Drosophila suzukii ma non ci sono state ancora concesse. Ora migliaia di produttori, dall’Emilia-Romagna al Trentino, da nord a sud della penisola, non sanno come gestire il problema e come difendere le piante”.

La burocrazia non va purtroppo al passo con i tempi della natura”, conclude amareggiato Vernocchi. “Il nostro Paese dimostra ancora una volta di non essere lungimirante: i due insetti alieni non saranno i primi né gli ultimi, occorrerà attrezzarsi con flussi autorizzativi e procedure burocratiche più fluide. Il rischio, purtroppo, è di vedere compromessa la produzione estiva”.

“Il sistema frutticolo osserva ancora una volta – conclude il coordinatore Vernocchi - le contraddizioni che caratterizzano la situazione italiana. Da un lato l'impegno a trovare alternative alle soluzioni chimiche per controllare le patologie, dall'altro le difficoltà e ritardi nell'ottenere i permessi per usare mezzi naturali. Ci risulta che migliaia di insetti antagonisti (nello specifico le specie Trissolcus japonicus Ganaspis brasiliensis Ihering) che erano destinati alle regioni più precoci, siano rimasti inutilizzati. Con l’avanzare della stagione si corre il rischio di vanificare il lavoro dei centri di ricerca e dei centri di moltiplicazione, compromettendo in tal modo il lavoro dei frutticoltori”.

Confcooperative è top partner della XVII edizione del Festival dell'economia di Trento (2 - 5 giugno). Molti i focus che ci vedranno protagonisti a partire dal primo evento di giovedi 2 giugno, giorno della Festa della Repubblica quando accenderemo un faro sull'Art. 45 della Costituzione "La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione a carattere di mutualità e senza fini di speculazione privata. La legge ne promuove e favorisce l'incremento con i mezzi più idonei e ne assicura, con gli opportuni controlli, il carattere e le finalità". 

 

Di seguito il programma

2 giugno ore 10:00 - 11:00 

Art. 45 Costituzione e Cooperative un legame indissolubile. Il ruolo della cooperazione in un mondo che sta cambiando

Sala In Cooperazione Federazione Trentina della Cooperazione (Via Segantini 10 - Trento) 

Dopo i saluti di Roberto Simoni, presidente della federazione Trentina della Cooperazione, ne parleranno: Daria de Pretis, Vicepresidente della Corte Costituzionale; Maurizio Gardini, Presidente Confcooperative; Franco Ianeselli, Sindaco di Trento. Modera Dario Di Vico, giornalista Corriere della Sera.

 

4 giugno ore 10:00 - 11:00 

(Piazza Santa Maria Maggiore)

Il disordine nella rappresentanza di genere della governance 

Presentazione del libro “Donne ai Vertici. Sguardi ed esperienze di 22 cooperatrici”, a cura della Fondazione Demarchi

Introduce: Laura Ravanelli – Coordinatrice Generale Fondazione Franco Demarchi. Ne parlano Nadia Martinelli, presidente dell'Associazione Donne in Cooperazione; Fabiola Di Loreto, direttrice generale di Confcooperative nazionale; Anna Manca, vicepresidente di Confcooperative nazionale; Iolanda Cerrone, vicepresidente di Confcooperative Calabria e Tania Giovannini - founder CBS SB e collaboratrice Fondazione Franco Demarchi.

 

4 giugno ore 17:00 - 19:00 

Osservatorio sul Pnrr: obiettivi raggiunti e criticità

Teatro sociale Via Paolo Oss - Mazzurana 19

Enrico Giovannini, Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibile; Marco VenturelliSegretario Generale Confcooperative; Antonio D'Amato, Presidente Fondazione Mezzogiorno; Giovanna Della Posta, Amministratore Delegato Invimit Sgr; Andrea Falleni, Amministratore Delegato Capgemini Italia & GSO Capgemini South and Central Europe; Luigi Ferraris, Amministratore Delegato Gruppo FS Italiane; Gabriele Giudice, Vice-direttore presso la Direzione Affari economici e finanziari della Commissione europea; Nicoletta Parisi, Università Cattolica del Sacro Cuore; Roberto Garofoli, Sottosegretario di Stato Presidenza del Consiglio dei ministri; Stefano Stoppani, Country Manager VISA e Giorgio Santilli, caporedattore Il Sole 24 Ore.

 

4 giugno ore 18:30 - 20:00 

L'economia sociale e la mutualità alla prova dei mercati

Palazzo Geremia, Via Rodolfo Belenzani, 20 

Laura Castelli, Vice Ministro Mef; Daria de Pretis, Vicepresidente Corte Costituzionale; Maurizio Gardini, Presidente Confcooperative; Giuseppe Consoli, Presidente Itas Mutua; Antonella Noya, Responsabile Unità Economia Sociale e Innovazione, Centro per l'Imprenditorialità, PMI, Regioni e Città dell'OCSE (OECD Trento); Gianluca Salvatori, Segretario Generale Euricse e Fondazione Italia Sociale e Alessia Maccaferri, Giornalista Il Sole 24 Ore.

 

5 giugno ore 9:30 - 11:30 

L'economia digitale e le conseguenze sul mercato del lavoro

Dipartimento di sociologia Aula Kessler (Via Giuseppe Verdi, 26)

Luigi Abete, Presidente LUISS Business School; Marco Bentivogli, Coordinatore nazionale Base Italia; Michelangelo Ceresani, HR and Organization Director, Capgemini Italia; Maurizio Landini, Segretario Generale CGIL; Marco Magnani, LUISS Guido Carli, Istituto Affari Internazionali; Mirella Paglierani, Presidente Cooperativa Gemos; Salvatore Poloni, Presidente CASL, ABI e Giorgio Pogliotti, giornalista Il Sole 24 Ore.

 

5 giugno ore 15:00 - 17:00

Città del futuro e mobilità sostenibile

Dipartimento di sociologia Aula Kessler (Via Giuseppe Verdi, 26)

Marco Cantamessa, Politecnico di Torino; Alessandro Maggioni, Presidente cooperativa C.C.L. e Confcooperative Habitat; Diego Cattoni, Presidente Aiscat, Amministratore Delegato di Autostrada del Brennero; Luca Daniele, Direttore Generale e CFO Telepass; Elena Granata, Politecnico di Milano; Franco Ianeselli, Sindaco di Trento;  Paola Dezza, giornalista Il Sole 24 Ore.

Mercoledì 25 maggio al Teatro Diego Fabbri di Forlì sono stati premiati i giovani giornalisti che hanno partecipato all'iniziativa “Cronisti in classe” promossa dal quotidiano Il Resto del Carlino. 16 gli istituti coinvolti per un totale di 23 classi e oltre 340 studenti e studentesse. Confcooperative Romagna è stata partner dell'iniziativa.

È Marco Galante il nuovo presidente di Confcooperative Habitat Emilia Romagna, la Federazione regionale che riunisce 57 cooperative di abitazione e di comunità con oltre 16.000 soci e un valore della produzione di circa 30 milioni di euro.

Cinquantanove anni, modenese, responsabile promozione e sviluppo nonché vicepresidente della cooperativa di abitazione Unioncasa di Modena, Galante è stato eletto all’unanimità nel corso dell’assemblea regionale di Confcooperative Habitat tenutasi ieri pomeriggio al Palazzo della Cooperazione di Bologna. Prende il posto di Luca Bracci, presidente del Consorzio Habitat di Rimini, che ha guidato la Federazione regionale negli ultimi 8 anni.

“Fiscalità e investimenti sulla casa vanno sempre più orientati a favore dei giovani, perché qualsiasi iniziativa finalizzata a sostenere la natalità non può prescindere dal tema dell’abitazione - ha detto il neopresidente di Confcooperative Habitat ER Marco Galante nel suo intervento –. Per questo chiediamo alle Istituzioni che le politiche di edilizia sociale residenziale consentano ai ragazzi di avviare progetti di vita autonoma e li aiutino a riacquistare fiducia nel futuro”.

“Ringrazio il presidente uscente Bracci per l’importante lavoro svolto in tutti questi anni – ha aggiunto Galante – e sono grato ai cooperatori che mi hanno affidato questa responsabilità che arriva in un momento storico per la nostra Federazione, dal momento che a partire da questa assemblea le cooperative di comunità entrano a fare parte di Habitat. È una straordinaria opportunità per fare crescere insieme due settori, quello dell’abitazione e quello delle imprese comunitarie, che possono contaminarsi e fare sinergie per dare risposte sempre più complete ed efficaci ai bisogni dei nostri territori”.

Nel corso dell’assemblea si è infatti provveduto a formalizzare l’ingresso delle 26 cooperative di comunità aderenti a Confcooperative in regione all’interno della Federazione Habitat.

Nel congedarsi dal suo incarico durato due mandati, il presidente uscente di Confcooperative Habitat Emilia Romagna Luca Bracci ha sottolineato l’importanza di “investire in politiche di edilizia residenziale sociale diffusa, che coinvolgano anche i piccoli centri per dare risposte a quella ‘fascia grigia’ della popolazione che non accede alle liste degli alloggi pubblici e non si può permettere i prezzi di mercato. Siamo convinti che, seppure in mezzo a tante emergenze, anche in futuro la Regione saprà trovare adeguate risorse per fornire queste risposte con il contributo della cooperazione di abitazione. A livello nazionale – ha concluso Bracci – occorre lavorare per una legislazione nazionale favorevole all’edilizia residenziale sociale, a partire dal ripristino del leasing immobiliare abitativo che ha consentito alle famiglie di acquistare un appartamento pagando un canone mensile con la possibilità di detrarre il 19% sull’intero prezzo”.

Dopo i saluti del presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza e del presidente nazionale di Confcooperative Habitat Alessandro Maggioni, sono intervenute la vicepresidente della Regione con delega alle Politiche abitative Elly Schlein e l’assessore a Montagna e Aree Interne Barbara Lori.

“Siamo al lavoro per definire un Patto per la Casa che dia risposte a quella fascia di popolazione che non riesce ad accedere all’edilizia residenziale pubblica o che fatica a sostenere i canoni di mercato – ha annunciato in assemblea la vicepresidente di Regione Elly Schlein -. Dopo aver triplicato i contributi per l’affitto negli ultimi due anni e aver investito 20 milioni di euro nell’ERP (edilizia residenziale pubblica), l’impegno sul tema casa continua e dobbiamo ampliare gli strumenti a disposizione di questi nuclei familiari. Lo vogliamo fare con il contributo e l’esperienza delle cooperative di abitazione, alle quali chiediamo di partecipare attivamente a questo Patto per la Casa sul quale la Regione investirà 4 milioni quest’anno e altri 3 l’anno prossimo. Avremo bisogno di partner come le cooperative per individuare nuovi alloggi da recuperare e da mettere a disposizione delle famiglie a prezzi calmierati e accessibili”.

“Le recenti norme e l’opportunità di attivare nuovi processi partecipativi che vedano un coinvolgimento ampio di istituzioni e cittadini ci hanno portato, fin da inizio legislatura e con la condivisione del Patto per il Lavoro e il Clima, a promuovere iniziative nel segno dell’innovazione sociale e della coprogettazione – ha detto Barbara Lori, assessore a Montagna, Aree Interne e Programmazione Territoriale -. Due esempi: la nuova legge regionale sulle cooperative di comunità quale opportunità per il rilancio dei territori più marginali approvata dalla giunta nel mese di aprile, attualmente in discussione in Assemblea, e il bando per la rigenerazione di edifici pubblici e la riattivazione di attività e servizi per le comunità che ha finanziato con 47 milioni di euro 80 progetti di comuni di piccole dimensioni. Un quadro, in cui le sinergie tra istituzioni e la cooperazione, possono svolgere un ruolo fondamentale per il contrasto alle diseguaglianze sociali e

Dalla app per prenotare la merenda e gestire un servizio di delivery per le classi, ad un nuovo contenitore che differenzia in maniera autonoma i rifiuti, passando per lo studio di una partnership tra un salone di parrucchieri e le discoteche del territorio, quindi la nascita di una cooperativa di comunità per salvaguardare un paese di montagna, fino al food-truck specializzato nella cucina marocchina.

 

Sono solo alcune delle idee presentate dagli studenti all’evento conclusivo di “SCOOP – Cooperando si impara”, percorso di promozione del modello di impresa cooperativa all’interno delle scuole secondarie di secondo grado realizzato da Confcooperative Emilia Romagna e gestito dall’ente di formazione Irecoop con il sostegno della Regione e la collaborazione delle cooperative LEN di Parma e LibrAzione di Ravenna, oltre che di Confcooperative Ferrara. L’iniziativa si è svolta mercoledì scorso nell’aula magna della Facoltà di Economia a Bologna alla presenza del prof. Flavio Delbono (direttore MUEC – Master Universitario Economia della Cooperazione), di Roberto Ricci Mingani (responsabile settore Innovazione sostenibile, Imprese, Filiere produttive della Regione) e di Chiara Scardoni (Ufficio Scolastico Regionale – territorio di Bologna).

 

Per l’anno scolastico 2021-22, sono stati 430 gli studenti coinvolti nel progetto SCOOP appartenenti a 23 classi tra Licei, Istituti Tecnici e Professionali delle province di Bologna, Parma, Piacenza, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Hanno partecipato anche alcuni studenti dell’Università Cattolica sede di Piacenza, con due laboratori didattici. Oltre 500 le ore di formazione, suddivise tra 15 percorsi brevi (attività di sensibilizzazione, orientamento e simulazione del modello cooperativo come strumento di autoimprenditorialità), 8 percorsi di ICS – Impresa Cooperativa Simulata (creazione di un’impresa con business plan e progettazione di servizi a beneficio della scuola) e 2 laboratori universitari. All’evento conclusivo di SCOOP sono state 16 le classi intervenute che hanno esposto i loro progetti ricevendo un attestato di riconoscimento.

 

“È dal 2007 che con il percorso SCOOP offriamo agli studenti degli istituti secondari superiori di tutta la regione l'opportunità di prendere parte ad un’esperienza di formazione imprenditoriale a fini mutualistici – ha commentato il presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza -. Con questa iniziativa mettiamo in rete imprese, associazioni di categoria, scuole e Università, per promuovere percorsi di autoimprenditorialità e favorire la creazione di profili professionali richiesti dal mercato”.

 

“Abbiamo fatto conoscere a questi ragazzi un modello di impresa che corrisponde in pieno ai valori che oggi più li contraddistinguono: sostenibilità, mutualità, collaborazione, condivisione. Le cooperative sono il luogo migliore dove poter esprimere la propria creatività e la voglia di diventare protagonisti del proprio futuro” ha aggiunto Mirca Renzetti, presidente dei Giovani Imprenditori di Confcooperative Emilia Romagna.

 

“Con SCOOP diamo la possibilità agli studenti di sperimentarsi nell’ideazione e realizzazione di un piano di fattibilità di un’impresa cooperativa, mettendo in pratica competenze, creatività e la possibilità di lavorare in gruppo, così da sperimentare in anticipo le dinamiche che si incontrano nel mondo del lavoro” ha concluso Cristina Frega, direttrice Irecoop Emilia-Romagna.

 

Ecco l’elenco delle 16 classi che hanno presentato i progetti all’evento conclusivo tenutosi mercoledì 1 giugno nell’aula magna della Facoltà di Economia a Bologna.

 

PERCORSI BREVI

Liceo Bertolucci classe 4F, Parma

Liceo San Benedetto classe 4, Parma

Liceo Ariosto class 3Q, Ferrara

IPS Persolino classe 4A, Faenza

IPC Strocchi classe 4A Faenza

ITI Olivetti-Callegari classe 4°, Ravenna

ITP Bucci classe 4C, Faenza

ITAS Garibaldi classe 4B, Cesena

IPC Einaudi classe 4E Viserba - Rimini

ITC Valturio classe 4E, Rimini

ITCS Salvemini classe 4R, Casalecchio di Reno

 

PERCORSI ICS (Impresa Cooperativa Simulata)

Liceo Bertolucci classe 3C, Parma

Istituto Vergani Navarra classi 3M e 4F, Ferrara (online)

ITC Oriani classe 4B, Faenza

ITC Molari classe 3D, Santarcangelo di Romagna

Liceo Scientifico Fulcieri Paulucci di Calboli, classe 4 (online – progetto portato in avanti in collaborazione con altre classi)

 

Al seguente link è possibile visionare i 16 progetti presentati dall’evento finale: https://drive.google.com/drive/folders/1e8vZ42Y7gOEtjzz_KvDpPC1xSy2ISFPk

La cooperativa di comunità Incanti Delcesi di Casteldelci, il workers buyout Nuova Vetreria di Cesena e la cooperativa Lùmetri di Forlì sono le imprese vincitrici di StartCoop 2021, il bando promosso da Confcooperative Romagna per premiare i migliori progetti di impresa cooperativa. 

Le tre cooperative si sono aggiudicate il montepremi di 24.000 euro messo a disposizione dall’Unione territoriale romagnola. Il premio comprende una parte di contributo economico al quale si aggiungono servizi assicurativi, servizi di comunicazione, sconti su formazione, servizi giuridici e societari, vantaggi sui servizi amministrativi e consulenza finanziaria e creditizia.  

Prima classificata Incanti Delcesi con un premio del valore di 10.000 euro, al secondo posto Nuova Vetreria con 8.000 euro e al terzo Lùmetri con 6.000 euro. 

Startcoop è promosso da Confcooperative Romagna in collaborazione con Linker Romagna, Irecoop Emilia-Romagna sede Romagna, Assimoco - Agenzie territoriali della Romagna e In Piazza, gode, inoltre, del contributo di Banca Malatestiana, Credito Cooperativo Romagnolo e La Bcc ravennate, forlivese e imolese.  

Le cooperative vincitrici 

Incanti Delcesi - È una cooperativa di comunità nata a maggio del 2021 da un gruppo di cittadini di Casteldelci con l’obiettivo di valorizzare il proprio territorio e combattere lo spopolamento. Tra le prime iniziative realizzate dalla cooperativa c’è la riqualificazione di un’area verde comunale, ripulendola e attrezzandola e dando così vita all’Eco Park, diventato un luogo di aggregazione per cittadini e turisti.  

Nuova Vetreria - La Nuova Vetreria è un workers buyout nato nel 2021 dalle ceneri dell’azienda precedente e per mano dei lavoratori che si sono costituiti in forma cooperativa. Si occupa della lavorazione e trasformazione del vetro piano. Ha sede a Cesena.  

Lùmetri - Piccola cooperativa di Forlì composta tra tre giovani professionisti che si occupano di Web Graphic Design, creazione di grafica offline, digital marketing, realizzazione di servizi fotografici e produzione audiovisiva. 

C'è grande soddisfazione in casa Confcooperative Romagna per l'andamento dei percorsi di Servizio Civile intrapresi da giovani tra i 18 e i 29 anni presso le cooperative sociali del territorio. A maggio si è concluso il primo ciclo, quello del 2021, che è stato portato a termine da 15 giovani, 11 ragazze e 4 ragazzi. I risultati sono incoraggianti: “Circa il 70% dei volontari resteranno a collaborare con le cooperative sociali che li hanno accolti - annuncia Simone Righi, responsabile Servizio Civile per Confcooperative Romagna -. Ho ricevuto feedback positivi da quasi tutte le cooperative: La Pieve vuole trattenere tutti i 6 partecipanti, Il Mulino assumerà il ‘suo' giovane per seguire la parte web del progetto Ortinsieme, anche Akkanto e Service Web stanno concordando un prosieguo dei rapporti”. 

 

A chiusura del ciclo è stata organizzata una giornata a RicreAzioni, il centro polifunzionale gestito da La Pieve a Ravenna (ex Kirecò). Qui i ragazzi hanno parlato delle potenzialità educative del gioco, insieme agli Educatori Ludici, e hanno partecipato al Coop Caffè dei Giovani Cooperatori. “Un anno fa siamo partiti proprio da RicreAzioni, con il primo incontro introduttivo - ricorda Righi -. Posso dire di aver provato grande orgoglio nel vedere quanta strada hanno fatto questi ragazzi. Venivano da un periodo difficile, di isolamento sociale e incertezza: nel Servizio Civile molti di loro hanno trovato motivazioni e uno scopo. Hanno maturato esperienza accanto a persone fragili, bambini, anziani, e oggi guardano il futuro con occhi diversi: oltre a chi continuerà il percorso c'è chi si è iscritto all'università, chi a un corso professionale. È la prova che questi percorsi funzionano e sono importanti, per i giovani, per le imprese e per la comunità”.

 

Il 25 maggio è partito il nuovo corso del Servizio Civile, in leggera crescita: sono 16 i partecipanti che hanno iniziato l'esperienza. “Il cambiamento più importante avverrà l'anno prossimo - rileva Righi -: se verranno accettati i progetti che abbiamo da poco presentato al Dipartimento, in tandem con il Consorzio di Solidarietà Sociale di Forlì, organizzeremo il Servizio Civile su tutta la Romagna, con ben 56 posti a disposizione. È un progetto ambizioso, in linea con l'idea di area vasta che portiamo avanti come Confcooperative”.

 

Il momento è propizio anche per le cooperative che desiderano attivare questa opportunità: “Per accogliere i volontari, le cooperative devono essere iscritte all'albo del Servizio Civile - conclude -. In questo periodo stiamo aggiornando le nostre iscrizioni, per cui invito tutti gli interessati a contattarmi per valutare insieme un possibile percorso”.


Per info: righi.s@confcooperative.it, 333 6951228.

E’ tempo di far nascere la Provincia Romagna. Lo chiedono le Centrali Cooperative, AGCI, i Confcooperative Romagna e Legacoop Romagna, sottolineando la necessità di un ente dotato delle stesse funzioni e degli stessi poteri attribuiti alla Città metropolitana di Bologna. ”I territori delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, devono rappresentare l’ambito sul quale innestare i poteri, le attribuzioni e le funzioni di un nuovo Ente intermedio, collocato tra Comuni e le Unioni dei Comuni, e la Regione – precisano le Centrali Cooperative - Noi pensiamo ad una Provincia Romagna istituita con funzioni di programmazione e di gestione di tematiche di ambito sovracomunale e di area vasta. Spetta alle istituzioni individuare la strada migliore e più corretta per arrivare a un simile traguardo”.

 

La convinzione espressa  nel documento delle tre Centrali è che senza un riferimento politico istituzionale preciso e certo, le azioni, pur importanti, programmatiche e di governo, che verranno definite nel Piano strategico ROMAGNA NEXT, rischiano di restare distinte e slegate da un impianto unitario e di sistema.  “Proponiamo per questo che già ora le tre Province romagnole  si rendano protagoniste della sottoscrizione di un accordo di programma che le impegni ad esercitare insieme le competenze attualmente loro assegnate dalle leggi ed eventualmente estendere gli ambiti della loro collaborazione”. Le Centrali cooperative ritengono strategico riprendere il confronto con le altre categorie economiche sul Tavolo delle Associazioni d’Impesa della Romagna, costituitosi nello scorso anno e sottolineano che la proposta di dar vita alla  Provincia Romagna comporta un affinamento delle norme regionali relativo all’ordinamento istituzionale, modificando il sistema delle deleghe assegnate agli enti locali e gli strumenti di programazione.

 

Tra le numerose altre proposte della cooperazione contenute nel documento programmatico presentato dalle tre Centrali cooperative romagnole ai partecipanti all’incontro, figurano la sostenibilità ambientale, la programmazione energetica, la competitività del tessuto economico su orizzonte nazionale e internazionale, le infrastrutture, il sistema aeroportuale romagnolo che deve trovare un equilibrio, la pianificazione territoriale romagnola, il welfare e il rapporto pubblico privato e imprese università.

 

La Romagna viene candidata come potenziale polo nazionale di produzione di energia da fonti rinnovabili e dalla transizione ecologica ed energetica. Tra le infrastrutture indispensabili per un territorio che voglia  confrontarsi e competere con i maggiori distretti d’Europa vengono elencate alcune priorità  come il corridoio Adriatico, visto  come grande asse strategico di interesse nazionale e lo sviluppo di E45-E55, fino all’innesto on il raccordo autostradale Ferrara mare e con l’A13,  Tra i nuovi potenziamenti prioritari  il Porto di Ravenna in rapporto con la rete ferroviaria. Anche le aree interne vanno aiutate con una strategia di sviluppo, così come il turismo e  la cultura, pesantemente colpiti in periodo pandemico, devono poter ripartire con progetti in partenariato pubblico privato.

È Carlo Piccinini il nuovo presidente di Confcooperative FedAgriPesca. Quarantanove anni, modenese, laurea in Economia e Commercio, vice presidente della cantina sociale di Carpi Sorbara, Piccinini è stato alla guida di Fedagripesca Emilia Romagna dal 2014 al 2022 ed è attuale presidente di Confcooperative Modena.  

L’elezione è arrivata nel corso dell’Assemblea nazionale svoltasi a Roma alla presenza di oltre 300 delegati. Piccinini subentra al Presidente uscente Giorgio Mercuri, che è rimasto in carica due mandati. “Sono onorato di assumere questo incarico che mi appresto a rivestire con grande determinazione e senso di responsabilità” ha dichiarato il presidente neoeletto.  “Raccolgo in eredità da Mercuri, che ringrazio per il grande lavoro svolto, una federazione in salute. Oggi però le nostre imprese vivono un momento di grande difficoltà, dovuto all’aumento generalizzato dei costi delle materie prime, dei costi energetici e di produzione e la carenza di manodopera in un quadro segnato dall’instabilità geopolitica causata dalla guerra; sul piano interno, si fa sentire la morsa dell’aumenti dei prezzi al consumo, la crescita dell'inflazione e la contrazione della spesa alimentare”, ha spiegato Piccinini.  

Per difendere la competitività delle imprese dell’agroalimentare e della pesca, occorre “tutelare prima la sostenibilità economica delle imprese chiamate a perseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale – spiega il neo presidente – e che si proceda con cautela con la transizione green delineata dall’Europa attraverso la strategia Farm to fork, rimandando i tempi di attuazione per rendere realmente raggiungibili gli obiettivi introdotti a livello europeo e internazionale”. 

In tema di occupazione, secondo Piccinini, “è necessario aumentare la produttività del lavoro ferma in Italia da più di vent’anni: i salari bassi rendono poco attrattivo il mercato del lavoro nel nostro Paese rispetto ad altri paesi nostri concorrenti, sia per lavoratori stranieri che per quelli italiani, per via del basso potere d’acquisto per i lavoratori”. 

Lo scenario non cambierà finché il costo del lavoro rimarrà così alto, spiega Piccinini. “È necessario ridurre il cuneo fiscale, finanziare la formazione professionale in generale, ma soprattutto in azienda, e supportare le aziende negli investimenti nelle nuove tecnologie che rendono più efficiente l’utilizzo della manodopera aziendale”.  

 “La mancanza di manodopera, l’assenza di turn over nella pesca e la carenza di competenze tecniche e specifiche in materie informatiche, operative e logistiche - prosegue Piccinini - rischiano di paralizzare il sistema. La forte pressione fiscale e contributiva sul lavoro incide sulla competitività delle imprese. Molte aziende sono pronte ad assumere, ma mancano i lavoratori e le giuste competenze. Il pericolo è che le imprese e interi comparti produttivi del nostro Made in Italy possano perdere la propria competitività”, conclude Piccinini.  

 

Gli investimenti in sostenibilità e innovazione digitale delle cooperative 

Nel mondo cooperativo, dove l’aggregazione di piccole e medie aziende facilita un percorso collettivo verso l’innovazione e la digitalizzazione, la cooperazione in questi anni si è dimostrata pronta ad accompagnare la transizione ambientale con la transizione digitale. Tutto questo viene ora messo in crisi da una crisi globale: chi aveva avviato il percorso di sostenibilità ora è sul punto di fermarsi e chi non riusciva a sostenere i costi della transizione rischia l’esclusione dal mercato.  

Il percorso virtuoso di cui le cooperative si sono rese protagoniste in tema di innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale è stato illustrato dalla ricerca La frontiera dell’innovazione e della sostenibilità nella cooperazione di Fedagripesca presentata nel corso dell’Assemblea.  

Negli ultimi anni c’è stato un incremento significativo della quota di imprese che ha svolto percorsi formativi sull’innovazione. Nel corso del 2021, il 41% delle cooperative ha avviato, sebbene in modo destrutturato e occasionale, attività formative a supporto dell’innovazione. Il restante 23% delle aderenti ha intrapreso iniziative formative strutturate e pianificate su tematiche legate all’innovazione. 

È aumentata sensibilmente anche la quota di cooperative di Fedagripesca che ha promosso investimenti in nuove tecnologie. Le funzioni ICT per le cooperative vanno assumendo sempre più un ruolo strategico. Nel percorso di transizione digitale è raddoppiata la quota (dal 14,3% di settembre 2019 al 28,6% di febbraio 2022) delle cooperative che non affidano più a personale interno le funzioni ICT, bensì le affidano a personale esterno. 

Le cooperative hanno avviato anche un percorso di transizione verso un’economia sempre più sostenibile: nove cooperative di Fedagripesca su dieci hanno intrapreso nel 2021 almeno un’iniziativa riconducibile allo sviluppo sostenibile, dall’investimento in tecnologie rispettose dell’ambiente (40%), all’acquisto e utilizzo di materiali di minore impatto (27,3%), all’avvio di percorsi formativi e informativi interni sulla sostenibilità (26%), alle iniziative di risparmio energetico e riduzione dei consumi (24%), al riciclo e riuso dei materiali (17%). 

 

I numeri della Fedagripesca-Confcooperative  

Fedagripesca associa 3.148 imprese agroalimentari e della pesca, con oltre 411.000 soci, 3.740 addetti, per un fatturato che supera i 30,5 miliardi di euro, pari ad oltre il 20% del Made in Italy agroalimentare. 

Giuseppe Salomoni è stato confermato presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi Emilia Romagna, in rappresentanza di quasi 400 cooperative attive nei settori industria, costruzioni, pulizie e multiservice, ricettivo e ristorazione, trasporti e logistica, servizi professionali.

Socio fondatore e attuale vicepresidente di CEA - Cooperativa Edile Appennino di Bologna, Salomoni guiderà per altri quattro anni la federazione regionale a cui fanno riferimento 36.700 soci e 37.500 occupati con un fatturato aggregato di quasi 2,4 miliardi di euro. L’elezione è avvenuta questa mattina al Palazzo della Cooperazione di Bologna, al termine dell’ultima assemblea regionale di rinnovo cariche delle Federazioni di settore, aperta dal saluto del presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza e che ha visto anche la partecipazione dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico e Green Economy, Lavoro e Formazione Vincenzo Colla. Le conclusioni sono state affidate al presidente nazionale di Confcooperative Lavoro e Servizi Massimo Stronati.

 

“Oltre il 90% dei nostri occupati ha un contratto a tempo indeterminato, il 63% sono donne, il 16% lavoratori extra UE e il 20% delle nostre cooperative è presente nelle aree interne della Regione: dare priorità al lavoro e allo sviluppo delle comunità è l’impegno principale che portiamo avanti per fare buona cooperazione” ha detto Giuseppe Salomoni ricordando come “una cooperativa su tre dei nostri settori lamenta carenza di lavoratori e il 70% prevede ulteriori aumenti dei costi produttivi nei prossimi 5 mesi”.

“Chiediamo alla Regione – ha aggiunto il riconfermato presidente regionale di Confcooperative Lavoro e Servizi – di istituire, all’interno del Patto per il Lavoro e per il Clima, una task-force permanente, un luogo di confronto pragmatico con le associazioni imprenditoriali che possa affrontare in maniera cadenzata tanto le emergenze quanto i problemi più strutturali. Abbiamo bisogno di rendere i bandi regionali più attrattivi per le cooperative di produzione e lavoro, occorre coordinare una forte azione di contrasto contro le infiltrazioni criminali nei nostri settori produttivi e dei servizi e vigilare sempre di più sulla falsa cooperazione e sul rispetto dei contratti collettivi; serve inoltre investire in formazione e politiche attive del lavoro per sopperire alla carenza di manodopera, e intervenire sulla burocrazia che frena a tutti i livelli lo sviluppo delle imprese”.

 

“Non abbiamo un problema di risorse, abbiamo un problema di come cogliere al meglio e non sprecare questa opportunità storica rappresentata dal PNRR – ha detto l’assessore regionale Vincenzo Colla, riconfermando il ruolo fondamentale e strategico della cooperazione in Emilia-Romagna -. Lo vogliamo fare insieme alla cooperazione, all’interno del Patto per il Lavoro e per il Clima, aiutando le imprese a intraprendere i processi di trasformazione necessari, a partire dalla transizione digitale e dall’innovazione tecnologica”. Sugli aumenti dei costi energetici, l’assessore Colla ha puntualizzato che “qualsiasi iniezione di risorse pubbliche non sarà mai sufficiente a fermare la speculazione internazionale tuttora in atto, è necessario quindi intervenire a livello europeo per mettere un tetto al prezzo dell’energia. Siamo europeisti convinti, e proprio per questo sull’inerzia dell’UE in ambito energetico dobbiamo fare sentire la nostra voce”.

“Entro ottobre – ha annunciato Colla – faremo una legge regionale per attrarre i talenti, perché in Emilia-Romagna siamo bravissimi ad attrarre investimenti, ma abbiamo bisogno anche di forza lavoro e competenze. Per trattenere e fare tornare i nostri talenti andati all’estero, per farne arrivare di nuovi, per rendere attrattivo il nostro territorio e aiutare a risolvere la carenza di manodopera e figure professionali a tutti i livelli, dobbiamo rendere le nostre imprese, le nostre comunità, il nostro welfare, i nostri servizi, le nostre istituzioni attrattive a tutti i livelli. Vogliamo coinvolgere la rappresentanza delle imprese per definire una legge che aiuti concretamente ad affrontare questo grande problema. Come ritengo sia giunto il momento di affrontare con il mondo della cooperazione anche una discussione su una nuova idea di sussidiarietà per garantire la tenuta sociale”.

Confcooperative Romagna lancia la seconda edizione di StartCoop, il concorso che premia i migliori progetti di impresa in forma cooperativa di tutta la Romagna. Per l’edizione 2022 l’ammontare totale dei premi a disposizione è pari a 31.000 euro, c’è tempo per fare domanda di partecipazione fino al 16 gennaio 2023. 

Sono ammessi al concorso gruppi di persone (almeno 3) che abbiano un progetto imprenditoriale credibile e realizzabile dal punto di vista tecnico, economico e finanziario; che abbiano già costituito o intendano costituire un’impresa cooperativa in Romagna nel corso del 2022 e che abbiano fatto domanda di ammissione o siano già associati a Confcooperative Romagna. 

“StartCoop nasce con lo scopo di promuovere lo sviluppo di nuove imprese in forma cooperativa e di accompagnarle nelle prime fasi di start-up con aiuti finanziari e servizi messi a disposizione da Confcooperative Romagna - spiega la responsabile del progetto StartCoop Silvia Pirini Casadei -. I servizi di cui potranno disporre a prezzi scontati sono consulenze, formazione, agevolazioni nell’accesso al credito e strumenti di promozione del proprio business”. 

Per quanto riguarda i premi sono in tutto 4 e comprendono una parte di contributo economico diretto a cui si aggiungono servizi assicurativi, servizi di comunicazione e promozione del proprio business, sconti sulla formazione, servizi giuridici e societari, vantaggi sui servizi amministrativi e consulenza per l’accesso al credito. Alla prima impresa classificata verrà erogato un premio stimato in 10.000 euro, alla seconda un premio da 8.000 euro, alla terza 7.000 euro e alla quarta classificata 6.000 euro. 

I criteri di valutazione su cui la commissione baserà il proprio giudizio sono: fattibilità del progetto, prospettive occupazionali, innovazione e sostenibilità

Tutte le informazioni su come partecipare al concorso, compresa la domanda di iscrizione, sono presenti sul sito startcoop.it.  

 

Startcoop 2022 è promosso da Confcooperative Romagna in collaborazione con Linker Romagna, Irecoop Emilia-Romagna e Assimoco - Agenzie territoriali della Romagna ed è reso possibile grazie al contributo di Banca Malatestiana, Credito Cooperativo Romagnolo, La Bcc ravennate, forlivese e imolese e Riviera Banca. 

Per informazioni Silvia Pirini Casadei: info@startcoop.it, 340 8357442, startcoop.it.  

 

Documenti da scaricare

E’ tempo di far nascere la Provincia Romagna. Lo chiedono le Centrali Cooperative (AGCI, Confcooperative Romagna e Legacoop Romagna), sottolineando la necessità di un ente dotato delle stesse funzioni e degli stessi poteri attribuiti alla Città metropolitana di Bologna. La proposta è stata formalizzata in occasione dell’incontro organizzato da Alleanza delle Cooperative Italiane (ACI), martedì 7 giugno, a Cesena.

 

“I territori delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, devono rappresentare l’ambito sul quale innestare i poteri, le attribuzioni e le funzioni di un nuovo Ente intermedio, collocato tra Comuni e le Unioni dei Comuni, e la Regione – precisano le Centrali Cooperative - Noi pensiamo ad una Provincia Romagna istituita con funzioni di programmazione e di gestione di tematiche di ambito sovracomunale e di area vasta. Spetta alle istituzioni individuare la strada migliore e più corretta per arrivare a un simile traguardo”.

 

La convinzione espressa nel documento delle tre Centrali è che senza un riferimento politico istituzionale preciso e certo, le azioni, pur importanti, programmatiche e di governo, che verranno definite nel Piano strategico ROMAGNA NEXT, rischiano di restare distinte e slegate da un impianto unitario e di sistema.

 “Proponiamo per questo che già ora le tre Province romagnole si rendano protagoniste della sottoscrizione di un accordo di programma che le impegni ad esercitare insieme le competenze attualmente loro assegnate dalle leggi ed eventualmente estendere gli ambiti della loro collaborazione”.

 

Le Centrali cooperative ritengono strategico riprendere il confronto con le altre categorie economiche sul Tavolo delle Associazioni d’Impesa della Romagna, costituitosi nello scorso anno e sottolineano che la proposta di dar vita alla Provincia Romagna comporta un affinamento delle norme regionali relativo all’ordinamento istituzionale, modificando il sistema delle deleghe assegnate agli enti locali e gli strumenti di programmazione.

 

Tra le numerose altre proposte della cooperazione contenute nel documento programmatico presentato dalle tre Centrali cooperative romagnole ai partecipanti all’incontro, figurano  la sostenibilità ambientale, la programmazione energetica, la competitività del tessuto economico su orizzonte nazionale e internazionale, le infrastrutture, il  sistema aeroportuale romagnolo che deve trovare un equilibrio, la pianificazione territoriale romagnola, il welfare e il rapporto pubblico privato e imprese università.

 

La Romagna viene candidata come potenziale polo nazionale di produzione di energia da fonti rinnovabili e dalla transizione ecologica ed energetica. Tra le infrastrutture indispensabili per un territorio che voglia confrontarsi e competere con i maggiori distretti d’Europa vengono elencate alcune priorità come il corridoio Adriatico, visto come grande asse strategico di interesse nazionale e lo sviluppo di E45-E55, fino all’innesto on il raccordo autostradale Ferrara mare e con l’A13, Tra i nuovi potenziamenti prioritari il Porto di Ravenna in rapporto con la rete ferroviaria. Anche le aree interne vanno aiutate con una strategia di sviluppo, così come il turismo e la cultura, pesantemente colpiti in periodo pandemico, devono poter ripartire con progetti in partenariato pubblico privato.

 

 

Di seguito è possibile scaricare il documento presentato dalle Centrali Cooperative con i contenuti del Progetto Romagna

Il periodo congressuale, teatro del rinnovo di tutte le Federazioni di settore di Confcooperative a livello regionale e nazionale, si è concluso. Si sono svolte tutte le assemblee di rinnovo organi alle quali hanno partecipato rappresentanti di cooperative provenienti da tutta Italia. In giugno, a livello Romagna, l’unica assemblea che mancava all’appello era quella della Federazione Lavoro e Servizi che si è svolta il 15 del mese mentre a livello regionale, tra fine maggio e fine giugno, si sono svolte l’assemblea di Habitat e Lavoro e Servizi. A Roma, invece, nel medesimo lasso di tempo sono stati rinnovati Confcooperative Cultura Turismo e Sport, Federsolidarietà, FedAgriPesca, Habitat e, infine, Lavoro e Servizi. Di seguito una sintesi, per settore, dei presidenti e coordinatori neoeletti o riconfermati.

Confcooperative Cultura Turismo e Sport

A livello Romagna, il coordinamento che rappresenta le cooperative che operano nei settori della musica, sport, turismo e spettacolo da marzo ha una nuova coordinatrice: Giulia Fellini della cooperativa di comunicazione Prima Pagina di Cesena. Accanto a lei, nel coordinamento, altri 10 cooperatori in rappresentanza di altrettante cooperative. Ed è romagnola anche Chiara Laghi, confermata alla guida di Confcooperative Cultura Turismo e Sport Emilia-Romagna. Conferma anche a livello nazionale per Irene Bongiovanni che, per altri 4 anni, sarà al vertice della Federazione che rappresenta 1100 cooperative, 18.750 lavoratori e 105.400 soci in tutta Italia.

Confcooperative Consumo e Utenza

A livello territoriale non si è costituito un coordinamento di Federazione, ma è il faentino Roberto Savini, vicepresidente della cooperativa Cofra, a ricoprire sia il ruolo di presidente regionale che quello di presidente nazionale. Roberto Savini rappresenterà per i prossimi 4 anni 512 cooperative che operano nel settore del consumo (66%), dell’elettrico (13%), dell’utenza (10%) e del commercio al dettaglio (11%).

Confcooperative Federsolidarietà e Sanità

La cooperazione sociale e sanitaria in Romagna è forte e radicata e il coordinamento territoriale riunisce sia le cooperative sociali che sanitarie in un’unica Confcooperative Federsolidarietà e Sanità. Ne fanno parte 34 cooperatori, in rappresentanza di altrettante cooperative romagnole, che al timone hanno eletto Mirca Renzetti, vicepresidente della cooperativa La Formica di Rimini. Nuovo presidente anche per la Federazione regionale di Federsolidarietà con Antonio Buzzi, presidente della cooperativa Solco di Ravenna, eletto per il prossimo mandato. Al vertice di Confcooperative Sanità Emilia-Romagna è invece stato confermato Euro Grassi. A livello nazionale Federsolidarietà, che riunisce 6100 cooperative sociali, sarà guidata ancora per un altro mandato da Stefano Granata.

Confcooperative FedAgriPesca

Realdo Mastini, presidente di Orogel Fresco, è stato nominato coordinatore del livello romagnolo di Confcooperative FedAgriPesca: a deciderlo sono stati i 18 componenti del comitato territoriale in rappresentanza delle cooperative romagnole che operano nei settori agricolo, agroalimentare e della pesca. In Emilia-Romagna invece è stato eletto il faentino Raffaele Drei, per tanti anni presidente di Agrintesa e oggi presidente della cooperativa cesenate RiNova. Cambio al vertice anche a Roma dove Giorgio Mercuri ha passato il testimone al modenese Carlo Piccinini alla guida della Federazione che associa 3148 imprese agroalimentari e della pesca, con oltre 411.000 soci, 73.520 addetti, per un fatturato che supera i 30,5 miliardi di euro.

Confcooperative Lavoro e Servizi

Anche il coordinamento romagnolo di Confcooperative Lavoro e Servizi ha un nuovo volto: Mirella Paglierani, presidente della cooperativa Gemos di Faenza, è la nuova coordinatrice. Al suo fianco ci sono 12 cooperatori locali in rappresentanza delle cooperative di produzione-lavoro della Romagna ma anche di quelle del settore edile e abitazione, che in Romagna sono stati accorpati. Il livello regionale della Federazione, che conta quasi 400 cooperative attive nei settori industria, costruzioni, pulizie e multiservice, ricettivo e ristorazione, trasporti e logistica e servizi professionali, è invece nelle mani di Giuseppe Salomoni. La Federazione nazionale ha invece riconfermato al vertice Massimo Stronati.

Confcooperative Habitat

L’assemblea di Confcooperative Habitat Emilia-Romagna ha eletto Marco Galante nuovo presidente della Federazione che riunisce 57 cooperative di abitazione e di comunità con oltre 16.000 soci. Raccoglie il testimone da Luca Bracci, presidente del Consorzio Habitat di Rimini, che ha guidato la Federazione regionale negli ultimi 8 anni. A Roma, invece, l’assemblea nazionale che si è svolta il 14 giugno ha riconfermato Alessandro Maggioni al vertice di Habitat nazionale all’interno di un consiglio costituito da 40 cooperatrici e cooperatori provenienti da cooperative di abitazione e di comunità di tutta Italia. (m.a.)

Nuovo passo nell'ottica di una rappresentanza sempre più strutturata ed efficace per le cooperative di comunità, imprese attive in diversi settori che nascono dalla volontà di gruppi di cittadini di salvaguardare sviluppo e occupazione in piccoli borghi, paesi di montagna e quartieri periferici delle città.

 

Nei giorni scorsi il consiglio regionale di Confcooperative Habitat Emilia Romagna (la Federazione delle cooperative di abitazione che di recente ha accolto al suo interno anche le imprese comunitarie) ha eletto Alessandro Cardinali come coordinatore regionale del settore cooperative di comunità, nonché come vicepresidente della Federazione stessa. Cinquantasette anni, parmense di Tarsogno di Tornolo e già amministratore pubblico, Cardinali è da tempo impegnato in qualità di socio fondatore all'interno della cooperativa di comunità Granducato che opera a Tornolo, nell'Alta Valle del Taro in Appennino parmense, dove svolge servizi turistici (come la gestione di un centro con noleggio e-bike e tende sospese) e di manutenzione delle aree boschive.

Sono 26 ad oggi le cooperative di comunità aderenti a Confcooperative e distribuite in tutto il territorio regionale, un numero destinato a crescere dato il fermento che si registra in diversi territori, dall'Appennino fino alla Pianura, e i numerosi progetti in corso che coinvolgono Enti pubblici e altre Organizzazioni.

In occasione della sua elezione a responsabile regionale, Cardinali ha espresso apprezzamento per la recente approvazione in Commissione regionale Politiche economiche del progetto di legge dedicato al riconoscimento e al sostegno per le cooperative di comunità. “Auspichiamo – ha dichiarato Cardinali - che l'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna possa arrivare in tempi brevi all'approvazione di questa legge con ulteriori miglioramenti al testo, in attesa di beneficiare al più presto di bandi regionali che incentiveranno la nascita di nuove cooperative di comunità”.

“In una fase storica di grande difficoltà e di aumento delle disuguaglianze sociali e territoriali – ha dichiarato Alessandro Cardinali – il modello di impresa delle cooperative di comunità può rappresentare un formidabile strumento di sviluppo locale e innovazione economica e sociale a sostegno delle aree interne, montane e urbane che manifestano fenomeni di impoverimento sociale e demografico. La legge regionale in corso di approvazione va proprio in questa direzione, riconosce il ruolo di questa forma ‘speciale' di cooperazione e ne promuove la diffusione”.

“Le cooperative di comunità – ha aggiunto il presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza – aiutano a contrastare l'abbandono e lo spopolamento dei territori più isolati o in difficoltà, fornendo prospettive di sviluppo laddove le Istituzioni da sole non riescono a garantire risposte adeguate, mentre le imprese profit non sono interessate a investire perché non ravvisano adeguati guadagni. È proprio in situazioni come queste che la cooperazione si contraddistingue come modello di impresa etica e differente, che mette al centro le persone e le comunità”.

 

Il concorso, aperto a tutte le cooperative aderenti a Confcooperative, prevede una selezione territoriale delle opere da inviare al nazionale per la classifica dei vincitori.

La premiazione avverrà il prossimo 3 novembre a Roma, al Palazzo della Cooperazione, sede nazionale di Confcooperative in Via Torino, 146 durante la Giornata della Sostenibilità Cooperativa.

Per partecipare, le cooperative aderenti dovranno inviare all’Unione territoriale di riferimento entro il 23 settembre - a questo link la mappa degli uffici di Confcooperative https://www.confcooperative.it/LAssociazione/Noi-sul-territorio - una foto, un video oppure una storia che ne testimoni le attività riconducibili a uno dei 17 Obiettivi dell’Agenda 2030.

Alle 17  opere vincitrici - per inconfutabile giudizio della Giuria tecnico-artistica designata da Confcooperative – e alle cooperative che le avranno inviate saranno attribuiti dei premi economici.

Le opere che saranno ammesse al concorso dovranno avere le caratteristiche tecniche descritte nel Regolamento e dovranno mostrare con creatività e sensibilità storie del percorso verso la Sostenibilità, nei suoi aspetti sociali, ambientali ed economici.

Il concorso è indetto in collaborazione con Fondosviluppo.

SCARICA GLI ALLEGATI: Regolamento del Concorso – Modulo di partecipazione

Formare tecnici specializzati, capaci di presidiare e gestire i processi organizzativi e produttivi di impresa, competenti nelle innovazioni tecnologiche e all’internazionalizzazione dei mercati: è questo l’obiettivo dei due corsi gratuiti di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore (IFTS) organizzati da Irecoop Emilia-Romagna, rivolti a giovani e adulti, occupati o non occupati, in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore (preferibilmente a indirizzo agrario, elettro-meccanico, o comunque tecnico-settoriale).

Il primo corso, “Tecnico di prodotto e di processo: digitalizzazione e sostenibilità nell’agroindustria”, preparerà al mantenimento dell’efficienza del sistema logistico-produttivo e alla pianificazione della produzione. Previste 800 ore di lezione, di cui 480 di aula/laboratorio e 320 di stage in azienda. La sede è a Faenza.

Il secondo corso, “Tecnico dei sistemi integrati sicurezza-ambiente-qualità nei processi dell’agroindustria, esperto in economia circolare”, renderà esperti in controllo dei sistemi di gestione qualità e igiene, tracciabilità, etichettatura, impatto ambientale e gestione energetica. Sono 800 ore, di cui 320 di stage, a Forlì.

Entrambi i corsi si svolgeranno nel periodo novembre 2022-giugno 2023. Le selezioni per i partecipanti (20 per ogni corso) si apriranno i primi di novembre. Al termine, ai partecipanti verrà rilasciato un certificato di specializzazione tecnica superiore.

Referente corso di Faenza: Elisa Nanni, 0546 665523, sede.ravenna@irecoop.it; referente corso di Forlì: Daniela Selvi, 0543 370671, selvid@irecoop.it. Sito web: www.irecoop.it.

I corsi sono gratuiti, in quanto progetti finanziati dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo Sociale Europeo: Operazione RIF. P.A. 2022- 17364/RER approvata con DGR n.1379 del 01/08/2022 co-finanziata dal Fondo Sociale Europeo Plus 2021-2027 Regione Emilia-Romagna (primo corso) e Operazione RIF. P.A. 2022- 17366/RER approvata con DGR n.1379 del 01/08/2022 co-finanziata dal Fondo Sociale Europeo Plus 2021-2027 Regione Emilia-Romagna (secondo corso).

«Il Governo Draghi ci ha dimostrato che competenza e credibilità sono elementi fondamentali per l'economia di un Paese. Negli ultimi mesi, infatti, il nostro Pil è cresciuto più di quello francese e tedesco e questo dimostra che il nostro tessuto produttivo, industriale ed economico è sano e dinamico e se viene stimolato con le decisioni giuste non è secondo a nessuno a livello mondiale». A poche settimane dalla sfida elettorale il presidente di Confcooperative Romagna Mauro Neri lancia un appello ai candidati: «Il nostro sistema è da tempo organizzato in un contesto europeo e la credibilità è una cosa sostanziale. Da decenni il nostro Paese era oppresso dal debito pubblico e da un Pil bloccato e ci stavamo chiedendo se fosse colpa di un modello economico inefficiente affetto da problemi strutturali. Oggi sappiamo che il nostro modello è vincente e i partiti hanno una grossa responsabilità».

Il contesto attuale del sistema imprenditoriale è molto complesso perché segnato, come tutti sanno, dagli insostenibili incrementi dei costi dell'energia e delle materie prime, oltre che da un'ormai endemica carenza di manodopera. Le imprese, comprese quelle cooperative, sono preoccupate per gli esercizi in corso e attendono interventi organici al più presto. «Le cooperative sono al limite ma se riusciamo a superare questo 2022 ci aspettiamo che la situazione migliori - commenta il presidente di Confcooperative Romagna -. Il problema dell'energia, diversamente da quello della manodopera che è invece molto più strutturale, lo puoi risolvere con sostegni di emergenza e con interventi sulla formazione del prezzo dell'energia, a cui devono seguire programmi e investimenti nel medio periodo. Anche se questi costi esorbitanti dell'energia e delle materie prime sembrano ormai cronici, una luce in fondo al tunnel si può intravedere».

Sul fronte manodopera Neri aggiunge: «C'è un cambiamento sociale in atto. Le persone, soprattutto i giovani, non sono più affezionate al vecchio modello di vita, preferiscono muoversi, cambiare lavoro, scegliere. A questo cambiamento si aggiunge il calo demografico che ha messo in crisi il mondo del lavoro. L'immigrazione è l'unica soluzione ma occorre puntare su progetti di integrazione seri che facciano comprendere a tutti che le persone in arrivo da altri paesi sono una risorsa e non un problema».

Un ultimo accenno è poi dedicato ai soci e ai lavoratori delle cooperative, oggi alle prese con una forte inflazione. «La cooperazione è un'impresa che si basa sulle persone e, come tale, deve fare tutto il possibile per stare vicino ai propri soci e lavoratori. Magari mettendo a riserva qualcosa in meno. I lavoratori sono una risorsa, sono il cuore di un'impresa, senza di loro non andremmo da nessuna parte».

Irecoop Emilia-Romagna sede di Rimini propone una serie di percorsi formativi gratuiti per persone non occupate che vogliono rafforzare le proprie competenze professionali

I corsi che spaziano dall'informatica di base alle competenze linguistiche e trasversali come "problem solving" e "miglioramento delle performance in ambito lavorativo", sono fruibili in modo personalizzato e una persona potrà frequentare anche più percorsi.

La formazione è gratuita per:

  • persone maggiorenni non occupate che non sono in possesso di un diploma di scuola media superiore o di un diploma di qualifica;
  • persone non occupate con più di 50 anni .
  • persone maggiorenni sfollate dall’Ucraina che abbiano presentato domanda di permesso di soggiorno per protezione temporanea

Questi i corsi a disposizione

Alfabetizzazione informatica

  • INFORMATICA DI BASE (32 ore)
  • INFORMATICA DI BASE – ALTRI PROGRAMMI (16 ore)
  • WORD LIVELLO AVANZATO (16 ore)
  • EXCEL (16 ore)
  • EXCEL AVANZATO (16 ore)
  • SOCIAL MEDIA E GOOGLE DRIVE (16 ore)

Alfabetizzazione linguistica

  • PERCORSO BREVE DI ALFABETIZZAZIONE DI ITALIANO (16 ore)
  • PERCORSO DI ALFABETIZZAZIONE DI ITALIANO (32 ore)
  • PERCORSO DI ALFABETIZZAZIONE DI INGLESE (32 ore)
  • PERCORSO DI CONVERSAZIONE IN INGLESE (16 ore)
  • PERCORSO DI ALFABETIZZAZIONE DI TEDESCO (32 ore)
  • PERCORSO DI CONVERSAZIONE DI TEDESCO (16 ore)
  • PERCORSO DI ALFABETIZZAZIONE DI RUSSO (32 ore)
  • PERCORSO DI CONVERSAZIONE IN RUSSO (16 ore)
  • PERCORSO DI ALFABETIZZAZIONE DI SPAGNOLO (32 ore)
  • PERCORSO DI CONVERSAZIONE IN SPAGNOLO (16 ore)

Competenze trasversali

  • COMUNICARE PER COSTRUIRE RELAZIONI PROFESSIONALI POSITIVE (16 ore)
  • PROBLEM SOLVING (16 ore)
  • EMPOWERMENT, AUTOEFFICACIA E STIMA DI SÉ (8 ore)
  • EMPOWERMENT MIGLIORAMENTO DELLA PERFORMANCE IN AMBITO LAVORATIVO (16 ore)

La formazione è realizzata da Irecoop Emilia-Romagna sede di Rimini in collaborazione con Assoform Romagna sede di Rimini, Ial sede di Riccione, Ecipar sede di Rimini e Formart sede di Rimini.

Operazione Rif. PA 2019‐13405/RER approvata con DGR 189/2020 del 16/03/2020 e DGR 676/2022 del 04/05/2022 co‐finanziata dal Fondo sociale europeo PO 2014‐2020 Regione Emilia‐Romagna.

Più info sul sito di Irecoop Emilia-Romagna irecoop.it/corsi/corsi-gratuiti-non-occupati-rimini/

Ci sono davvero tante buone risorse sul web, o in libreria, che aiutano a scrivere in modo più sostenibile.

Per sciogliere dubbi, o approfondire gli argomenti incontrati nella lettura, è possibile partire da qui. Scarica il file con i materiali utili.

 

I soci di Confcooperative Romagna possono richiedere copia della pubblicazione "Scrivere Sostenibile" in formato pdf contattando la segreteria (0544.37171 - romagna@confcooperative.it)

 

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Si è aperta con l’intervento di don Mario Diana, incaricato CEI presso Confcooperative, l’assemblea annuale di Confcooperative Romagna. Don Diana ha rivolto un ricordo alla cooperativa Cuore 21 di Riccione, coinvolta in un grave incidente stradale in cui hanno perso la vita 7 persone tra ospiti e operatori della cooperativa. Anche il presidente di Confcooperative Romagna Mauro Neri, prima di iniziare il suo intervento, si è unito al cordoglio chiedendo un minuto di silenzio alla sala in cui erano presenti oltre 200 delegati delle cooperative associate all’Unione territoriale romagnola.  

L’incontro annuale, che si è svolto a Ravenna, è fondamentale per fare il punto sul lavoro svolto negli ultimi 12 mesi e per mettere a fuoco gli urgenti problemi con cui si stanno confrontando anche le 577cooperative nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini per un totale di 108.000 soci, 39.000 occupati e un valore della produzione di oltre 7 miliardi di euro (dati 2020).  

«La nostra Associazione è al giro di boa di questo mandato - ha esordito il presidente Neri ricordando nella sua relazione che Confcooperative Romagna è nata a novembre 2020 - e da un primo bilancio posso dire che gli obiettivi che ci eravamo prefissati al momento della fusione sono stati rispettati. Abbiamo lavorato per costruire una realtà romagnola unita e omogenea, ottimizzando le risorse, accrescendo le professionalità, cercando di essere di supporto in questi tempi difficili per tutte le nostre associate».  

Neri ha passato in rassegna i numerosi problemi che affliggono il paese e il tessuto economico-sociale dopo due anni di pandemia e con uno scenario internazionale sconvolto dalla guerra e dall’incertezza geopolitica: il caro energia, l’inflazione e l’aumento dei costi delle materie prime, la mancanza di manodopera e una generale incertezza che blocca lo sviluppo. «Per questo - ha sollecitato - c’è bisogno di una forte collaborazione tra pubblico e privato, anche il Pnrr per essere efficace necessita di condivisione di progetti e co-progettazione».

È stato ribadito il forte impegno dell’organizzazione a rafforzare le cooperative di comunità, a sviluppare le comunità energetiche, oggi più che mai importanti, a guardare avanti per costruire una cooperazione sostenibile e inclusiva. Temi questi che sono stati parte dell’appuntamento assembleare, con la presentazione de nuovo Codice Etico di Confcooperative Romagna, il documento dove si affronta anche la questione del rispetto della parità di genere e il coinvolgimento delle giovani generazioni.  

A questo proposito sul valore dell’inclusività letta nell’ottica dei giovani e delle donne si è tenuto un momento di confronto con il professore Sandro Castaldo, docente di Economia e Gestione delle Imprese all’ Università Bocconi e Annamaria Anelli - Business writer che ha affiancato Confcooperative Romagna in un percorso di scrittura sostenibile. Con il professor Castaldo, presidente del comitato scientifico del Diversity Brand Index, si è parlato dell’importanza di sensibilizzare le aziende in merito alla rilevanza etico economica dell’inclusione e della diversità. Ad iniziare dal genere, uno dei temi di riflessione anche in casa Confcooperative. 

La presenza femminile nell’organizzazione si può riassumere con alcuni numeri che interessano la base sociale composta per il 58% da uomini e per il 42% da donne, la composizione dei Consigli di amministrazione il 73% dove è rappresentato da maschi e il 27% è femminile, e la presenza di rappresentanti legali dove le donne sono il 22%. 

Analogamente - è stato più volte sottolineato - il futuro si costruisce coinvolgendo nelle azioni e decisioni anche le giovani generazioni.  

Hanno partecipato e salutato l’assemblea anche il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale, il Sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, il Prefetto di Ravenna Castrese De Rosa e l’Arciescovo di Ravenna-Cervia Monsignor Lorenzo Ghizzoni. Un momento molto sentito dall’incontro, che si è chiuso con l’intervento del presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini, è stato il dibattito tra i delegati intervenuti che hanno portato testimonianza della realtà in cui operano le cooperative e, più in generale, tutto il tessuto economico nazionale in questa difficile congiuntura.  

Lo stesso Gardini ha ribadito la necessità di interventi mirati per risolvere la grave situazione sul fronte energia e per sostenere il lavoro: «Il tema più urgente è quello dell’energia che colpisce tutti, non solo le imprese energivore. Sollecitiamo interventi a lungo termine e il superamento dei vincoli burocratici che impediscono la trasformazione del nostro sistema energia verso le rinnovabili. Un altro grande tema - ha aggiunto Gardini - è la situazione sul fronte occupazionale. Servono politiche attive vere sul lavoro, il reddito di cittadinanza va corretto e abbiamo bisogno che il futuro Ministro degli Esteri si impegni a negoziare flussi di lavoratori verso il nostro Paese per fronteggiare la grave mancanza di manodopera».

 

 

Relazione del presidente Mauro Neri scaricabile

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Il Codice Etico è un punto di partenza, che serve a Confcooperative Romagna per ripartire, ogni giorno, con davanti agli occhi chi è e dove vuole andare.

 

Scarica il Codice Etico

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Andrea Sangiorgi è stato confermato alla presidenza dei Giovani Imprenditori di Confcooperative Romagna

L’assemblea, che si è riunita il 25 ottobre, ha eletto anche il nuovo consiglio, composto da 12 cooperatori e cooperatrici che guideranno l’associazione nei prossimi anni: Filippo Borghesi (La Fraternità), Serena Mariani (Il Millepiedi), Elisa Zavoli (Fratelli è Possibile), Cristina Cucca (La Romagnola), Eugenio Urbinati (New Horizon), Mirca Renzetti (La Formica - nominata vicepresidente), Monica Montanari (Caviro), Riccardo Cappelli (BCC - Giovani Soci), Simone Righi (Confcooperative Romagna), Andrea Sangiorgi (Consorzio Solco Ravenna), Elisa Guarini (Progetto Crescita), Paolo Lombardi (Orogel - nominato vicepresidente). 

I Giovani Imprenditori di Confcooperative Romagna lavorano per la promozione del modello cooperativo tra le nuove generazioni, instaurando relazioni e sinergie con enti, scuole, e altre associazioni del territorio. Organizzano, inoltre, eventi e iniziative all’interno del sistema cooperativo di Confcooperative Romagna, per rafforzare le reti tra le cooperative che ne fanno parte e per stimolare l’Unione territoriale su temi come l’innovazione, l’intergenerazionalità, la sostenibilità e l’inclusione. 

Confcooperative Romagna, in collaborazione con il proprio centro servizi Linker Romagna, mette a disposizione di cooperative e imprese il servizio di consulenza per ottenere la certificazione UNI 125:2022, ossia la certificazione della Parità di Genere in azienda.

Si tratta di una certificazione che le imprese possono introdurre per stimolare la propria organizzazione aziendale a raggiungere l’equità di genere, beneficiando altresì di vantaggi concreti tra i quali sgravi fiscali e premialità nelle gare di appalto.

Il riferimento per qualsiasi informazione e per avviare il percorso di certificazione è il funzionario Riccardo Nascè: nasce.r@confcooperative.it e 0543 1995882.

Sono stati approvati i progetti di Servizio Civile Universale presentati da Confcooperative Romagna e CSS - Consorzio Solidarietà Sociale per la prima volta insieme all’interno del programma «Romagna resiliente». I due enti, in collaborazione con 19 cooperative romagnole, hanno presentato 5 progetti che prevedono l’inserimento di 56 ragazzi per lo svolgimento di attività di stampo socio-educativo e socio-assistenziale per minori, anziani e persone con disabilità.


I giovani che si candidano devono abitare in Italia e avere tra i 18 anni compiuti e i 28 anni non superati. Una volta inseriti in cooperativa i ragazzi presteranno servizio per 25 ore a settimana ricevendo un compenso di 444,30 euro/mese.


Le cooperative che accoglieranno i ragazzi sono tutte cooperative sociali storiche e ben radicate nei territori in cui operano, da Faenza a Riccione. I principali ambiti di operatività sono: assistenza a persone con disabilità, servizi educativi per bambini e minori, assistenza agli anziani e inserimento lavorativo di persone con disabilità o svantaggiate


Questi i progetti nel dettaglio.


Rete d’argento
Il progetto mette a disposizione 8 posti nelle cooperative sociali Asscor di Ravenna e Paolo Babini di Forlì nel campo dell’assistenza alle persone anziane. Le sedi di lavoro sono Ravenna, Fusignano, Cotignola e Forlì.


Comunità educante
Le cooperative Progetto Crescita di Ravenna, Service Web di Rimini e Gabriella Ugolini di Montescudo-Montecolombo (Rimini) accolgono 9 ragazzi che saranno lavoreranno in asili nido e scuole dell’infanzia nei territori di Ravenna, Sant’Agata sul Santerno, Rimini, Santarcangelo di Romagna e Montescudo-Montecolombo.


Fattorie bio-sociali
Il progetto si lega al settore dell’agricoltura sociale, per l’inserimento lavorativo di persone con disabilità e in condizione di svantaggio sociale, e mette a disposizione 5 posti nelle cooperative La Pieve di Ravenna e Il Mulino di Bagnacavallo. Le sedi di lavoro potranno essere Ravenna, Russi o Bagnacavallo.


Comunità anti-fragile
Sono 25 i ragazzi che possono essere inseriti nel progetto «Comunità anti-fragile» che si occupa di assistenza a persone con disabilità e altri soggetti in condizione di disagio. Le cooperative sociali coinvolte sono Solco di Ravenna, Akkanto di Santarcangelo, Progetto Crescita di Ravenna, La Pieve di Ravenna, Il Maestrale di Cattolica, Fratelli è Possibile di Santarcangelo, Cavarei di Forlì, Lamberto Valli di Forlì, L’Accoglienza di Forlì, Fondazione Opera Don Pippo di Forlì e Cisa di Cesena. Le sedi di lavoro saranno Ravenna, Santarcangelo di Romagna, Cesena, Forlì, Cattolica, Meldola, Forlimpopoli.


Cantieri inclusivi
Gli ultimi 9 posti disponibili sono all’interno di «Cantieri inclusivi» il progetto dedicato al supporto all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Le cooperative sociali coinvolte sono La Formica di Rimini, Cuore21 di Riccione, Botteghe&Mestieri di Faenza, L’Accoglienza di Forlì, Paolo Babini di Forlì. 


È già possibile candidarsi al bando sul sito: https://domandaonline.serviziocivile.it

 

Per informazioni: Simone Righi per Confcooperative Romagna (0544 37171 e righi.s@confcooperative.it) e Antonella Alberti per CSS Forlì (0543 28383 e youth@cssforli.it).
 

Confcooperative Romagna entra nel 2023 consapevole dei problemi sociali ed economici causati dalla situazione geopolitica mondiale ma con la certezza di essere un’Associazione solida e che può accompagnare le cooperative ad affrontare le sfide di un futuro incerto ma anche stimolante.


Gli obiettivi di mandato che ci siamo dati al momento della fusione sono a buon punto anche se sappiamo che c’è ancora un po’ di lavoro da fare.


La nostra priorità per il prossimo anno sarà ancora la piena integrazione dei territori nella nuova Organizzazione. Crediamo molto in Confcooperative Romagna, una realtà che ha superato scogli e perplessità dimostrandosi innovativa e anticipatrice. Rispetto a una riorganizzazione dell’Associazione a livello regionale e nazionale, siamo partiti prima degli altri ma non possiamo abbassare la guardia. Ogni territorio della Romagna, dai grandi centri urbani ai territori di periferia, deve avere una rappresentanza importante e costruttiva nell’Organizzazione.
Accanto a questo continueremo a rendere sempre più concreti i servizi e le risposte di rappresentanza di cui hanno bisogno le cooperative. Questa è la direzione che ci chiede anche Confcooperative a livello nazionale che a fine dicembre ha costituito un gruppo di lavoro sul tema dove noi saremo parte attiva e costruttiva.

Anche in questo caso siamo a buon punto. Linker Romagna è una realtà all’avanguardia dal punto di vista dei servizi fiscali, societari, giuslavoristici e della gestione d’impresa e, grazie alla collaborazione creata con la cooperativa Seled, è un punto di riferimento anche nel settore della digitalizzazione.


Nel 2023 toccherà al nostro ente di formazione Irecoop Emilia-Romagna dimostrare di saper rispondere ai bisogni delle cooperative e del mercato del lavoro. Confcooperative Romagna crede nella formazione come leva di crescita per le imprese e il territorio e saremo accanto a Irecoop con il fine di creare progetti adeguati, efficienti di alta qualità nel campo della formazione, soprattutto specializzata, e con l’obiettivo di affrontare anche un grave problema che affligge le cooperative di tutti i settori: la mancanza di personale. In questo senso crediamo che progetti intersettoriali digitali siano un’adeguata risposta a molte problematiche che affliggono soprattutto le piccole cooperative e che il sistema Confcooperative, formato da società di sistema molto performanti, possa dare il meglio quando queste ultime vengono coinvolte in progetti integrati proposti come opportunità alle cooperative e ai soci.


Infine, Confcooperative Romagna sarà concentrata nella sua mission principale: combattere le disuguaglianze, oggi in crescita. In Romagna ci sono disuguaglianze sociali, come in tutto il resto del Paese, ma soprattutto disuguaglianze territoriali. E noi vogliamo fare tutto il possibile per ridurle. Spingendo per la nascita di comunità energetiche e di cooperative di comunità, sostenendo l’occupazione e l’integrazione di persone immigrate, collaborando con le istituzioni per la risoluzione dei bisogni delle persone e dei territori. Le nostre radici traggono linfa dalla Dottrina Sociale della Chiesa e crediamo che in futuro una stretta collaborazione con la Cei sia fondamentale per risolvere i problemi che affliggono le aree interne della nostra bellissima Romagna.

Mauro Neri

Presidente Confcooperative Romagna

 

 

“Cooperative, energia per le comunità”, è con questo pay off che Confcooperative e il Credito Cooperativo aderiscono a “M’illumino di meno” l’iniziativa promossa da Caterpillar Radio2 in occasione della Giornata del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili che si terrà giovedì 16 febbraio.

 

La festa di una “grande comunità energetica” che intende ribadire l’impegno delle cooperative, e in particolare delle banche di comunità, per realizzare obiettivi di sostenibilità e di promozione del bene comune, del “benessere della comunità” e della qualità della vita.

 

Cooperative, energia per le comunità. Transizione cooperativa per i territori. 

 

Confcooperative e le Banche di Credito Cooperativo, Casse Rurali e Casse Raiffeisen perseguono obiettivi di sostenibilità e di promozione del bene comune, del “benessere della comunità” e della qualità della vita, integrando l’equilibrio tra impatto sociale, ambientale ed economico delle attività nella propria mission, con un impegno concreto che si traduce in politiche attive dirette ai soci e alla collettività. 

 

Confcooperative e le BCC-CR sono impegnate nel promuovere la pianificazione e il posizionamento delle cooperative attraverso progetti concreti di sostenibilità e di economia circolare, creando le condizioni per una transizione ambientale ed energetica giusta e solidale e supportando le azioni volte a rimuovere alcuni degli ostacoli principali all’urgente sviluppo dell’economia circolare, che si traduce anche in un’occasione strategica per creare le migliori condizioni di un equilibrato sviluppo sociale.

 

DECALOGO

 

1. Energia pulita. Oltre l’80% dell’energia acquistata e consumata dal Credito Cooperativo proviene da fonti rinnovabili. Le cooperative elettriche storiche dell’arco alpino, aderenti a Confcooperative, producono 500GWH da fonte idroelettrica per 100.000 utenze tra famiglie e imprese. Sono migliaia le cooperative associate a Confcooperative che nell’agroalimentare, nel welfare, nell’abitazione, nel settore produzione lavoro e servizi, nel consumo e nella distribuzione al dettaglio generano energia da fonte rinnovabile e da processi di economica circolare. Solo nel 2022 hanno investito oltre 1,2 miliardi di risorse aggiuntive. 

 

2. Risparmio energetico. Le Banche di Credito Cooperativo e le Casse Rurali italiane da anni promuovono la diffusione delle energie rinnovabili presso soci e clienti e adottano soluzioni green. Nel 2021, il Credito Cooperativo ha risparmiato in media il 23,5% di emissioni di CO2 rispetto al 2020.

Nel 2022, attraverso il Consorzio BCC Energia, sono state risparmiate emissioni per 38.930 tonnellate di CO2. Confcooperative, utilizzando energia green al 100%, ha risparmiato emissioni per 650 mila kg di CO2, un risparmio che equivale a 70mila litri di gasolio in meno consumato.

 

3. Mobilità sostenibile. Nel 2022 le BCC-CR hanno messo a disposizione dei propri clienti, presso le proprie sedi, oltre 100 infrastrutture di ricarica. Power Energia, società di sistema di Confcooperative, ha finanziato 10 progetti per la diffusione di mobilità sostenibile tra colonnine e auto ibride.

 

4. Comunità Energetiche Rinnovabili: Confcooperative e un numero crescente di BCC-CR promuovono e sostengono la nascita di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), realizzate secondo logiche comunitarie, di sostenibilità e non speculative. Confcooperative e le BCC – CR sono operative per fornire supporto alla costituzione e al finanziamento di CER e per farlo hanno avviato tavoli di lavoro con i territori a tutti i livelli: Comuni, famiglie, piccole imprese, associazioni locali, associazioni ambientaliste, parrocchie, diocesi. Confcooperative ha siglato accordi di collaborazione con Faci, Cei, Uncem ed Enea.

 

5. BancaBosco. Il bosco diffuso – progetto lanciato da Federcasse nel 2021 su iniziativa delle Giovani Socie e dei Giovani Socie delle BCC - conta oggi 2.307 alberi piantati in 24 Comuni italiani.

 

6. Carta certificata. Il 67% della carta utilizzata dal Credito Cooperativo è certificata FSC.

 

7. Giovani Socie e Soci. Nel tempo, 75 BCC-CR hanno costituito altrettanti Gruppi Giovani Soci, palestre di azione e di coinvolgimento dove fare esperienza e pratica di protagonismo responsabile. La rete dei Giovani Imprenditori di Confcooperative conta 13 gruppi regionali con oltre 300 giovani attivi. Attraverso formazione e confronto si punta ad accrescere le competenze delle nuove generazioni di management cooperativo con una visione di sviluppo legata al raggiungimento degli SDGs delle Nazioni Unite.

 

8. Educazione finanziaria. Le Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali italiane, in collaborazione con Istituzioni scolastiche e universitarie e con Enti locali, diffondono la cultura dell’educazione finanziaria mutualistica nei territori. Un impegno che le Banche di Comunità perseguono per tradurre i principi dell’articolo 2 del loro Statuto in azioni concrete per la propria comunità di riferimento. 

 

9. Sostegno all’Ecuador. Attraverso il processo-progetto “Microfinanza Campesina in Ecuador”, le BCC-CR hanno erogato negli ultimi anni oltre 4 milioni di crediti agevolati per progetti in ambito di sostenibilità ambientale, dall’installazione di pannelli solari nelle comunità di campesinos e indigeni alla riforestazione di territori andini alla diffusione di “cucine ecologiche” nelle aeree rurali dell’Ecuador.

 

10. Finanza geocircolare. Il 73% del risparmio raccolto dalle BCC-CR nel 2022 è diventato credito per l’economia reale. 

Raccoglie e intercetta richieste o sollecitazioni, esamina idee d’impresa, accompagna i lavoratori di aziende in crisi che nella cooperazione individuano una possibilità di occupazione e di futuro. Lo Sportello Impresa di Confcooperative Romagna supporta lo sviluppo di nuova imprenditoria cooperativa, con una metodologia messa a punto da un team di professionisti.

Il primo passo allo Sportello Impresa è un incontro conoscitivo informale per capire la richiesta e sondare come mettere in pratica il percorso. Poi segue l’accompagnamento in un ragionamento sia tecnico che imprenditoriale che impegna i futuri imprenditori cooperativi nei primi atti concreti.

Chi arriva allo Sportello manifesta a volte un bisogno generico, in altri casi ha già un progetto ben strutturato. Ma questo non cambia la sostanza: fino alla concretizzazione del progetto Confcooperative accompagna tutti gratuitamente, la prima spesa da affrontare è quella del notaio per l’atto costitutivo della nuova impresa.

Hai un’idea imprenditoriale? Contatta Confcooperative Romagna!

Lo Sportello Impresa sul territorio

Forlì-Cesena - Francesco Strocchi: strocchi.f@confcooperative.it / 0543 1995882

Ravenna - Simone Righi: righi.s@confcooperative.it / 333 6951228

Rimini - Giacomo Giorgi: giorgi.gi@confcooperative.it / 345 2832612

Venerdì pomeriggio il vicepresidente di Confcooperative Romagna e presidente di Federsolidarietà Emilia-Romagna Antonio Buzzi, è stato ricevuto insieme al Segretario Generale di Confcooperative, Marco Venturelli, al Ministero del lavoro e delle Politiche sociali.  
L’incontro, reso possibile dalla mediazione dell’On. Rosaria Tassinari, ha affrontato i problemi che stanno coinvolgendo le cooperative sociali di tipo B della Romagna in seguito ad alcune sentenze che hanno contestato l’applicazione del contratto collettivo nazionale della cooperazione sociale. Le cooperative sociali in Emilia-Romagna danno lavoro a 12.000 operatori di cui 5.300 con disabilità e in condizione di svantaggio.  


Pronunce che costituiscono precedenti pericolosi per una tipologia di impresa che nasce con l’obiettivo prioritario di inserire nel mondo del lavoro persone con disabilità e in condizione di svantaggio e, solo secondariamente, di farlo svolgendo molteplici attività e in più settori. «Il contratto collettivo applicato dalle cooperative sociali di tipo B - commenta Antonio Buzzi - è caratteristico e contiene istituti specifici adatti alle peculiarità dell’inserimento lavorativo. Metterlo in discussione rappresenta un grave rischio. La nostra speranza è che grazie al lavoro della politica nazionale si possa contribuire a trovare soluzioni per uscire da una problematica che, dall’Emilia-Romagna, si sta allargando anche ad altri territori. Una problematica che rischia di minare alle fondamenta un tipo di impresa etica e ad alto impatto sociale, che negli ultimi 30 anni ha portato risultati eccellenti sul nostro territorio».  


«Una problematica che, unita alle sofferenze economiche patite dalle cooperative sociali che fanno assistenza a bambini, anziani e persone con disabilità, dovute ai mancati riconoscimenti dell’aumento dei costi di varia natura da parte della Pubblica Amministrazione, rischia di mettere completamente in discussione un sistema di welfare che le comunità non possono permettersi di perdere» aggiunge Buzzi. 
«A nome di Confcooperative Romagna - evidenzia il Presidente Mauro Neri - ci tengo in modo particolare a ringraziare l’On. Tassinari per l’ascolto e la grande attenzione che ci ha dimostrato consentendoci di restituire al Governo una situazione che sta mettendo a rischio un’istituzione del nostro territorio. Un’attenzione che ci ha dimostrato a più riprese e che per noi è davvero preziosa». 


«Ho ritenuto necessario sottoporre al Governo le criticità che sta attraversando il sistema di welfare territoriale - spiega l’On. Rosaria Tassinari -. È evidente che siamo di fronte ad una situazione molto problematica che si colloca, tra l’altro, in un momento particolarmente critico se teniamo conto dell’aumento insostenibile dei costi registrato negli ultimi anni. Il nostro ruolo sul territorio è proprio quello di raccoglierne le esigenze e consentire il collegamento con Roma, soprattutto in situazioni di forte criticità come questa. A maggior ragione, se parliamo di tutela della collettività e delle persone più fragili». 
 

(Bologna, 21 marzo 2023) - La Regione Emilia-Romagna, grazie al Fondo per la non autosufficienza, ha garantito dal 2009 le attività di 800 servizi diurni, residenziali, domiciliari rivolti a persone non autosufficienti, servizi per il 70% gestiti da enti del Terzo Settore, in particolare cooperative sociali.

 

“L’amministrazione condivisa di questi servizi pubblici – rimarcano in una nota congiunta le centrali cooperative regionali Agci Imprese Sociali, Confcooperative Federsolidarietà e Legacoopsociali - è stata regolata da un sistema tariffario che ha permesso la realizzazione dei servizi ai diversi gestori che, con grande impegno e dedizione, hanno mantenuto sempre aperti i servizi anche durante la pandemia pagando un prezzo altissimo pur di garantire continuità di servizio. Continuità che ora è messa in discussione da un aumento dei costi delle materie prime ed energetici, dei servizi, a cui si sommano l’aumento dei costi del personale, sempre più difficile da trovare, e l’aumento di tutti i costi di gestione”.

 

“A fronte di un costo complessivo di circa 120 euro procapite pro die per una giornata in Cra (Casa residenze anziani) – continuano le centrali della cooperazione sociale emiliano-romagnola - riceviamo oggi 109 euro e le cooperative che gestiscono servizi in accreditamento, chiudono in perdita da anni. Pur non corrispondendo alle richieste che, come Associazioni cooperative avevamo rappresentato il modesto adeguamento delle tariffe stabilito nei mesi passati ha fornito un po' di ossigeno, purtroppo insufficiente per coprire la quasi totalità dei bilanci in rosso che saranno presentati alle prossime assemblee dei soci e delle socie del mese di maggio”.

 

Il percorso di riforma dell’accreditamento appena avviato si prepara a svolgere una profonda revisione e modifica del sistema, come anche la semplificazione delle procedure amministrative e di rendicontazione. “Il risultato di tale lavoro – aggiungono Agci Solidarietà, Confcooperative Federsolidarietà e Legacoopsociali dell’Emilia-Romagna - siamo certi che produrrà anche risparmi di costi e un aggiornamento ai nuovi bisogni sociali dei cittadini. Non possiamo però attendere l’esito dei lavori e ci aspettiamo dalla

Regione un urgente adeguamento tariffario che permetta ai gestori poter chiudere i bilanci del 2023 evitando la chiusura dei servizi”.

 

Inoltre, la Regione Emilia-Romagna, grazie al fondo sanitario, ha garantito i servizi di salute mentale: Residenze psichiatriche a trattamento riabilitativo in accreditamento regionale, Comunità Alloggio e gruppi appartamento in convenzione con le Asl. Questi servizi sono gestiti per la maggior parte da enti del Terzo settore, in particolare cooperative sociali. Il sistema di regolazione delle tariffe è normato per i servizi in accreditamento dalla Regione, per quelli in convenzione da gare, albo fornitori da parte delle ASL. Aggiungiamo che anche i costi espressamente sanitari non vengono minimamente coperti.

“Chiediamo, con urgenza, anche nel caso dei servizi di salute mentale – concludono i rap-presentanti delle cooperative sociali - l’adeguamento delle tariffe che riguardano i costi dei servizi sanitari, come anche del lavoro delle figure sanitarie e riabilitative, tariffe ferme dal 2013, i cui livelli economici attuali rendono i servizi insostenibili”.

Alcuni cittadini di Borghi (FC) con il supporto dell'amministrazione comunale hanno richiesto a Confcooperative Romagna di organizzare due incontri pubblici per spiegare alla cittadinanza il funzionamento e le opportunità delle cooperative di comunità.

Gli incontri si svolgeranno lunedì 3 aprile nel centro di Borghi (Sala Polivalente) e mercoledì 5 aprile in località Stradone (Bar Sport) a partire dalle 20.30.

«Siamo stati coinvolti dal sindaco Silverio Zabberoni e dal vicesindaco Luigi Deluca che, in accordo con alcuni cittadini, ci hanno richiesto maggiori informazioni sul modello delle cooperative di comunità - racconta Pierpaolo Baroni, responsabile delle cooperative di comunità per Confcooperative Romagna -. Borghi, pur essendo in una posizione favorevole geograficamente trovandosi nella prima collina, sta progressivamente perdendo servizi e questo rende più difficile la vita per la comunità, specialmente per la popolazione anziana che ha più difficoltà a spostarsi per fare acquisti. La cooperativa di comunità, in questi casi, è un modello collaudato di partecipazione collettiva al sostegno economico e sociale di piccole e medie comunità di cittadini e potrebbe essere un importante sostegno per Borghi».

Gli incontri si apriranno con i saluti dell’amministrazione comunale cui seguirà la presentazione a cura di Pierpaolo Baroni e Giacomo Giorgi di Confcooperative Romagna. A seguire, intorno alle 21.30, è previsto un dibattito per intercettare volontà dei cittadini, rispondere a ogni quesito e capire se è possibile aprire un percorso di costituzione della cooperativa di comunità.

La cooperazione sociale romagnola è in difficoltà nell’erogazione dei servizi e con essa il sistema di welfare del territorio.  

Le cooperative sociali gestiscono su mandato della Regione Emilia-Romagna oltre il 70% dei servizi di assistenza alle persone non autosufficienti: case residenza e centri diurni per anziani e persone con disabilità, servizi in ambito psichiatrico, comunità per minori ecc. 

Servizi che creano sollievo alle famiglie e posti di lavoro.  

Negli ultimi anni i costi per la gestione delle strutture accreditate sono aumentati notevolmente, ma il contributo erogato dalla Regione è rimasto lo stesso. La conseguenza è che molte cooperative chiuderanno i loro bilanci in perdita, non saranno più in grado di erogare i servizi e in alcuni casi rischieranno la chiusura. Urge un intervento affinché il welfare di qualità che caratterizza questo territorio venga mantenuto. 

L’appello alla Regione 

“Abbiamo portato questo tema all’attenzione della Regione Emilia-Romagna alla quale abbiamo chiesto un urgente adeguamento delle tariffe che riconosce alle cooperative sociali per la gestione dei servizi di assistenza alla persona accreditati”, sottolinea Mirca Renzetti, presidente di Confcooperative Federsolidarietà Romagna. 

Prendendo ad esempio le case residenza per anziani, per ciascun ospite le cooperative spendono 120 euro al giorno, ma ne ricevono solo 109 dalla Regione.  

“Nei mesi passati c’è stato un modesto stanziamento della Regione per aiutare le strutture ad affrontare l’aumento considerevole dei costi fissi e variabili. Uno stanziamento che ha fornito un po’ di ossigeno ed è stato accettato di buon grado nell’attesa di una vera revisione delle tariffe, ma che è risultato insufficiente. La soluzione va trovata in fretta - continua Renzetti -. Bisogna che si prenda maggiore consapevolezza del valore aggiunto che la cooperazione sociale dà al territorio. In questi anni di pandemia e di rincari esorbitanti le cooperative sociali non si sono mai sottratte dalla loro missione, consumando patrimoni e riserve pur di mantenere aperti i servizi e salvaguardare il lavoro dei propri soci. Hanno messo in secondo piano la tenuta dell’impresa per la tenuta del welfare. Ora non possiamo permettere che questo tassello così importante dell’economia e del welfare venga lasciato indietro”. 

24 aprile 2023. Confcooperative Romagna promuove il tradizionale appuntamento con la Festa della Cooperazione, quest’anno giunta alla sua 45esima edizione. L’iniziativa si svolgerà dal 28 aprile al 2 maggio con eventi in presenza a Bagnacavallo e approfondimenti su Teleromagna. 

 

“La Festa della Cooperazione è un evento importante per la nostra organizzazione. Ci dà la possibilità di incontrare la nostra base sociale, stringere le relazioni con le imprese e le amministrazioni dei nostri territori, riflettere sulle problematiche che caratterizzano i nostri tempi e ricordarci che, grazie anche alla cooperazione, viviamo in un territorio ricco di opportunità, che non si arrende neanche davanti alle sfide più complesse”, sottolinea il presidente di Confcooperative Romagna, Mauro Neri. 

Il programma 

La festa dal vivo si apre venerdì 28 aprile alle ore 17 con l’inaugurazione del nuovo impianto di stoccaggio cereali di Agrisol a Belricetto di Lugo; alle 18 ci sposta a Bagnacavallo, presso lo stabilimento di Agrintesa, per l’inaugurazione della Festa e l’apertura della mostra dei 40 anni di In Piazza; alle 18.30 si continua con il convegno “L’acqua, una risorsa indispensabile per il mantenimento della nostra agricoltura - prospettive, impegni e progetti”. Sabato 29 alle ore 10 gli Istituti agrari del territorio faranno visita alle cooperative agricole di Bagnacavallo, mentre alla sera, alle ore 21 lo stabilimento di Agrintesa diventa palcoscenico per la commedia dialettale “Al Campân ad don Camèl”. Domenica 30 si inizia alle 14.30 con l’apertura degli stand delle cooperative, delle mostre e dell’intrattenimento che andrà avanti fino a sera, mentre alle 19.30 gli invitati di Cofra potranno festeggiare i 50 anni della cooperativa. Lunedì 1° maggio è come sempre la giornata clou della Festa, con la Santa messa alle ore 10 celebrata da mons. Franco Appi (anche in diretta su Teleromagna), la benedizione delle macchine agricole (ore 11.30), il pranzo della cooperazione (ore 12.30 su prenotazione) e l’apertura degli stand, delle mostre e dell’intrattenimento (dalle 14.30 in poi). Martedì 2 maggio ci si sposta a Casa Conti Guidi, sempre a Bagnacavallo, dove alle 15.30 Don Mario Diana, incaricato Cei Confcooperative, incontrerà i dirigenti cooperativi. 

 

La Festa su Teleromagna 

Su Teleromagna sono in programma 3 approfondimenti organizzati nell’ambito della Festa della Cooperazione. Dopo il primo dedicato alle “Comunità energetiche rinnovabili: vantaggi e opportunità per imprese e territori” andato in onda sabato 22, si continua con “La cooperativa di fronte alle sfide economiche e sociali” (sabato 29 aprile ore 21, canale 14) insieme a Carlo Dalmonte, presidente Caviro; Maurizia Squarzi, presidente di Cava Rei; Mirco Coriaci, segretario generale Confcooperative Romagna; Bruno Piraccini, presidente di Orogel. L’ultimo approfondimento è dedicato al settore sociale con “Il futuro dei servizi per la non autosufficienza” (domenica 30 aprile ore 21, canale 14) con Igor Taruffi, assessore al Welfare Regione Emilia-Romagna; Michele de Pascale, presidente Conferenza territoriale sociale e sanitaria della Romagna; Antonio Buzzi, presidente Consorzio Solco Ravenna e vicepresidente Confcooperative Romagna; Cristian Bartoletti, presidente L’Oasi; Monica Pozzi, coordinamento pedagogico cooperativa Solidarietà intrapresa.  

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Si è spento sabato 29 aprile all’età di 94 anni il Sen. Armando Foschi. Nel 1973 fu fondatore e presidente del Circondario di Confcooperative Rimini e dal 1983 al 1993 fu il primo presidente della costituente Unione Provinciale di Rimini, autonoma dopo la scissione da Forlì-Cesena.

Nato a Coriano da famiglia di braccianti agricoli, dedicò i primi anni di lavoro all’attività di famiglia per poi impegnarsi all’interno dell’Azione Cattolica e in politica. Fu esponente romagnolo della Democrazia Cristiana e, nel riminese, ebbe l’incarico di Segretario generale e fu eletto consigliere comunale. Si presentò alle elezioni politiche del 1976 e fu eletto Senatore della Repubblica e rivestì l’incarico fino al 1996 per un totale di quattro legislature.

Nell’ambito cooperativo, oltre alla presidenza di Confcooperative Rimini, fu eletto nel 1995 alla guida di della Federazione nazionale Federturismo e sport per due mandati. Fu altresì direttore generale dell’Enit a Roma.

Ieri mattina, nell’ambito della Festa della Cooperazione di Confcooperative Romagna, il presidente nazionale Maurizio Gardini lo ha ricordato durante la Santa Messa.

Il presidente di Confcooperative Romagna, a nome del Consiglio di Presidenza dell’Unione territoriale e di tutta l’Associazione, lo ricorda così: “Il Senatore Armando Foschi fu persona al servizio della comunità, esemplare nei rapporti umani, convinto cooperatore. Ha sempre dimostrato generosità ed onestà assoluta. La nostra vicinanza va alla moglie Maria Grazia e ai figli Marco, Riccardo, Federico e Antonella e ai sei nipoti”.

Le immagini sono tratte dal volume “Probi Pionieri dell’Emilia-Romagna” curato da Elio Pezzi e pubblicato nel 2018 in occasione del 50° anniversario di Confcooperative Emilia Romagna.

Cesena, 2 maggio 2023 – “La visita del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Cesena in occasione dei 40 anni di Macfrut restituisce finalmente piena dignità al comparto ortofrutticolo, troppo spesso dimenticato e snobbato dalle nostre Istituzioni. Con i suoi 15 miliardi di valore alla produzione nella fase agricola, l’ortofrutta rappresenta un patrimonio insostituibile del sistema agroalimentare italiano che va valorizzato, salvaguardato e difeso dagli effetti dei cambiamenti climatici e da provvedimenti europei ispirati a ideologie contrarie al mondo agricolo e non avvalorate dalla realtà produttiva”.

Sono queste le parole con cui il presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna Raffaele Drei interviene a margine della visita del Capo dello Stato a Cesena, tenutasi questa mattina in occasione del 40° anniversario di Macfrut, la Fiera ortofrutticola in programma dal 3 al 5 maggio al Rimini Expo Center. Presente insieme a Drei anche il direttore di Confcooperative Emilia Romagna Pierlorenzo Rossi.

“L’Emilia-Romagna si posiziona tra le prime regioni italiane nel comparto ortofrutticolo con 1,2 miliardi di euro di produzione lorda vendibile estesi su una superficie coltivata di 56.691 ettari (dati 2022; Regione E-R). Il sistema cooperativo regionale rappresenta oltre la metà di questo comparto e, grazie alle politiche di aggregazione, ha permesso negli anni a migliaia di piccoli e medi agricoltori di esportare i loro prodotti in tutto il mondo. Tuttavia – avverte Drei – ci sono alcune minacce che mettono a repentaglio la tenuta del sistema ortofrutticolo emiliano-romagnolo e nazionale”.

Una prima minaccia, ragiona il presidente della Federazione regionale che raduna 385 cooperative agroalimentari con 18.400 addetti e un valore della produzione di 9,5 miliardi euro, arriva dagli effetti dei cambiamenti climatici. “Negli ultimi quattro anni, la produzione ortofrutticola emiliano-romagnola è stata pesantemente colpita dalle gelate tardive che anche nelle settimane scorse sono tornate a causare importanti danni, soprattutto alle drupacee – sottolinea Drei -. Va però considerato un elemento: le aziende agricole che hanno investito in sistemi di difesa attiva antibrina, come i cosiddetti ventoloni o gli impianti di irrigazione soprachioma e sottochioma, sono riuscite a salvaguardare buona parte del raccolto. Così come chi ha dotato i propri frutteti di reti anti-grandine è riuscito a proteggersi dalle grandinate verificatesi nelle ultime settimane a macchia di leopardo”. “Gli investimenti nei sistemi di difesa delle piante – incalza Drei – sono fondamentali per proteggere e salvaguardare la produzione ortofrutticola, ma rappresentano un costo che non può essere scaricato solo sulle spalle degli agricoltori. Bene ha fatto quindi la Regione a prevedere risorse per co-finanziare negli anni scorsi tali investimenti, ora ci aspettiamo che arrivino altri bandi in questa direzione. Ne va della tenuta del nostro sistema ortofrutticolo”. Inoltre, sottolinea il presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, “è fondamentale intervenire per sostenere le aziende agricole duramente colpite dalle calamità, da un lato facendo ricorso alla legge 102/2004 che prevede ristori e indennizzi, dall’altra velocizzando l’attivazione del Fondo Mutualistico Nazionale AgriCat riservato alle produzioni agricole che subiscono danni catastrofali, a maggior ragione perché si tratta di un fondo alimentato al 30% dagli stessi agricoltori con un prelievo obbligatorio dai contributi della Pac”.

Una seconda minaccia all’ortofrutta arriva da quelli che il presidente Drei definisce “provvedimenti ideologici proposti a livello europeo”, cioè “che si ispirano a ideologie contrarie al mondo agricolo ma che non trovano riscontro nella realtà produttiva italiana”. Il riferimento va in particolare alla proposta di regolamento per l’uso sostenibile dei fitofarmaci (SUR) che – tra le altre cose - impone all’Italia di ridurre di oltre il 60% l’impiego di questi prodotti a difesa delle piante entro il 2030. “È un provvedimento insostenibile per il mondo agricolo, proposto senza un adeguato studio di impatto e senza tenere conto del percorso di produzione sostenibile portato avanti in Italia e in particolare in Emilia-Romagna, dove i disciplinari di lotta integrata sono una realtà consolidata da decenni”. Secondo Drei, “le imprese agricole vanno accompagnate in un processo virtuoso di riduzione dell’impatto sull’ambiente, non è pensabile togliere agli agricoltori in un tempo così breve gli strumenti di difesa e protezione delle loro piante senza fornirgli alcuna alternativa. Il risultato è l’abbattimento delle piante e l’abbandono delle coltivazioni a frutteto, come purtroppo già accade, perché i livelli produttivi non sarebbero più sostenibili per nessuna azienda. A quel punto la frutta e la verdura che i consumatori troveranno al supermercato, arriverà soprattutto da Paesi terzi, senza adeguati controlli in termini di qualità, salubrità e tracciabilità; saremo costretti ad acquistare prodotti ortofrutticoli senza alcuna garanzia sulla sostenibilità dei metodi di coltivazione e lavorazione e molto probabilmente a prezzi superiori”.

In conclusione, il presidente regionale di Confcooperative Fedagripesca confida che “la visita di Mattarella e la 40° edizione di Macfrut siano l’occasione per accendere i riflettori sui problemi della filiera ortofrutticola che rappresenta un’eccellenza dell’Emilia-Romagna e del Paese intero che non possiamo permetterci di perdere”.

Confcooperative Romagna ha aperto una raccolta fondi per aiutare i cooperatori e le cooperatrici delle imprese associate che hanno subito danni dall’alluvione che ha colpito la Romagna e in particolare i comuni della Romagna faentina e della Bassa Romagna. 


«Abbiamo già ricevuto tante segnalazioni da parte delle nostre imprese. È ancora presto per stimare i danni ma vogliamo essere pronti e fare tutto il possibile per aiutare le cooperative, le persone che vi lavorano e le loro famiglie - sottolinea il presidente di Confcooperative Romagna, Mauro Neri -. È il momento di restare uniti e cooperare». 


Tutte le persone che vogliono contribuire alla raccolta fondi possono donare tramite bonifico al conto corrente bancario “Confcooperative Romagna per le cooperatrici e i cooperatori alluvionati” IBAN IT25 G 08542 23700 000000731028. Il conto è aperto presso la Bcc ravennate, forlivese e imolese che ha azzerato ogni costo di commissione per tutti i correntisti. Per chi non ha il conto presso l’istituto di credito cooperativo valgono le commissioni previste dalla propria banca. 


«Questo è solo un piccolo aiuto in più che vogliamo dare alle famiglie e alle persone colpite da questa calamità. Stiamo lavorando a ogni livello, locale, regionale e nazionale per fare in modo che la ripresa sia più veloce ed efficace possibile - continua Neri - e che arrivino presto tutte le risorse possibili da parte dello Stato. Bene ha fatto la Regione a richiedere lo stato di calamità per il nostro territorio e, stante le informazioni in possesso nelle ore antecedenti gli eventi, positivo è stato il lavoro di comunicazione e informazione fatto dagli amministratori locali, dalle forze dell’ordine e dalla Protezione civile. Sono state colpite molte abitazioni ma anche molte imprese, per non parlare di ettari ed ettari di campi coltivati che già avevano subito i danni da gelate e grandinate – prosegue -. Siamo, inoltre, molto preoccupati per il territorio collinare e montano che ha subito smottamenti e frane in diversi punti, ostacolando la viabilità e rendendo ancora più difficile la tenuta del territorio. Auspichiamo che la ripresa sia celere ma anche lungimirante e che si lavori per mettere sempre più in sicurezza i territori in vista di eventi calamitosi come questo, partendo dalle montagne e arrivando alle pianure». 
 

«Bene gli interventi urgenti comunicati dal Governo ieri ma la situazione sul territorio, purtroppo, è molto più grave di quanto avremmo mai potuto immaginare. Chiediamo al Governo una strategia di medio-lungo periodo che aiuti la nostra terra a ripartire». Così Mauro Neri, presidente di Confcooperative Romagna, commenta gli interventi urgenti annunciati dal Governo dopo l’incontro con le Organizzazioni avvenuto ieri pomeriggio a Roma, vertice al quale ha preso parte anche Confcooperative con il presidente nazionale Maurizio Gardini. 
 
La situazione nelle zone colpite dalla pesante alluvione è gravissima e ancora molto incerta nella conta dei danni. Se infatti l’acqua nel territorio faentino, cesenate e forlivese sta lentamente defluendo, ci sono ancora intere zone e paesi collinari bloccati dalle frane e isolati. Inoltre l’emergenza è ancora molto alta in Bassa Romagna dove campi, centri abitati e aziende sono sott’acqua da ieri e gli allarmi per nuove esondazioni e allagamenti sono ancora in atto. «Purtroppo servono provvedimenti che vadano ben oltre la quantificazione economica messa a disposizione dal Governo per i primi interventi urgenti - continua Neri -. Ancora oggi non riusciamo a metterci in contatto con molte aree colpite, non siamo in grado di comprendere quante cooperative sono state colpite e in che misura. Sappiamo di cooperative sociali che si occupano di assistenza a persone anziane e con disabilità allagate, di migliaia di aziende agricole che hanno perso tutto, di strutture della collina isolate senza luce, rete telefonica, gas. Impossibile in queste prime ore farsi un’idea della portata del disastro». 
 
«Ci aspettiamo quindi - prosegue il presidente di Confcooperative Romagna - che lo Stato concordi con l’Unione Europea l’uso di una parte dei fondi del Pnrr per la ricostruzione. I fondi inizialmente destinati alla ristrutturazione oggi servono per ricostruire le strade, per ripristinare la viabilità tra l’entroterra e la riviera. Senza questi servizi essenziali non sarà possibile ripartire. Chiediamo con forza che si ragioni su di una deroga straordinaria così come è straordinaria la situazione in cui ci troviamo. Partiamo dalle strade, dalla sicurezza dei territori. Solo così saremo in grado di avviare la ricostruzione». 
 

Confcooperative Romagna ha promosso una raccolta fondi per sostenere chi è stato colpito dall’alluvione. La situazione in Romagna è molto grave, persone e imprese stanno lottando contro l’acqua e il fango da giorni.

Con questa raccolta fondi andremo ad aiutare direttamente le persone che lavorano in cooperativa e che hanno avuto dei danni alla casa e agli oggetti ma anche le cooperative di tutti i settori che hanno avuto sedi e macchinari allagati o distrutti.

Per questo è così importante il contributo di tutti.

Si può contribuire con un bonifico al conto corrente bancario intestato a Confcooperative Romagna:

IBAN IT25 G 08542 23700 000000731028

Il conto è aperto presso La Bcc ravennate, forlivese e imolese che ha azzerato ogni costo di commissione per tutti i correntisti. Per chi non ha il conto presso l’istituto di credito cooperativo valgono le commissioni previste dalla propria banca.

L’Associazione Giovani Imprenditori di Confcooperative Romagna, in collaborazione con Confcooperative Romagna, mette a disposizione una borsa di studio di 3000 euro per la partecipazione al Master in Economia della Cooperazione (MUEC) edizione 2024 dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna. 

 

A CHI È RIVOLTO IL BANDO
Possono partecipare al bando giovani socə o dipendenti di cooperative associate a Confcooperative Romagna che al 31-12-2023 non abbiamo compiuto trentacinque anni (under35) e che intendano partecipare al Muec per accrescere le proprie competenze in economia della cooperazione.

 

COME PRESENTARE LA DOMANDA DI AMMISSIONE AL BANDO
La domanda di ammissione al bando deve essere inviata alla mail sedefaenza@confcooperative.it entro il 31 agosto 2023 alle ore 12.00

La scadenza del bando è stata prorogata alle ore 12 del 30/09/2023.

 

Scarica il bando, il regolamento e la domanda per la candidatura

“Per rinascere in Romagna servono risposte rapide, precise e speciali. Il colpo inferto dall’alluvione all’economia e alle popolazioni è stato particolarmente duro e oltre ai provvedimenti che già si sono deliberati a livello regionale e nazionale, servono interventi strutturali”.

Così il presidente di Confcooperative Romagna Mauro Neri che rilancia una serie di richieste, mentre si delinea con sempre maggiore chiarezza l’imponenza del disastro.

Si chiede l’azzeramento dei contributi sulle giornate già pagate agli operatori agricoli e non solo sospensione, fiscalità agevolata a tutti i livelli nelle zone dell’entroterra collinare e montana totalmente disastrate a causa delle frane e dei collegamenti interrotti, la possibilità di utilizzare il 110% con la cessione del credito per intervenire su immobili danneggiati.

 

“Se pensiamo alla montagna chiediamo che quei territori possano essere considerati zone economiche ‘speciali’ - precisa Neri - con fiscalità agevolata a tutti i livelli, trasporti gratuiti per gli studenti, riduzione Irpef. Solo così potremo sperare che questa catastrofe non rappresenti la fine per un territorio già a rischio molto elevato di spopolamento. Servono agevolazioni speciali per favorire la permanenza di chi vi abita e eventualmente per attrarre imprese a trasferirsi”.

 

Confcooperative rilancia anche sul fronte degli interventi edilizi: “Il 110% ha una sua fondatezza, aldilà delle critiche sollevate, soprattutto se viene utilizzato in situazioni specifiche – prosegue Neri - La Romagna alluvionata è una situazione specifica che potrebbe trarre vantaggio da questa misura con la cessione del credito alle banche sia per le abitazioni, sia per immobili industriali e agricoli danneggiati”.

 

Confcooperative Romagna nel frattempo ha avviato una ricognizione dei danni tra le cooperative aderenti e prosegue nella raccolta fondi in solidarietà dei soci e delle imprese alluvionate.

Duecentocinquanta cooperatrici e cooperatori dell’Emilia-Romagna hanno preso parte alla 41° Assemblea Nazionale di Confcooperative dal titolo “Abbiamo cura del Paese” tenutasi all’Auditorium Parco della Musica di Roma, dopo la Conferenza dei servizi svoltasi ieri. I lavori sono iniziati con un’inedita esecuzione in sala dell’inno di Mameli seguita da un emozionante video dedicato all’alluvione in Romagna e all’impegno di cittadini e volontari per fare ripartire quei territori così duramente colpiti dagli eventi catastrofici del 16 e 17 maggio scorsi (il video si è concluso con l’appello “Non lasciateci soli”).  

Numerosi i rappresentanti istituzionali intervenuti: i ministri Raffaele Fitto (Affari europei e PNRR), Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy), Francesco Lollobrigida (Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste; ha inviato un videomessaggio), Matteo Salvini (Infrastrutture e trasporti) e Daniela Santanché (Turismo), i viceministri Francesco Paolo Sisto (Giustizia), Maurizio Leo (Economia e Finanze) e Maria Teresa Bellucci (Lavoro e Politiche sociali), il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. A tutti loro il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini ha donato una maglietta targata Concooperative Romagna con l’ormai celebre motto romagnolo “Tin bota” (divenuto emblema della resilienza e ripartenza dopo i disastri dell’alluvione) e una ceramica artigianale di Faenza, città tra le più danneggiate dalla furia di acqua e fango. 

Per Gardini, imprenditore agricolo residente a Forlì, è stata l’occasione per raccontare in prima persona l’esperienza vissuta con l’alluvione che - ha detto - “ha profondamente ferito la nostra Romagna, danneggiando migliaia di famiglie e aziende, che ora desiderano ripartire e chiedono il sostegno delle Istituzioni”. E proprio riferendosi all’alluvione in Romagna, il ministro Salvini ha svelato di aver donato come ultimo omaggio all’ex presidente del consiglio recentemente scomparso, Silvio Berlusconi, una bottiglia di olio DOP di Brisighella, eccellenza della cooperazione agroalimentare romagnola. 

A guidare la delegazione regionale all’Assemblea Nazionale, è stato il presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza insieme al direttore Pierlorenzo Rossi. Per la Romagna erano presenti 55 delegati.  

Al via la terza edizione di StartCoop, il Bando che premia i migliori progetti di impresa cooperativa di tutta la Romagna. Confermati anche per l’edizione 2023 servizi e finanziamenti per un valore complessivo di 31.000 euro che andranno ai quattro progetti di impresa valutati più interessanti.  

Possono candidarsi al Bando Startcoop gruppi di persone (almeno 3) che abbiano un progetto imprenditoriale credibile e realizzabile dal punto di vista tecnico, economico e finanziario; che abbiano già costituito o intendano costituire un’impresa cooperativain Romagna nel corso del 2023 e che abbiano fatto domanda di ammissione o siano già associati a Confcooperative Romagna. 

L’aggiudicazione del Bando comprende una parte di contributo economico diretto a cui si aggiungono servizi assicurativi, servizi di comunicazione e promozione del proprio business, sconti sulla formazione, servizi giuridici e societari, vantaggi sui servizi amministrativi e consulenza per l’accesso al credito. Alla prima impresa classificata verranno erogati finanziamenti e servizi per un valore di 10.000 euro, alla seconda di 8.000 euro, alla terza di 7.000 euro e alla quarta classificata di 6.000 euro. 

I criteri di valutazione su cui la commissione baserà il proprio giudizio sono: fattibilità del progetto, prospettive occupazionali, innovazione e sostenibilità.  

Ci si può già candidare al Bando. Tutti i dettagli su startcoop.it.Iscrizioni fino al 31 gennaio 2024. 

 

Startcoop 2023 è promosso da Confcooperative Romagna in collaborazione con Linker Romagna, Irecoop Emilia-Romagna e Assimoco - Agenzie territoriali della Romagna ed è reso possibile grazie al contributo di Romagna Banca, BCC Romagnolo, LA BCC ravennate, forlivese e imolese e Riviera Banca. 

 

Per informazioni Silvia Pirini Casadei: info@startcoop.it, 340 8357442, startcoop.it.  

Si sono riunite la scorsa settimana a Campiano (Ravenna) tutte le Associazioni locali dell’agricoltura (CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Terra Viva, AGCI, Confcooperative, Legacoop) sotto il coordinamento dei Tavoli Verdi delle province di Ravenna e Forlì-Cesena.  

Durante l’incontro si è parlato della situazione del territorio alluvionato e le Associazioni sollecitano un intervento urgente per supportare il sistema agricolo territoriale.  

“Il Decreto legge pubblicato mercoledì, ‘Disposizioni urgenti per la ricostruzione nei territori colpiti dall'alluvione’, è un passo avanti per impostare la ripartenza - sottolineano -, tuttavia le risorse messe in campo, anche per il settore agricolo, sono ancora assolutamente insufficienti rispetto alla portata dell’evento. 

Si è ancora lontani infatti dal coprire gli 8,8 miliardi di danni subiti complessivamente dal sistema, di cui 1,1 miliardi a carico dell’agricoltura (stima della Regione Emilia-Romagna).  

La nomina del Commissario è stata un altro passo avanti, ma ora occorre perseguire la strada di una Legge speciale e di una gestione post-alluvione mediante procedure di gestione ‘straordinarie’, per evitare i rischi di lungaggini e distorsioni. Serve che si riconoscano tutte le tipologie di danno (diretto e indiretto) al 100% attraverso un modello burocratico efficace, quindi veloce e fluido. 

Il Sistema agroalimentare della Romagna è terribilmente a rischio, a partire dalla collina e dalla filiera frutticola: il rischio di perdere importanti quote di mercato è concreto, mentre al termine dell’estate le aziende alluvionate prevedono di raggiungere il picco della tensione finanziaria a causa delle produzioni azzerate e dei lavori di ripristino dei terreni e degli impianti comunque obbligati per la continuità aziendale. 

Nelle campagne romagnole la frustrazione sta crescendo in attesa dell’evolversi delle norme; ne sono fondamentali almeno due nell’immediato: una moratoria per i mutui omogenea e di almeno 24 mesi e l’azzeramento di contributi e tasse per reagire alla perdita di competitività. 

Occorre proseguire con il confronto tra Regione, Enti locali, Governo e Struttura commissariale, nella quale si potrebbe valutare una specifica delega per il settore agricolo, in un rapporto concreto e virtuoso, poiché questa è la precondizione per garantire alle imprese le risposte che le stesse attendono. 

Tutte le Associazioni locali dell’agricoltura mettono fattivamente a disposizione del Governo e del Commissario il proprio patrimonio di conoscenza del territorio, delle sue peculiarità e delle esigenze primarie per efficientare gli strumenti e le soluzioni, già messe e che si metteranno in campo, per superare questa grave situazione e garantire la resilienza dell’intero Sistema Agroalimentare della Romagna”.
 

 

Ha superato il milione di euro la raccolta fondi lanciata da Confcooperative Romagna il 4 maggio, all’indomani della prima alluvione, per aiutare le cooperatrici e i cooperatori colpiti dalla calamità.

 

Ad oggi i fondi raccolti sono 1.046.800 euro che verranno erogati nel corso del mese di luglio direttamente sui conti corrente delle 521 persone che hanno subito danni di varia entità alle proprie abitazioni o ai propri beni.

Le persone che beneficeranno del contributo sono state segnalate da 52 cooperative associate e provengono da tutte le zone alluvionate della Romagna e del bolognese.

“La campagna è andata molto bene e siamo soddisfatti oltre ogni aspettativa - commenta il direttore di Confcooperative Romagna Andrea Pazzi -. Non pensavamo di arrivare a un traguardo del genere, ma la risposta al nostro appello è stata davvero tanta: abbiamo registrato oltre 160 donatori, tra persone, imprese ed enti, provenienti da tutto il territorio nazionale. Il movimento cooperativo di Confcooperative ha attivato un tam tam che ha dato i suoi frutti. Si è parlato della nostra iniziativa durante tanti eventi e assemblee, compresa l’assemblea nazionale di Confcooperative che si è svolta a Roma lo scorso 15 giugno, e la solidarietà ha fatto il resto”.

 

Confcooperative Romagna ringrazia in maniera particolare i 3 grandi donatori di questa campagna: Fondosviluppo, il fondo mutualistico di Confcooperative, il Gruppo Assimoco e La Bcc credito cooperativo ravennate, forlivese e imolese. “Queste tre società hanno davvero fatto la differenza in questa operazione di solidarietà - continua -, mettendo a disposizione delle cooperatrici e dei cooperatori cifre importanti che ci hanno permesso di raggiungere questo traguardo”.

La raccolta fondi era partita con la prima alluvione, che aveva colpito solo alcune zone del ravennate. “Dopo la seconda gravissima alluvione, visti i danni e la vastità dei territori colpiti, abbiamo rivisto il regolamento della raccolta estendendolo a tutti i comuni della Romagna ma mantenendo l’obiettivo di ristorare i cooperatori. Ringrazio, al proposito, anche Confcooperative Terre d’Emilia - conclude Pazzi - per la collaborazione nella diffusione presso le proprie associate e per la raccolta delle segnalazioni di danno dei cooperatori imolesi. Quest’operazione è stata un’altra dimostrazione di cosa può fare la cooperazione. Ne siamo davvero orgogliosi”.

 

Ora la solidarietà prosegue con l’iniziativa di Confcooperative Emilia-Romagna, che da qualche settimana ha aperto uno specifico conto corrente per sostenere le imprese cooperative che hanno subito danni diretti dagli eventi alluvionali. Per chi vuole contribuire ecco l’Iban: IT27Y0707202406000000731237.

“Gli ennesimi eventi atmosferici degli ultimi giorni con le loro conseguenze catastrofiche per imprese agricole e strutture cooperative, rendono ancora più urgente una risposta di sistema per salvaguardare l’agricoltura emiliano-romagnola che rischia un grave ridimensionamento. Per questo chiediamo con forza che i territori colpiti prima dalle alluvioni di maggio e poi dalle trombe d’aria e dalle devastanti grandinate degli ultimi giorni siano riconosciuti come zone agricole svantaggiate per un periodo transitorio di almeno cinque anni. Questo intervento consentirebbe di fare recuperare competitività alle imprese, che in questo momento rischiano di perdere importanti quote di mercato, soprattutto a livello internazionale, a causa delle carenze produttive”.

 

È questa la richiesta rilanciata dal presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna Raffaele Drei.

 

Dopo le gelate primaverili e l’alluvione di maggio, che ha interessato il 42% della superficie agricola regionale, sono arrivate la grandine e le raffiche di vento dell’ultima settimana; a tal riguardo, le prime stime parlano di danni su circa 3.000 ettari di frutteti, vigneti, orticole (soprattutto pomodoro da industria) e cereali nelle aziende agricole socie delle cooperative aderenti e presenti nella già martoriata Romagna, nel Ferrarese, nella pianura bolognese e in provincia di Modena, sia nella bassa che nella fascia pedemontana. Ad essere fortemente colpiti sono stati anche gli stabilimenti produttivi e i magazzini delle cooperative agricole di conferimento e trasformazione, in particolare diverse strutture tra Ferrara e Modena che avevano investito nelle energie rinnovabili e ora si ritrovano con gli impianti fotovoltaici distrutti o fortemente compromessi, oltre che con tettoie e coperture crivellate dalle palle di grandine: è il caso degli stabilimenti di Italfrutta e Val-Cima a San Felice sul Panaro (MO), di Cipof a San Possidonio (MO), del consorzio Cesac a Mirandola (MO), del Gruppo cooperativo Conserve Italia a XII Morelli di Cento (FE), di Patfrut a Monestirolo (FE). Altri danni a coperture e tettoie anche per lo stabilimento della cooperativa Pasa a Dosso (FE) e per il magazzino di Cesac ad Argenta (FE).

 

“L’attribuzione per cinque anni di zona agricola svantaggiata a tutte queste aree devastate dal maltempo – puntualizza il presidente di Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna – consentirebbe di alleggerire in maniera considerevole gli oneri contributivi a carico delle aziende agricole e delle cooperative, alleviando i costi ad intere filiere che saranno impegnate nella ricostruzione del potenziale produttivo e di infrastrutture aziendali, così da recuperare il posizionamento commerciale internazionale. Sono risorse fondamentali per aziende agricole e cooperative la cui sostenibilità economica è a rischio per la materia prima insufficiente”.

“È solo con interventi strutturali di questa portata – conclude Raffaele Drei - che l’agricoltura emiliano-romagnola può davvero riprendersi salvaguardando la sua vocazione di cuore produttivo nazionale, soprattutto in alcuni comparti come quello ortofrutticolo”.

“Il mix esplosivo di aumento dei tassi di interesse da parte della BCE e inflazione ancora alta nonostante il parziale riequilibrio dei costi energetici, brucia risorse fondamentali per la nostra economia. Il focus Censis-Confcooperative parla di 693 miliardi euro di ricchezza finanziaria delle famiglie italiane persi in un anno a causa di questa situazione, insieme ad una riduzione di 100 miliardi di euro del potere d'acquisto delle famiglie, che nel 2022 hanno dovuto fare i conti con un calo di disponibilità economica di almeno 3.800 euro a nucleo. È evidente che servono nuovi interventi strutturali per porre un freno a questa situazione e ridare ossigeno alla nostra economia; il mercato interno continua a giocare un ruolo fondamentale per le imprese dell'Emilia-Romagna, non siamo nelle condizioni di affrontare una sistematica riduzione”.

Così il presidente di Confcooperative Emilia Romagna Francesco Milza commenta il focus Censis-Confcooperative dal titolo “L'Italia fa i conti con i tassi di interesse” diffuso oggi e commentato dal presidente nazionale Maurizio Gardini. All'interno del documento si sottolinea come l'impatto di questa situazione sarebbe stato molto più pesante senza gli interventi governativi: nelle analisi operate dall'Ufficio Parlamentare di Bilancio, l'ammontare delle misure a favore di famiglie e imprese e di contrasto all'inflazione (riduzione accise sui carburanti, bonus sociali, esoneri contributivi, crediti d'imposta, ecc.) ha raggiunto i 119 miliardi di euro: 5,6 miliardi nel 2021, 70 miliardi nel 2022, 35,1 nel 2023. (Altri 8,2 miliardi avranno corso nel prossimo biennio 2024-2025).

“Comprendiamo le necessità della Banca Centrale Europea di difendere l'euro dalla svalutazione rispetto al dollaro attraverso l'aumento dei tassi di interesse (proprio oggi si autorizza il nono rialzo consecutivo nell'area euro in un anno, ndr), così come siamo consapevoli che le filiere produttive devono fare i conti con aumenti dei costi a tutti i livelli, ma ricordiamoci – continua Milza - che gli effetti negativi di tutto ciò continuano a pagarli le famiglie che si ritrovano con sempre meno risorse in portafoglio e di conseguenza le stesse imprese che fronteggiano la riduzione dei consumi. Da un intervento ancora più deciso sul cuneo fiscale per lasciare più soldi in tasca alle persone a misure di sostegno nell'accesso al credito a partire dalla rinegoziazione dei mutui, fino al taglio dell'IVA su un paniere di beni alimentari, riteniamo – conclude il presidente di Confcooperative Emilia Romagna - che ci possano essere altre azioni da mettere in atto, oltre a quanto già fatto dai vari Governi che si sono succeduti negli ultimi anni. È fondamentale porre un ulteriore freno a questa china pericolosa e ridare ossigeno a famiglie e imprese”.

Confcooperative Romagna interviene nel dibattito innescato dalla proposta del sindaco di Cesena Enzo Lattuca di estendere lo status di capoluogo di provincia a Cesena al pari di Forlì, recepita nell’emendamento al disegno di legge del ministro Roberto Calderoli sulla riorganizzazione delle Province.

In una nota Confcooperative Romagna sostiene la necessità di ampliare l’orizzonte della discussione sull’ordinamento istituzionale locale, e chiede agli amministratori locali - presidenti di Provincia in testa - di alzare lo sguardo tracciando un percorso che, in prospettiva, porti alla costituzione di una unità amministrativa unica della Romagna, livello questo davvero in grado di intercettare risorse importanti per il territorio.

 

“Da tempo, insieme ad altre associazioni datoriali sottolineiamo la necessità di un Ente dotato delle stesse funzioni e degli stessi poteri attribuiti alle Città Metropolitane – dichiara il presidente di Confcooperative Romagna Mauro Neri (nella foto) - istituito con funzioni di programmazione e di gestione di tematiche di ambito sovracomunale e di area vasta. Una Città Metropolitana Romagna che consenta di lavorare per uno sviluppo unitario del territorio e di affrontare le prossime sfide con un approccio totalmente diverso. D’altra parte – prosegue Neri - se si alza lo sguardo sulle due direttrici principali, la via Emilia e l’Adriatica, da Castel Bolognese a Cattolica e da Ravenna a Rimini non si trova soluzione di continuità negli insediamenti urbani e artigianali.”

 

E non sono pochi gli argomenti sul campo, che necessitano di una visione di area vasta: la sostenibilità ambientale, la programmazione energetica, la competitività del tessuto economico su orizzonte nazionale e internazionale, le infrastrutture, il sistema aeroportuale romagnolo che deve trovare un equilibrio, la pianificazione del territorio, il welfare e il rapporto pubblico privato e imprese, l’università sono solo alcune questioni - precisa Confcooperative -, peraltro temi già ricompresi nel programma di sviluppo predisposto da Romagna Next, il Piano strategico di area vasta.

 

“Ma soprattutto poiché uno degli obiettivi è quello di intercettare maggiori risorse per il territorio e, mai come in questo momento, la Romagna necessita di questo, crediamo - conclude Neri - che lavorare per giungere a un ente in cui i territori delle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini siano rappresentati unitariamente, debba essere l’impegno di tutti i protagonisti, istituzionali e di rappresentanza della Romagna. Occorre dunque, proprio ora che si entra nel vivo della discussione politica sul futuro delle Province non dividersi e accelerare il lavoro per assicurare alla Romagna una visione futura unitaria attraverso scelte condivise che porterebbero a maggiori risorse”.

«Siamo a Forlì, nell’epicentro dei luoghi che hanno subìto pesantemente le conseguenze dell’alluvione e delle frane, e l’incontro con i rappresentanti del Governo è anche un’occasione importante per ricordare al Vicepremier che la Romagna aspetta fiduciosa, senza polemiche, i provvedimenti che diano atto alle promesse fatte nei giorni successivi agli eventi di maggio». Sono le parole che Maurizio Gardini, presidente nazionale di Confcooperative, ha pronunciato oggi pomeriggio all’incontro con il Vicepremier e Ministro degli Affari esteri Antonio Tajani e la Ministra all’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini che si è svolto in Caviro a Forlì. Un momento di confronto al quale ha partecipato una delegazione di Confcooperative e al quale hanno preso parte, tra gli altri, l’On. Rosaria Tassinari, e il presidente di Confcooperative Romagna Mauro Neri.  

Al centro del confronto anche la tassa sugli extraprofitti delle banche: “Crediamo - ha aggiunto Gardini - che si tratti di un provvedimento non completamente corretto, scaturito senza un adeguato confronto con le parti. Ad oggi il provvedimento, infatti, non fa distinzione alcuna tra banche grandi e banche piccole, tra banche che non distribuiscono utili e banche che li distribuiscono. Contiamo che in sede di discussione parlamentare si possa ottenere qualche correttivo». 

«Non dobbiamo dimenticare inoltre che la Legge di Bilancio, con le sue priorità, incombe sul nostro paese mentre i temi che riguardano il lavoro, il caro prezzi e l’inflazione richiedono attenzione e provvedimenti. A questo proposito - ha spiegato Gardini - non ci è piaciuto l’approccio del Ministro Urso al tema del caro prezzi per questo avvieremo un tavolo portando le nostre ragioni e sperando che siano comprese. Sul tema del lavoro, infine, chiediamo si ritorni sulla contrattazione: noi non siamo per i 9 euro/ora ma per un ruolo più chiaro e incisivo della concertazione e della contrattazione collettiva». 

L’incontro con la delegazione governativa si è tenuto all’interno della sede forlivese del gruppo cooperativo Caviro che rappresenta 11.650 soci, 27 cantine in 7 regioni d’Italia, 37.300 ettari vitati e 600mila tonnellate di uva prodotta (l’8,5% dell’uva italiana).   

«Il nostro Paese - ha evidenziato Carlo Dalmonte, presidente del Gruppo Caviro - ha bisogno di fare squadra per valorizzare e promuovere correttamente il Made in Italy che è più di un prodotto, è uno stile di vita. Al Governo e alle istituzioni chiediamo quindi di stare vicino alle imprese dell’agroalimentare italiano, spesso realtà estremamente innovative dal punto di vista della sostenibilità, per fare in modo che questo valore aggiunto diventi motore di sviluppo e consolidamento internazionale». 

 

Anche Mauro Neri, presidente di Confcooperative Romagna, ha sottolineato l’importanza dell’incontro in Romagna: «La presenza del Vicepremier Tajani e della Ministra Bernini sono un segnale importante per il territorio, pesantemente colpito dall’alluvione di maggio - ha dichiarato -. Un evento catastrofico ancora recente e che, per via della portata e dell’estensione dell’area colpita, ha avuto conseguenze pesanti e che devono ancora essere risolte. La presenza di rappresentanti del Governo sul territorio è importante per tenere alta l’attenzione sulle necessità di ricostruire ma anche di ricostruire per fare in modo che eventi come quello di maggio non accadano mai più».  

“Abbiamo cura della Romagna”: un impegno, una testimonianza, una sollecitazione. O più semplicemente tutto questo racchiuso nel titolo dell’assemblea annuale di Confcooperative Romagna fissata per lunedì 16 ottobre alle 14.45 presso Cesena Fiera.

A riassumere l’attenzione al territorio, alle cooperative che vi operano, la vicinanza ai soci e ai lavoratori, il supporto alle imprese nei momenti drammatici che hanno caratterizzato gli ultimi tempi, il dialogo con le istituzioni locali.

La Romagna al centro, con le sue prospettive di sviluppo e oggi di ripresa dopo la terribile alluvione e con un bilancio interno che raccoglie la scommessa di un’organizzazione che pochi anni fa ha compiuto il percorso di unificazione.

“È l’ultima assemblea di mandato - sottolinea il presidente Mauro Neri - poi a gennaio ci aspetta il congresso per il rinnovo degli organi. È dunque anche un momento in cui tirare le somme. Avevo un obiettivo quando sono diventato presidente ed era quello di costituire una Confcooperative Romagna superando davvero gli steccati territoriali che spesso hanno fatto naufragare altri analoghi tentativi. Penso che tutti abbiamo lavorato in questa direzione, riuscendo a dare una ‘identità Romagna’ alla nostra organizzazione. Lo abbiamo fatto mettendo in primo piano il bene delle cooperative e dei nostri cooperatori pur in anni particolarmente difficili, prima l’emergenza sanitaria e oggi l’alluvione”.

Proprio sugli eventi calamitosi di maggio l’assemblea prevede un focus con testimonianze di cooperative che hanno subìto pesanti danni, ma racconteranno di ripartenza e di prospettive. È in programma inoltre la presentazione del Bilancio di sostenibilità di Confcooperative Romagna e, tra gli argomenti trattati, è previsto un approfondimento sul ruolo dell’informazione in omaggio al quarantennale del giornale In Piazza e ai nuovi strumenti messi in campo come Oltro, il magazine online che racconta storie di cooperazione.

L’assemblea sarà come di consueto aperta dalla relazione del presidente Mauro Neri, mentre le conclusioni saranno del presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini.

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Il Commissario alla ricostruzione post alluvione, generale Francesco Paolo Figliuolo, è intervenuto con un video messaggio all’Assemblea annuale di Confcooperative Romagna che si è svolta ieri pomeriggio a Cesena Fiera. Il contributo del Commissario straordinario è stato mostrato subito dopo la relazione del presidente di Confcooperative Romagna Mauro Neri ai circa 300 cooperatrici e cooperatori intervenuti all’assise annuale. 

«Siamo ben consapevoli che i soldi pubblici che serviranno alla ricostruzione devono essere destinati in modo coerente, con attenzione, e possibilmente per creare un tessuto, strutturale ma anche socio-economico, più solido e più efficiente di prima - ha detto il presidente Mauro Neri durante la relazione introduttiva -. Mantenere un dialogo costruttivo e la fiducia nella struttura Commissariale e nelle Istituzioni sono quindi passi fondamentali, perché riteniamo che solo unendo le forze e collaborando tutti insieme possiamo risolvere i bisogni del territorio». 

Lo stesso Figliuolo ha infatti ribadito nel proprio contributo: «La strategia della struttura commissariale si è mossa immediatamente per mettere in sicurezza il territorio ed erogare i ristori per le attività urgenti. Si tratta per il 2023 di 289 milioni di euro cui si aggiungeranno nel 2024 altri 113 milioni di euro. Parliamo di opere fatte subito dopo l'alluvione o ancora in corso di attuazione o che sono in progettazione e vedranno la luce e l'esecuzione nel 2024. Ci sono poi gli interventi che ci faranno uscire dall’emergenza e avviare la ricostruzione: un perimetro finanziario di oltre 1 miliardo e 132 milioni di euro che sono nella disponibilità del Commissario». 

Figliuolo ha poi aggiunto che nei prossimi giorni sarà emanata quella che viene definita «ordinanza pilota» per la difesa dell’assetto idraulico e la messa in sicurezza dei corsi d’acqua e ha confermato che l’attenzione Commissariale è indirizzata anche alla ricostruzione privata: «È in dirittura di arrivo l'ordinanza per le imprese agricole e non agricole - ha aggiunto Figliuolo -. Questa ordinanza è stata già presentata al Ministero dell'Agricoltura per un parere. Da questa ordinanza si desumerà chiaramente che il Commissario, con successive decretazioni, arriverà fino al completo ristoro dei danni subiti dalle attività produttive». 

L’incontro assembleare ha toccato tutti i temi che interessano oggi il tessuto economico-produttivo cooperativo: il problema dell’inflazione, gli elevati tassi di interesse su mutui e finanziamenti, la necessità di una revisione delle tariffe per chi lavora con l’ente pubblico, il progetto dell’Alleanza delle cooperative, il dibattitto sulla cosiddetta «Provincia Romagna». Ampio spazio è stato dato all’alluvione, con un dibattito che ha coinvolto i cooperatori e le cooperatrici, e un focus dedicato all’interno del Bilancio di Sostenibilità dell’Associazione presentato all’assemblea.  

Il presidente Neri ha ribadito più volte la necessità del territorio di avviare una ricostruzione che pensi alle abitazioni private e alle imprese ma anche alle infrastrutture e ai progetti necessari per rilanciare il tessuto socio-economico di collina e montagna che, a causa delle frane, rischia di essere definitivamente abbandonato dalla popolazione.  

«È necessario che le istituzioni intervengano incentivando chi vuole abitare e lavorare in quelle zone, azzerando il divario infrastrutturale e digitale rispetto alle altre zone - ha spiegato il Presidente Neri -. Da parte nostra garantiamo un particolare impegno nella promozione di cooperative di comunità, avviate da chi vive nei territori che rischiano lo spopolamento, con l’obiettivo di creare opportunità di sviluppo per contrastare il declino economico, sociale e demografico, oltre che rivitalizzare la speranza nel futuro». 

Presente all’Assemblea annuale anche il presidente nazionale di Confcooperative Maurizio Gardini, citato anche dal Commissario Figliuolo quale punto di riferimento: «Ribadisco la massima fiducia nei confronti del Commissario nella consapevolezza che le cose da fare sono tante e i tempi burocratici significativi - ha evidenziato il presidente nazionale di Confcooperative -. Occorre mettere in fila i problemi, costruire i regolamenti, costruire i decreti, avere il via libera dall’Anac e dalla Corte dei Conti. Gli interventi urgenti sono già stati fatti e crediamo che, compatibilmente con i tempi della burocrazia, ci possano essere tempi adeguati per mettere in sicurezza i fiumi prima dell’inverno. Subito dopo bisognerà pensare alle strade anche se purtroppo sappiamo che su una frana si può intervenire solo quando è ferma e al momento non possiamo fare altro che ripristinare una viabilità d’emergenza sicura, in attesa che si possano fare gli interventi strutturali. E poi occorrerà pensare alle imprese e alle famiglie. Io sono convinto che a due mesi e mezzo dall’ingresso del Commissario e a poco più di quattro mesi dall’alluvione siamo a una svolta e che i tempi siano maturi per avviare i ristori alle imprese e poi alle famiglie. Ora auspichiamo soprattutto interventi ‘tampone’, anticipazioni finanziarie necessarie per ripartire. Lo abbiamo chiesto al Commissario, lo abbiamo chiesto agli Enti locali: vedremo come si potrà concretizzare questa nostra richiesta». 

Dopo la terribile alluvione della Romagna del maggio scorso, alcuni territori della Toscana, hanno recentemente subito una medesima sorte.
La catena nazionale di solidarietà che ci ha raggiuto in Romagna e che ci ha permesso di rispondere alle prime necessità di cooperative e soci è stata davvero grandiosa; ora la Romagna cooperativa può rispondere con altrettanto slancio.

 

Ben consci di non aver ancora risolto i nostri problemi, sui quali siamo al lavoro per poter accelerare il più possibile la macchina burocratica dello Stato che comunque si è avviata affinché tutti possano ricevere i ristori promessi, riteniamo importante poter fornire un
messaggio di speranza anche ai cooperatori toscani.

 

Invitiamo, chiunque possa e si senta di farlo, di contribuire a questa sottoscrizione di solidarietà.

 

È possibile effettuare donazioni con bonifico bancario al conto corrente intestato a Confcooperative Toscana e appositamente aperto presso ChiantiBanca – Credito Cooperativo.

 

IBAN: IT40O0867302802000000913679

Causale: emergenza alluvione Toscana

 

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